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Messaggi del 24/09/2009

 

ALDO CAROTENUTO

Post n°2921 pubblicato il 24 Settembre 2009 da psicologiaforense

RICORDO DI UN MIO GRANDE AMICO

SONO passati più di 4 anni da quando è morto al Policlinico Gemelli di Roma l’AMICO E COLLEGA Aldo Carotenuto. Aveva 72 anni ed era nato a Napoli. Grande professionista, AMICO INSUPERABILE  e ottimo comunicatore, ma forse anche vittima dell'esempio del suo stesso maestro Carl Gustav Jung. A MIO MODO DI VEDERE  Aldo Carotenuto ha fatto parte della prima generazione italiana di psicoanalisti junghiani, formatisi presso Ernest Bernhard, fondatore dell'Associazione italiana di psicologia analitica. La sua scoperta più importante è stata senz'altro quella della relazione tra Jung e Sabina Spielrein, sua paziente allieva, su cui la comunità psicanalitica aveva per molti anni steso un velo di omertà. Con la scoperta del loro carteggio, che ha anche ispirato il film del 2003 di Roberto Faenza «Prendimi l'anima», Carotenuto ha aperto alla storia la psicologia analitica e la psicoanalisi. Per lui era fondamentale la creatività e il primato della soggettività e dell'emotività». E proprio l'arte e la letteratura sono state oggetto di numerosi lavori di Carotenuto, come dimostrano i ritratti che ha tracciato di alcuni artisti, osservati alla luce della loro vita interiore e delle loro opere, tra cui Pasolini, Kafka, Dostoevskij, Bousquet e Shakespeare. La sua tesi, era che la sofferenza psicologica non bastava a spiegare l'opera d'arte, ma generava un destino che della ricerca artistica fa la sua ragion d'essere. Un altro dei principali meriti di Carotenuto è stato quello di aver saputo diffondere la cultura junghiana in Italia e all'estero, con una vastissima produzione scientifica di articoli e libri.
Ma proprio su uno dei punti oggetto del suo lavoro, quello cioè dell'amore di transfert e dei rapporti tra analista e paziente, Carotenuto ha ricevuto le maggiori contestazioni. Egli stesso, proprio come Jung non riuscì a mantenere la giusta distanza dalle emozioni delle pazienti, tanto da arrivare a teorizzare che il rapporto tra analista e paziente non potesse non essere come quello tra Jung e Spielrein. Affermazioni e metodi che suscitarono parecchie contestazioni e polemiche da parte di molti esponenti della comunità scientifica, come Bettelheim, e che lo spinsero nel 1992 a uscire dall'Aipa e ad andare avanti “in solitaria”, ma che solitaria! 

 
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PENSIERO DELLA NOTTE.

Post n°2920 pubblicato il 24 Settembre 2009 da psicologiaforense

IL PENSIERO DELLA NOTTE (un po' difficile, ma adatto ai miei 25 lettori)

Attori e risvolti psicologici del mestiere

Inconscio d'artista

Creare per l'artista è un modo di entrare in relazione con l'inconscio, in quanto l'invenzione creativa produce in forma percepibile pulsioni ed emozioni, si fa portatrice di un contenuto simbolico.
L'artista è pertanto lo strumento della creatività, che è istinto fondamentale, autoanalitico, mentre l'immagine rappresenta il nesso tra produzione analitica e artistica.
Ma in che relazione stanno i due termini nel lavoro di un attore?
I due termini implicano contiguità, ma nella pratica sono sperimentabili separatamente, in quanto un processo artistico potrebbe non essere creativo, essendo l'attore un artigiano dell'azione fisica.
A scatenare la creatività ‚ il lungo, costante contraddittorio tra l'attore e il proprio Io.
Per esprimerla l'attore deve sfuggire alla gabbia del metodo pedagogico del maestro, deve seguire i ritmi del corpo-memoria, collegare le emozioni alla percezione fisica.
Il disagio dell'anima va colto dalla comprensione del linguaggio del corpo.



 
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RIFLESSIONI, ANIMALI, AMIMALISTI, AMBIENTE, UOMO E CANE, IL PRIMO AMICO DELL'UOMO,

Post n°2919 pubblicato il 24 Settembre 2009 da psicologiaforense

COMMENTO

IL CANE E IL SUO REFERENTE UMANO

QUANDO E' L'UOMO IL PEGGIOR NEMICO DEL CANE

Le aggressioni dei cani, talora con conseguenze anche gravi, sono ormai entrate nella trattazione quotidiana di tutti i mezzi di informazione(70.000 morsicature all'anno in Italia).

