Creato da: psicologiaforense il 14/01/2006
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Messaggi del 30/05/2010

 

ULTIMA ORA: CODICE DELLA STRADA, CASCO, BICICLETTA, ZERO ALCOL, TARGA PERSONALE, AUTOVELOX,MINICAR, PATENTE GUIDA,

Post n°4266 pubblicato il 30 Maggio 2010 da psicologiaforense

Rimosso l'obbligo del casco
in bici per i minori di 14 anni

Rimosso l’obbligo dell’uso del caschetto in bici per i minori di 14 anni e del seggiolino per il loro trasporto in moto (misura applicata soltanto in Belgio). Introdotto l’obbligo di una prova pratica di guida per condurre le minicar e sanzioni più dure per coloro che, proprietari e officine, truccano i mezzi e i ciclomotori. Per gli autovelox, inoltre, è stato stabilito che non possano essere istallati a meno di un chilometro dal segnale del limite di velocità in modo «da impedire brusche frenate».

Tra le nuove norme più attese ci sono quelle definite "zero-alcol" ma anche la targa personale e la possibilità di innalzare il limite di velocità sulle autostrade a 150km/h.

 
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FOTO, CURIOSITA', BIMBI, NATURA, AMBIENTE, EXPO SHANGHAI, MUCCA, ALLEVATORI, LATTE, SCULTURA, ARTE, ANIMALI

Post n°4265 pubblicato il 30 Maggio 2010 da psicologiaforense

Allevatori per gioco



I bimbi moderni hanno perso il contatto con la natura? Guardate un po' che cosa si sono inventati in uno dei padiglioni dell'Expo di Shanghai: una mucca a dimensioni naturali, ma infinitamente paziente perché... finta. Un modo come un altro per trasmettere ai più piccoli l'arte della mungitura. Nel corso della sua vita una mucca (in carne e ossa) produce in media 200 mila bicchieri di latte. Esemplari particolarmente generosi ne "erogano" anche 60-70 litri al giorno. La più grande mucca finta del mondo invece, si trova a New Salem, nel Nord Dakota (USA). Alta circa 11 metri e mezzo, la colossale scultura in fibra di vetro è stata realizzata in onore della locale industria casearia.

 
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FERMIAMO LA NOTIZIA: ANIMALI, UOMINI, PAPPAGALLO, COSTUME, SOCIETA', SOCCORSO, VIGILI DEL FUOCO, ANIMALISTI

Post n°4264 pubblicato il 30 Maggio 2010 da psicologiaforense

Invoca aiuto del padrone urlandone il nome. Salvato pappagallo impigliato tra i cavi

Si era impigliato tra i cavi dell'alta tensione prima di essere salvato dai vigili del fuoco che hanno accolto le sue richieste di aiuto. Protagonista della vicenda è il pappagallo Enrico, che vive a Brognaturo in provincia di Vibo Valentia. Enrico, bloccato tra i cavi, ha iniziato a gridare il nome del padrone “Cenzo”, intendendo Vincenzo Grenci, che appena ha saputo la notizia da altri abitanti del paese che avevano sentito le grida, è accorso sul posto. Subito dopo sono stati chiamati i vigili del fuoco e così gli agenti insieme a Grenci e ad un'altro uomo hanno salvato l'animale.

Enrico si era perso ieri sera, dopo che la figlia lo aveva portato a fare un giro per il paese. Improvvisamente era scappato dal controllo della ragazza e si era rifugiato sui alcuni fili dell'alta tensione: «Abbiamo avuto tanta paura per il nostro Enrico - ha detto Vincenzo Grenci - ora è tornato a casa ed è tranquillo. Mia figlia aveva portato Enrico a fare un giro, improvvisamente, però, è volato via ed è finito sui cavi dell'alta tensione. Quando ha visto che non riusciva più a tornare a casa, ha iniziato a pronunciare il mio nome, “Cenzo, Cenzo”. E così si è radunata tantissima gente che ha iniziato a disperarsi per la sorte del mio pappagallo».

