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Messaggi del 16/05/2010

 

L'EDITORIALE DELLA NOTTE: LACRIME E SANGUE, PENSIERI, RIFLESSIONI, IDEE, OPINIONI, SUGGESTIONI..... PER UN NUOVO GIORNO

Post n°4195 pubblicato il 16 Maggio 2010 da psicologiaforense

L'EDITORIALE DELLA NOTTE


SI ERA DETTO CHE L'ITALIA ERA ESENTE DA CRISI GRAVOSE... ORA INVECE SI STUDIA E SI METTERA' IN OPERA A GIUGNO: UNA MANOVRA FINANZIARIA LACRIME E SANGUE PER GLI ITALIANI A REDDITO FISSO E PER I MENO ABBIENTI

 


 

Come d'abitudine, anche a fronte di fatti allarmanti per la sicurezza collettiva, i più non riescono a fare analisi distaccate e si lasciano coinvolgere nell'emotività di valutazioni marcatamente partigiane. Dopo le drammatiche sequenze di problematiche sconvolgenti non solo in Europa (Grecia ecc...) ... ma in tutto il mondo. La diminuzione dell'offerta di lavoro, che non sia altamente specializzato, fa da pendent alla crescente domanda di occupazione, specie giovanile. Ogni anno, nuove povertà “arricchiscono” lo spettro di quelle tradizionali. Sembra che, da un momento all'altro, debba scomparire quel minimo di sicurezza sociale, su cui – bene o male – in tantissimi continuano a confidare. Il mercato globale ha ridotto il pianeta a un unico villaggio, dove in pochi stabiliscono le sorti degli altri. Dove in pochi decidono quanti devono vivere in dignità e quanti devono solo assistere allo sperpero delle risorse, all'inquinamento, all'oltraggio della natura, alla rivoluzione tecnologica sulla pelle dei perdenti. Devono, in buona sostanza, assistere allo strapotere dell'uomo sull'uomo, senza un minimo di condivisione sulle scelte. Nella nuova società, in cui progressivamente aumentano le vittime, sembra sia rimasta una sola voce ad ammonire contro i rischi del capitalismo selvaggio e del neoliberalismo, che non si pongono, se non in termini meramente formali, il problema degli esclusi. Solo il Pontefice romano non si stanca di puntare l'indice contro le palesi ingiustizie di una società non a misura di tutti gli uomini. Quando tutte queste ragioni o, meglio, questi malumori si saldano, possono scoppiare le miscele esplosive e diventa misera consolazione – da mediocri interpreti – stabilire o solo intuire se le deflagrazioni abbiano radici di destra o di sinistra. Ancora oggi rischiamo di compiere l'errore di tanti anni fa, convocando intorno al letto della società malata solo gli esperti del mondo dei banchieri, della finanza, della borsa , degli speculatori...............................  E, invece, i medici - SECONDO ME- dovrebbero avere ben altre e diverse specializzazioni.

 
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IL MIO CORSIVO: FEMMINILE, DONNA, STEREOTIPI, LUOGHI COMUNI,UNIVERSO MASCHILE, PSICOLOGIA, SOCIOLOGIA, CULTURA,

Post n°4194 pubblicato il 16 Maggio 2010 da psicologiaforense

IL CORSIVO

STEREOTIPIE SUL FEMMINILE

 



L'universo femminile, da sempre oggetto d'indagine e dibattito nella "controparte" maschile, porta ancor oggi l'etichetta di «difficilmente codificabile» nella sua contraddittorietà, incoerenza, volubilità. «La donna è mobile», come si dice. E a conferma di ciò, intervengono le testimonianze di seduttori incalliti, talvolta smentiti o disorientati da femminilità prorompenti, e difficilmente codificabili nella loro «ricetta incantatrice». Si è fatto un gran parlare su «cosa le donne pensano», «cosa vogliono dagli uomini», sulla loro particolare sensibilità o sensitività, sulla loro forza, come sulla loro vulnerabilità. La «volubilità» sembra essere comunque il tratto che più di ogni altro ha definito il «femminile» attraverso i tempi. Tuttavia, alla polarità opposta a quella che vuole la donna contraddittoria, capricciosa, sfuggente, è possibile reperire comportamenti che propongono tenacia, senso pratico, capacità organizzativa, lungimiranza; e ciò sembra smentire la sempre proclamata «non definibilità» femminile. A questo si aggiunga il fatto che qualsiasi donna tiene sempre aperta una «finestra sull'anima», mostrando disponibilità al confronto e alla relazione in ogni momento. Probabilmente è «l'accoglienza» il tratto che sostanzia il «femminile» in maniera autentica, soprattutto se lo si rapporta alla fondamentale e sempre più accentuata «chiusura maschile».

 
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