A volte il comportamento del cane è la conseguenza di un addestramento esasperato per esaltarne l'aggressività sia per la guardia sia per i combattimenti tra cani.
Il rapporto uomo-animale deve essere inteso come «rapporto di coppia». Per comprendere la complessità di questo legame è necessario penetrare nella individualità dell'animale, cogliere tutte le sfumature del suo modo di porsi e di esprimersi nei confronti dell'uomo, effettuare cioè uno studio psicologico con impronta moderna, che analogamente a tutte le altre scienze della natura, si proponga di descrivere i fatti e di indagare le condizioni che li hanno determinati con metodo scientifico. In questa ottica è necessario accettare l'idea che nell'animale si manifesti la «psiche»: sensibilità, emozioni, memoria, aggressività, ecc. È necessario convincerci che il cane, perfettamente integrato nella vita dell'uomo e nel nucleo familiare, vive i sentimenti e le passioni che troviamo anche nell'uomo: amore, gelosia, aggressività, paura, abnegazione, dignità, pazienza, sofferenza.
Esistono fra cane e uomo delle strette similitudini reattive che oggi, a causa di una esasperata convivenza, vengono a essere esaltate. Il cane compagno della nostra vita, alleviatore della nostra solitudine ha necessità, per vivere nel consesso umano, di sentirsi collocato al centro dell'attenzione dell'uomo e quest'uomo deve inserirlo nel suo mondo come un consimile. Nei rapporti uomo-cane non dobbiamo poi dimenticare che quando un cane si avvicina a un uomo per prima cosa lo studia e valuta se può dominarlo, fatto che avviene se l'uomo assume atteggiamenti che denunciano timore del cane. Se l'uomo supera questa valutazione, il cane annusa l'antagonista, ne ascolta la voce, guarda i movimenti delle mani e se tutti questi controlli sono di suo gradimento fra uomo e animale si stabilisce un rapporto nel quale l'uomo esercita sul cane la sua autorità che viene quasi sempre accettata. Quello ora prospettato è un esempio che riguarda un cane che vive in casa con i padroni e con essi divide gli spazi domestici e anche le amicizie.
Consideriamo, invece, la vita di un cane, non ci interessa definirne la razza, il cui padrone ne vuol fare un cane da guardia che sappia incutere paura e magari, in alcuni casi, farne un soggetto da combattimento. La vita di un cane avviata in tali attività non viene integrata con quella della famiglia, anzi in questo caso è necessario che il cane sia emarginato (in un recinto circoscritto o in una grossa gabbia). Da lontano assisterà alla vita degli umani, ma non vi parteciperà, realizzandosi condizioni che sviluppano nel cane sentimenti negativi (rabbia, gelosia, desiderio di distruzione o di dominanza, aggressività) che manifesterà con violenza quando un fatto, le cui cause sfuggono alla valutazione dell'uomo, scatenerà nell'animale quella che noi chiamiamo «ferocia» ma che, probabilmente, nell'animale è solo la necessità di difendersi da condizioni di frustrazione e qualunque soggetto estraneo al suo mondo, che entra nel suo circuito psicologico, ne sollecita la rabbia distruttiva.
Il cane responsabile dell'aggressione viene tenuto in osservazione per 10 giorni per accertare se ha la rabbia in incubazione. Esclusa l'infezione rabida il cane viene liberato dal sequestro e restituito al proprietario il quale al massimo risponderà al danneggiato in sede civile.
Per accedere alla conoscenza delle motivazioni che spingono un cane a diventare improvvisamente aggressivo è necessario sottoporre l'animale a un'accurata indagine anamnestico-ambientale per accertare la qualità della sua vita nell'ambiente domestico; se in casa il cane viene tenuto libero o relegato in uno spazio limitato fuori dalle mura domestiche, se i suoi rapporti con i componenti della famiglia sono improntati ad affettuosità reciproca o se un solo componente lega con esso, se è stato addestrato a compiti di guardia.
Per avviare un'operazione di recupero comportamentale è indispensabile che esperti di psicologia canina esaminino gli atteggiamenti del cane nei confronti di tutto ciò che li circonda nella vita routinaria e di quello con cui vengono a contatto improvvisamente che studino le condizioni di vita in cui viene tenuto il soggetto in osservazione e valutino l'idoneità del proprietario a gestire un animale che può essere pericoloso per gli estranei e anche per i proprietari stessi. Se non si pratica un esame di questo tipo sono inutili tutti i provvedimenti restrittivi proposti in questi ultimi tempi. Da quanto premesso si può concludere che cani potenzialmente feroci possono crescere, accanto a proprietari intelligenti, in modo armonioso e diventare soggetti docili facilmente controllabili e sicuramente affidabili. Ma allora cosa può esaltare lo spirito aggressivo e rendere soggetti appartenenti alla stessa razza estremamente pericolosi mentre altri sono mansueti, affettuosi e facili al contatto amichevole con l'uomo ? Certamente le condizioni di vita in cui l'animale cresce e si sviluppa ne influenzano notevolmente il modo di essere. Il cucciolo, a partire dai primi giorni di vita riceve l'imprinting dalla madre e, successivamente, riceverà il seguito della sua formazione dal proprietario il quale, vuoi inconsapevolmente per ignoranza o incapacità, vuoi consapevolmente per trarne guadagni (combattimenti tra cani) o per migliorare il suo status symbol può spingerlo all'aggressività. Cinquanta anni di vita professionale trascorsi nella cura delle malattie organiche e degli stati morbosi di natura psicotica mi hanno consentito di conoscere i cani nei loro molteplici atteggiamenti, e oggi di poter spendere qualche parola in loro difesa.
In conclusione il vero fulcro del problema è l'uomo e dall'uomo dobbiamo partire per trovarne la soluzione. Pertanto accanto a una visita psicologica dell'animale sarebbe opportuno prendere dei provvedimenti. Occorre trasmettere un'adeguata conoscenza del rapporto uomo-animale ai bambini di età scolare. Poi bisogna chiamare i proprietari alle proprie responsabilità e far loro comprendere che il cucciolo di oggi sarà domani un soggetto adulto il cui sviluppo armonioso dipenderà dall'educazione ricevuta e come «lui» l'uomo, il padrone, l'amico avrà saputo soddisfare i suoi bisogni e interpretare le sue richieste.