«Quando sono arrivato - ha proseguito il padrone del pappagallo - Enrico ha continuato a chiamarmi. Sembrava un bambino che aveva rivisto il padre ed al quale chiedeva aiuto. E infatti c'era il rischio che Enrico, volando via, potesse rompersi una zampetta. Abbiamo allora chiamato i vigili del fuoco, ma questi non avevano una scala adeguata per il recupero. È arrivato così il proprietario di una impresa che ha una scala con il cestello e così siamo riusciti a mettere in salvo il mio pappagallo». Vincenzo Greci adesso è soddisfatto «Il mio Enrico - ha concluso - è conosciutissimo a Brognaturo e tutti gli vogliono bene. Adesso è tranquillo e sono sicuro che in futuro eviterà di fare qualche altro colpo di testa».

 
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LUTTO

Post n°4263 pubblicato il 30 Maggio 2010 da psicologiaforense

E' morto Don Mario Picchi,
combattente contro la droga



Fondò il Centro Italiano di Solidarietà. Zingaretti: «Il suo "Progetto Uomo" è un esempio internazionale di lotta contro le tossicodipendenze»

 

E' morto  a Roma all'ospedale Fatebenefratelli all'isola Tiberina don Mario Picchi, fondatore del Centro italiano di solidarietà. Secondo quanto si è appreso don Picchi era ricoverato da alcuni giorni nell'ospedale romano. In mattinata ci sarà la camera ardente.

Don Picchi era nato a Pavia nel 1930 e venne ordinato sacerdote nel 1957. Dieci anni dopo - secondo la biografia pubblicata sul sito del Ceis, fu chiamato a Roma, con l'incarico di cappellano del lavoro presso la Pontificia Opera di Assistenza. Cominciò a riunire e animare i primi gruppi di volontariato nel 1968, e da quelle iniziative ebbe origine il Centro, che, a partire dagli anni '70 diresse l'attenzione principalmente verso il problema della tossicodipendenza, diventando una delle esperienze più significative di lotta alla droga.

A Roma e nei comuni limitrofi furono attivati una serie di servizi e di programmi educativo-terapeutici ispirati a una precisa filosofia d'intervento, chiamata 'Progetto Uomo'. Collegate a questo progetto nacquero poi in numerosi Paesi decine di programmi e associazioni. In Italia la maggior parte di queste associazioni sono riunite nella Federazione Italiana delle Comunità Terapeutiche, di cui don Mario rimase presidente fino al 1994. Direttore editoriale delle rivista 'Il delfino', don Picchi scrisse anche numerosi libri, alcuni tradotti in varie lingue. Oltre ai numerosi riconoscimenti conferitigli per la sua opera, é stato anche insignito del titolo di Grande Ufficiale al Merito della Repubblica Italiana (ANSA).

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LA FOTO CURIOSA DELLA DOMENICA: SPORT, CALCIO, MONDIALI, COPPA DEL MONDO, SE LA VUOI E' TUA, COSTUME, SOCIETA'

Post n°4262 pubblicato il 30 Maggio 2010 da psicologiaforense

TE LA DO IO LA COPPA DEL MONDO....PER 25 DOLLARI!

 

 

La coppa del mondo
Denise Riquelme è una ragazza cilena che costruisce e vende nel suo negozio di Valparaiso, a circa 120 chilometri da Santiago del Cile, delle copie della Coppa del mondo. Denise afferma di vendere almeno 4 coppe al giorno a 25 dollari ciascuna. (Reuters/Eliseo Fernandez)
 
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EDITORIALE DELLA DOMENICA: VACANZE, PSICOLOGIA, ANTROPOLOGIA, SCIENZE, PROVA COSTUME, IL FEMMINILE, IL MASCHILE, SPIAGGIA,

Post n°4261 pubblicato il 30 Maggio 2010 da psicologiaforense

ESTATE 2010:
ABITO DA BAGNO, “GARÇONNE” (LA CULOTTE PIÙ CORTA E LA SCHIENA NUDA), COSTUME INTERO,  DUE PEZZI IN MAGLIA DI LANA DAZZA,  BIKINI, TANGA, TOPLESS, MONOKINI, MICRO….,  ECC…

 

.... L’ULTIMA SPIAGGIA!

