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Messaggi del 19/06/2010
Post n°4361 pubblicato il 19 Giugno 2010 da psicologiaforense
COSI' LE LUNGHE GARZE DIVENTARONO UNA MINIGONNA CONTURBANTE
Gaza ignora forse che il tutù le deve, se non la nascita, il successo e la diffusione planetaria. Proprio dall'effimera capitale odierna del compianto Yasser Arafat sbarcò in Europa, nel Medio Evo, la quasi omonima stoffa che doveva coniugare impiego sanitario e haute couture. I due ambiti peraltro comunicarono. Successe anche durante l'occupazione tedesca. Le ballerine dell'epoca - etoile e non - si rifornivano di materia prima nelle farmacie parigine. Ma la garza era sottomessa al razionamento. Procurarsene metri, come richiede il costume di scena, esigeva patetiche menzogne o innominabili contropartite. Morale, negli anni più bui - '43 e '44 - i tutù finirono per trasmutarsi in minigonne da sballo. E la penuria di tessuto, virtuoso indizio, scatenava paradossalmente frizzi lascivi tra il pubblico militare. Ambiguo, in ogni caso, il tutù lo era da sempre. Gli etimologisti si danno battaglia con due tesi incompatibili. La prima vorrebbe farlo derivare da Tulle, capoluogo della Correze nonchè feudo chiracchiano. Timoroso che pizzi e trine importati rovinassero l'economia, Colbert vi concentrò l'industria tessile nazionale per dames à la page. E passi. Per gli alfieri della seconda ipotesi, malgrado lo indossino ballerine spesso angelicate, la parola ricalca il prosaico fondoschiena. Vorrebbe dire, insomma, culetto. E che il termine appaia verso fine '800, in epoca offenbacchiana di mutande sventolabili a piacere nei "french can-can", giustificherebbe i cattivi pensieri.
Post n°4360 pubblicato il 19 Giugno 2010 da psicologiaforense
LA RIFLESSIONE E' COME SE UN FILM SI FOSSE BLOCCATO.
Post n°4359 pubblicato il 19 Giugno 2010 da psicologiaforense
MINISTRO D'ECCEZIONE
Volevano un matrimonio indimenticabile, e c'è da scommettere che il loro, rimarrà impresso nella memoria. A celebrare l'unione tra Tomohiro Shibata e la fidanzata Satoko Inoue svoltasi a Tokyo un mese fa non è stato un sindaco né un sacerdote. Ma un robottino parlante di 1 metro e 20 d'altezza, che ha presieduto alla cerimonia comodamente seduto. Davanti agli occhi sbalorditi di 50 invitati I-Fairy, così si chiama l'androide, ha recitato tutte le formule del caso, guidato da un tecnico che digitava i comandi da dietro una tenda. Agli sposi il tutto è sembrato romanticissimo: i due, professore di robotica lui, impiegata alla Kokoro, l'azienda nipponica produttrice del robot, lei, si sono conosciuti proprio grazie alla passione per gli umanoidi.
Post n°4358 pubblicato il 19 Giugno 2010 da psicologiaforense
Maso si sposa e incontra Sbatti il mostro in prima pagina. Anzi, in copertina. Meglio se su una rivista di gossip. Detto fatto. Benché, quella di Novella 2000, risulti un’«esclusiva» dal titolo un po’ criptico: «Maso amico di Corona. Ricordate? Uccise i genitori per l’eredità». Detta così, infatti, non si capisce bene se il mostro sia Maso o... Corona. Chi è pratico di cronaca nera, però, ricorderà che l’assassino di Montecchia di Crosara (Verona) è Maso, quel Pietro Maso che il 17 aprile 1991, all’età di 19 anni, massacrò a colpi di spranga i genitori per - diciamo pure - accelerare le pratiche ereditarie. Dal 2008, dopo 17 anni di carcere, Maso è in semilibertà e ogni mattina esce dal carcere di Opera per andare a lavorare. Lungo il tragitto cella-ufficio, Pietro Maso (detto «Il Viveur») ha però trovato il tempo di incontrare Fabrizio Corona (detto «Il Furbo»). Fatto sta che «Il Furbo» si è accordato con «Il Viveur», mettendo su una recita particolarmente apprezzata nei foyer dei rotocalchi scandalistici: il servizio fotografico «finto rubato». Come funziona il teatrino? I soggetti dell’«esclusiva» simulano di essere immortalati a loro insaputa, mentre in realtà sono in combutta con il paparazzo-complice; le immagini vengono poi corredate da un testo pieno di pissi-pissi, e il gioco è fatto. In questo caso lo «scoop» consisterebbe nelle nozze di Pietro Maso con la fidanzata Stefania Occhipinti (definita «una tosta, con le palle!»). Sì, ma che c’entra Corona? C’entra, eccome. È lui infatti il presunto intermediario tra la «celebrity» e i potenziali acquirenti del pacchetto-matrimoniale (comprensivo di rito nuziale, banchetto post-cerimonia e tanto di memoriale autografo del neosposo). Capito chi è la «celebrity»? Sì, Pietro Maso. Già destinato - vedrete, accadrà presto - a entrare nel toto-concorrenti della prossima «Isola dei famosi». Il nostro è un paese che non scarta nulla: nel calderone degli show-spazzatura si ricicla tutto. Perché rinunciare a un ex killer con la faccia da tronista? Insomma, l’«esclusiva» sui fiori d’arancio potrebbe aprire a Pietro Maso nuovi orizzonti di gloria, proprio com’è accaduto a Pietro Taricone. E chi meglio di Corona per fare da Caronte nell’Ade di paillettes e cotillons? Tra i due c’è feeling: baci e abbracci si sprecano. Del resto Corona, nel ruolo di manager noir, è un fuoriclasse. Grazie a lui perfino Azouz Marzouk (il tunisino che ha perso la moglie Raffaella Castagna e il figlio Youssef nella strage di Erba ndr) ha avuto il suo quarto d’ora di celebrità, anzi di «celebrity». All’epoca si disse che Corona avesse brigato con Azouz per accaparrarsi l’esclusiva sul funerale del piccolo Youssef, ma poi grazie a Dio - o ad Allah (Azouz è musulmano ndr) - non se ne fece nulla. Come, fortunatamente, finì in una bolla di sapone il presunto «ingaggio» delle gemelle Cappa, cugine di Chiara Poggi, la vittima del delitto di Garlasco. Corona «Il Furbo». Ma anche Corona «Lo Sciacallo»? Macché. «Questo è giornalismo...», replica il boss di Vallettopoli. Una nullità - Fabrizio Corona - che un «Pm talebano» ha trasformato in celebrità, anzi in «celebrity».