 

 
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lui & lei, vita di coppia, sessualità coniugale, corsivo, riflessioni,

Post n°2918 pubblicato il 24 Settembre 2009 da psicologiaforense

CORSIVO

Se il marito lava i piatti e stira
va meglio la sessualità di coppia


Se il marito si occupa delle incombenze domestiche a giovarne è la sessualità della coppia. L'uomo che lava i piatti e stira non solo può essere attraente per la donna, ma la gratifica sollecitandone emozioni e fantasie. Partendo da questa considerazione approda a Torino il corso di Stirologia e di Bucato di Master Spontex in Home Management.
Dopo il successo delle tappe di Milano e Catania, il full immersion riservato a 30 uomini studenti di tutte le tecniche di pulizia e candeggio, sarà a TO per poi trasferirsi a  a Napoli. Gli ideatori della Spontex Italia hanno pensato  che il miglior modo di appianare i dissidi di coppia, ritrovare l'armonia, anche a letto, passi attraverso una reale divisione dei compiti di casa. Non è casuale che all'iniziativa, che coinvolgerà mariti di tutta Italia, abbiano aderito l'Associazione Uomini Casalinghi e Il Moica (Movimenti Italiano Casalinghe). Una lezione sarà proprio dedicata alla psicologia della seduzione. Troppo spesso – dicono Riccardo Bianco, direttore generale di Spontex e la psicologa Monica Zentelli – la polvere sulle mensole o il pavimento sporco scatenano rabbiosi litigi. I lavori di casa, inoltre, possono essere pretesto per veri e propri esercizi fisici che tengono in forma muscoli e articolazioni. Al termine del corso ai partecipanti viene consegnato un diploma.

 
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RIFLESSIONI, PENSIERI, IDEE, OPINIONI, ARTE E SESSO

Post n°2917 pubblicato il 24 Settembre 2009 da psicologiaforense

RIFLESSIONE DELLA SERA

E SE I GIOVANI SI AVVICINASSERO AL SESSO E ALLA SESSUALITA' ANCHE ATTRAVERSO LA LETTERATURA E L'ARTE?