 


 

Le mamme vorrebbero togliersi il reggiseno e le bambine… se lo vogliono mettere. Questo lo stato dei fatti già oggi  secondo il trend di “primavera  spiaggia 2010” . Le mamme sono quelle che hanno iniziato ad avere un topless nei tempi in cui il topless andava per la maggiore o comunque era “rispettato”. Ora lo mettono solo in calette riparate di isole remote. Nelle spiagge dei VIP (o di coloro che si conoscono) si vien guardate malissimo, non lo usa più nemmeno la Gregoraci... che è tutto dire.
Per la maggioranza dell'umanità femminile, il costume da bagno é il capo d'abbigliamento meno amato, meno concupito, in cui ci si sente meno sicure, che fa tremare le vene dei polsi . LA PROVA COSTUME È UN INCUBO CHE SPESSO SCATENA LA PATOLOGIA POST TRAUMATICA DA STRESS. Il drammatico rapporto delle donne coi loro bikini (o interi, o quel che sia) é direttamente riconducibile al loro tormentato rapporto con il corpo. La donna tipo, SECONDO LA MIA DIRETTA ESPERIENZA QUOTIDIANA , si vive CINQUE CHILI PIÙ GRASSA E SFORMATA DI QUEL CHE IN EFFETTI É.
Quasi nessuna donna é contenta del suo seno. Molte donne “si vedono” la cellulite. 99 adolescenti su 100 (tra i 14 e i 22 anni)  si odiano davanti allo specchio, e guai a  rassicurarle dicendogli che tutti i padri di famiglia della spiaggia le stanno guardando lubrichi, con la luce della concupiscenza carnale negli occhi…  perché si innervosiscono ancora di più. 

Al di là di tutto ciò, i costumi da spiaggia costano moltissimo, sono il capo più caro per centimetro quadro dopo le scarpe (che però danno molta più soddisfazione, volete mettere?).

C'é comunque chi, causa insicurezze di cui si diceva, per i costumi spende tantissimo. Le filo-tigrate/leopardate, le fans dei bikini con reggiseno imbottito, le fashion victims, martiri della moda anche al mare che ogni anno rinnovano il parco-costumi secondo tendenze. Ma anche tra le fashion victims sono una minoranza. La maggioranza compra nuovi bikini perché ha gettato, con schifo,  mutande  e reggiseno quando li ha avuti in mano in autunno, dopo una vacanza di m………

OGGI 2010,  passata (forse)  la rivoluzione sessuale, nessuna ha più voglia di FAR VEDERE TUTTO SUBITO CORAM POPULO. Ci sono già le minigonne ascellari, le macroscollature, le mises ombelicali, ecc….  Tanti modi per mostrare il meglio E OCCULTARE UN PO’ DEL PEGGIO.
Ciò ha causato la quasi-estinzione del tanga, nonostante, anche lì, i molti rilanci. La bellissima in tanga nei “bui” anni prima del 2000 é un caro ricordo maschile; la buzzicona in tanga nello stesso periodo... un  orrendo incubo femminile. La stessa tendenza, il volersi mostrare in modo mirato, ha misericordiosamente eliminato anche la controparte maschile del tanga, il TERRIFICANTE PORT-CROS: una specie di coprisesso che si agganciava di lato e faceva sembrare qualunque maschio,  un maniaco. Quando agli inizi degli negli anni 2000 tutti cominciarono a darsi un'aria manageriale pure in spiaggia indossando mutandoni boxer, si tirò un sospiro di sollievo. Insomma, per uomini e donne era ormai lo stesso. Grazie a nevrosi, narcisismi, abitudini, pragmatismi, quello dei costumi da bagno é un consumo sempre meno consumista, SPESSO SEMPRE PIÙ PERSONALIZZATO. E ACCESSORIATO: le meno sicure della tonicità dei loro tessuti in zona gambe-glutei vivono col pareo attorno ai fianchi, i preoccupati per il dilatamento dello stomaco stanno in maglietta polo con quaranta gradi.
CHI LI VEDE SUBITO PENSA «HA LA CELLULITE» O «HA LA PANCIA». Meglio stare con un costume normale, e basta. Tanto il costume, il capo più utile inventato nel Novecento, sarà sempre troppo pratico, e troppo piccolo, per sopportare mode e orpelli. Fu inventato otto anni dopo l'uscita del saggio di Adolf Loos su «Ornamento e delitto». Nel caso del costume, a pensarci bene , é proprio vero.