Post n°4357 pubblicato il 19 Giugno 2010 da psicologiaforense
STORIE,STORIELLE,STORIACCE. Cimitero di Genova, derubavano
Rubavano monili, protesi ortopediche e denti d'oro ai cadaveri, ma anche pregiati arredi di marmo o di bronzo delle tombe: le indagini condotte dai carabinieri del comando provinciale del capoluogo ligure hanno portato ad individuare una banda che razziava le salme al cimitero monumentale di Staglieno, a Genova.
Post n°4356 pubblicato il 19 Giugno 2010 da psicologiaforense
IL SASSO NELLO STAGNO Sanità, ospedali k.o. La sanità è uno dei settori maggiormente colpiti dalla manovra: ci sarà il dimezzamento del personale medico che avrà effetti dirompenti sul funzionamento di presidi indispensabili come i pronto soccorso. Di tutti i medici che andranno in pensione dal 2011 al 2014, solo uno su tre sarà sostituito e di conseguenza molte Unità Operative dovranno rallentare o chiudere le attività ambulatoriali per concentrarsi solo sugli ammalati ricoverati. Le liste d'attesa si allungheranno ulteriormente e i pazienti si dovranno rivolgere al privato. Ma ci sarà un'inversione di tendenza anche nei progressi raggiunti. Ad esempio basta PARTO INDOLORE, è un lusso e se lo vuoi te lo paghi.
Post n°4355 pubblicato il 19 Giugno 2010 da psicologiaforense
LA RIFLESSIONE ANESTESIA: LE ANCESTRALI PAURE DI OGNI MADRE Solo in questi ultimi tempi una bimba e due ragazzini sono entrati nella sala operatoria di tre famosi ospedali italiani per interventi banali e ne sono usciti morti. Perché? Non si sa ancora… forse problemi con l’anestesia. Come é doveroso in questi casi e come il lessico della cronaca puntuale registra, le procure aprono dossier e varie autorità competenti avviano inchieste. Prima o poi, forse, si farà luce. Ma non nei sentimenti. Anzi, in qualcosa di più profondo che sta a mezza strada fra l'istinto e la ragione, cui é davvero difficile dare un nome. Perché nello sgomento di questi genitori che hanno perso i loro bambini non potremo mai entrare. Eppure qualcosa afferriamo, del loro strazio e del terrore che viene non prima, bensì dopo la tragedia. É un terrore ancora più scuro. Il sonno é un fratello lieve della morte. Ad esso l'uomo guarda da sempre con una certa diffidenza, se non con timore reverenziale: ogni risveglio é una specie di piccolo miracolo, cui vivendo pian piano ci abituiamo. Se non fosse per i sogni, dormire farebbe proprio paura, perché é la cosa più vicina alla fine che conosciamo. Ma il sonno dell'anestesia non conosce i sogni. É più buio e immobile. Quando saluti il tuo bambino sulla barella, foss'anche per l'operazione della più banale routine chirurgica, insieme a tutto il resto non puoi fare a meno di pensare anche un poco a questo. Che sta andando in anestesia: parte. Per un viaggio. Infinite volte questo viaggio é la salvezza, di cui da quel giorno poi ringrazierai le mani che hanno aperto, mendato, tolto, cucito. Ma intanto, l'anestesia ti porta via tuo figlio e bisogna aspettare che torni, per ritrovarlo, ancora con le palpebre pesanti e la voce impastata di quel sonno così strano. Oltre la porta della sala operatoria non c'é forza di sentimenti materni che possa: quell'assenza, che duri dieci minuti o infinite ore, te lo porta via. Un figlio sotto anestesia é un incubo che disarma ogni madre, lasciandoti fra le mani solo la pazienza dell'attesa, il sogno di vederlo uscire magari ancora mezzo addormentato, ma tuo di nuovo.
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Inviato da: Nuvola_vola
il 09/01/2019 alle 19:15
Inviato da: moltiplicazeri
il 16/12/2018 alle 17:51
Inviato da: monellaccio19
il 01/11/2018 alle 07:57
Inviato da: Brillante.Nero
il 06/09/2018 alle 23:51
Inviato da: casadei.lisetta
il 24/04/2018 alle 10:49