Una risposta finalmente sintonica con i bisogni profondi dei giovani   in merito alla sessualità può venire dall'arte e dalla letteratura. Alla radice di molte opere d'arte, infatti, c'è una storia d'amore piena di emozioni, conflitti, trasalimenti, speranze, delusioni. L'adolescente e il giovane possono quindi trovare in esse un'esperienza molto simile alla propria, un'esperienza radicalmente diversa da quella, a volte ipocrita, o fatua o addomesticata, proposta dalla società o dai media, un'esperienza carica di emozioni intense e drammatiche che pongono il giovane, come l'artista, dinanzi ai grandi problemi umani: la febbre del desiderio, il tremore dell'angoscia e dell'abbandono, i tremendi interrogativi di carattere etico, sociale ed esistenziale. Insomma, molti capolavori della letteratura possono dare agli adolescenti ed ai giovani quella dimensione etica, poetica e drammatica dell'amore e della sessualità che essi percepiscono intensamente nella loro esperienza interiore ma che cercherebbero invano nei manuali di cosiddetta educazione sessuale o nelle intimazioni edificanti di certi moralisti.

 
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LA FOTONOTIZIA

Post n°2916 pubblicato il 24 Settembre 2009 da psicologiaforense

La "rice art" di Greenpeace - L'idea è quella dello stivale italiano che calcia via gli Ogm. L’obiettivo è quello di proteggere il riso e l’agricoltura italiana dalla minaccia dell’ingegneria genetica nel settore agro-alimentare. Il disegno di circa 800 metri quadrati è stato realizzato da attivisti di Greenpeace in un campo di riso di un’azienda convertita al biologico da ormai 20 anni, e compresa nel territorio del Parco del Ticino. L’attività di Greenpeace si è svolta con l’appoggio del Parco. A livello europeo presto si dovrà votare per l’autorizzazione all’importazione del riso Ogm della Bayer (LL62), modificato per resistere a un erbicida tossico, il glufosinato che, come segnala Greenpeace, è considerato pericoloso per gli esseri umani e per l’ambiente tanto da essere presto vietato in Europa.
 
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silvio berlusconi, il pricipe azzurro? storie, storielle, storiacce, politica degradata, gossip , pettegolezzi, stupidità,

Post n°2915 pubblicato il 24 Settembre 2009 da psicologiaforense

TESTI E PRETESTI

Tutte le donne di Silvio.
Del «povero presidente» che si sarebbe meritato certamente «una moglie migliore», una che non mette in piazza i panni sporchi e che «si vede che non ha cose più importanti a cui pensare se per queste cose perde tempo a scrivere ad un giornale altrettanto cretino; suo marito si merita di meglio». È questo il tono livoroso dei commenti che le più audaci supporters del leader hanno affidato a «Spazio Azzurro», il sito internet di Forza Italia, a commento dell'uscita pubblica della signora Lario, a loro dire del tutto disdicevole. Come non manca di sottolineare, con inaudita perfidia, una tal Veronica che si spinge oltre i commenti e arriva ad una vera e propria reprimenda pubblica: «Dov'era la signora quando hanno operato al cuore il marito? Adesso fa tanto l'offesa, ma sia più donna, più moglie». A parte queste simpatiche note di colore, nella realtà dei fatti quasi tutte le donne interrogate sull'accaduto hanno speso parole di solidarietà per Veronica Lario. Eccezion fatta per le femministe. Dice Francesca Kock, presidente in Italia dell'Associazione Federativa Femministe Internazionale: «Non ho capito il senso di questa lettera e della scelta di rendere pubblico un problema personale; di fatto uno si tiene anche i compagni che sceglie». Alla faccia della solidarietà femminile. Che invece altre donne non hanno mancato di sottolineare in riferimento alla dignità ferita della signora Berlusconi. «La scelta di fare perno sulla dignità – ha commentato la Pollastrini – è un modo per comunicare anche agli altri che il rispetto verso le donne è un principio irrinunciabile da difendere e da trasmettere». «È il grido di una donna – dice invece Franca Rame – che pretende rispetto dal legittimo consorte». «Veronica ha ragione a difendere la sua dignità», è stato il commento della Melandri. La stoccata, però, è riservata a lui, al leader «che tuona sul tema dei valori della famiglia, ma disvela totale assenza di rispetto per essi».

 
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