 



 

 
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o' famo strano?, reggiseno, cinghie, cuoio, push-up, L. Poirier, Polytechnic University, LAUREA REALIZZAZIONE REGGISENO

Post n°4260 pubblicato il 30 Maggio 2010 da psicologiaforense

O' FAMO....... AL BUIO?

 

COME TUTTI SANNO, Il reggiseno non è un invenzione moderna: ci avevano già pensato i romani che non amando la vista dei seni troppo grandi, li comprimevano con cinghie e corpetti di cuoio (1).
Ma il reggiseno, oltre a contenere e sostenere le forme femminili, serve anche ad esaltarle: il primo push-up della storia risale al 1961 ed è stato messo a punto dalla stilista francese Louise Poirier. Da allora ne sono nati di ogni tipo, forma, colore e materiale, come questo realizzato con un tessuto fluorescente che brilla al buio, sottolienando ed evidenziando le forme.(2)
Progettare un reggiseno che funzioni non è comunque alla portata di tutti: per questo a Hong Kong, presso la Polytechnic University, è possibile frequentare un corso di laurea specialistica per lo studio, la progettazione e la realizzazione di reggiseni (vedi foto sotto).


(1)
Le antiche romane usavano il mammillare, una fascia di cuoio che appiattiva il seno in caso di misure troppo ingombranti, oppure lo strophium, che sosteneva i seni di dimensioni normali. Nel caso di seno troppo scarso si usava invece il corsetto o cestus, che metteva in evidenza i decolletè più minuti.
Le atlete greche invece portavano l’apodesmo, una specie di guaina da indossare durante le prove sportive. Durante tutto il Medioevo si diffonde l’uso del pelicon, un corpetto foderato di pelliccia, usato più come vezzo civettuolo piuttosto che come sostegno.
Dal Rinascimento fino ai primi del Novecento, i busti delle donne rimangono castamente imprigionati nei corsetti, vere e proprie torture che hanno provocato disagi alla struttura ossea a causa della “tenuta stagna” garantita dalle stecche di balena.
La nascita del primo reggiseno come lo conosciamo oggi risale al 1914, e lo si deve alla decisione Mary Jacobs di costruire per sé un modello adatto ad un abito particolarmente scollato e trasparente.
Da allora l’industria della corsetteria si è sbizzarrita nel confezionare i modelli più disparati. Quello che ha sbaragliato la concorrenza di tutti rimane il reggiseno push-up, inventato dalla Wonderbra tanti anni fa (voi non eravate ancora nate, mie carissime amiche!)

(2)
Reggiseni antimolestie
ci sono, oggi,  reggiseni antistupro, che ospitano sensori in grado di rilevare lo stato emotivo di una persona. Opportunamente "tarati" in modo da essere in grado di distinguere le varie emozioni (in base a fattori quali all’accelerazione del battito cardiaco, la sudorazione, la temperatura etc.), possono essere utilizzati per inviare segnali di soccorso nel caso di aggressioni per sollecitare un pronto intervento. In ogni caso, nonostante tutte l’attenzione subite dal reggiseno, quella più lusinghiera rimane sempre e comunque quella maschile, che indipendentemente dalla sua forma, lo considera un’arma di seduzione.





 
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