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Messaggi del 24/06/2010

 

DALLA STAMPA ESTERA: BELGIO, PADRE, INCESTO, VIOLENZA, MURA DOMESTICHE, MOSTRO, RAGAZZA, FIGLIO, ADOZIONE,

Post n°4380 pubblicato il 24 Giugno 2010 da psicologiaforense

Belgio, stupra la figlia per vent'anni almeno due volte al giorno:

"ERA LEI A VOLERLO PER CONSOLARMI, VISTO CHE MIA MOGLIE ERA FRIGIDA".

 

 

 

Un' altra agghiacciante e sordida  storia di violenze tra le mura domestiche sconvolge il Belgio. Un uomo di 70 anni è stato arrestato per aver sottoposto la figlia (oggi di 34a.) a violenze e stupri per vent'anni, due volte al giorno, da quando la giovane aveva solo 14 anni e la moglie non lo attraeva più. Dalla loro relazione è nato un figlio che ora è ventenne e che fu subito  "abbandonato" e dato in adozione. Ora la polizia lo cerca attivamente ai fini di giustizia. 
Il padre-mostro è finito finalmente in carcere con la terribile accusa e ha reso ampia confessione sostenendo che ha solo esercitato un suo diritto con il pieno consenso della figlia e che la frequenza dei rapporti sessuali era solo saltuaria, non due volte al giorno. 

 
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CURIOSITA', CALENDARI, PINUP, FOTO, NUDO CREATIVO, ORIGINALITA', COSTUME, SOCIETA', MEDICINA,

Post n°4379 pubblicato il 24 Giugno 2010 da psicologiaforense

CALENDARIO CHE VA OLTRE LA PORNOGRAFIA PIU' SPINTA




Nude così non le avete mai viste.

In un calendario che va ben oltre la pornografia,  mostrando donne nude fino al midollo, l'azienda medica tedesca Eizo propone dodici pin-up fotografate ai raggi X. Il servizio d'altronde, realizzato dall'agenzia pubblicitaria Butter, è parte del calendario prodotto dalla Eizo per pubblicizzare i suoi macchinari di radiografia ad alta precisione.

 

 
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RIFLESSIONE:POLITICA, ECONOMIA, MANOVRA FINANZIARIA, TAGLI, PENSIONI, PENSIONATI, GIOVANI, VECCHI, COSTUME, SOCIETA'

Post n°4378 pubblicato il 24 Giugno 2010 da psicologiaforense

LA RIFLESSIONE


SIAMO CONDANNATI A SUBIRE I DANNI E LE BEFFE


E’ sempre stato il metodo dei governanti quello di esigere sacrifici oggi promettendo un domani migliore, ma forse ogni politico, nei suoi discorsi, dovrebbe far attenzione ad almeno due elementi.
Primo, i vecchi
: non è molto difficile immaginare quanto sia bruciante e profonda l'umiliazione di milioni di italiani anziani, rappresentanti tanta parte della popolazione e dell'elettorato, che ogni giorno, in ogni circostanza, dal primo come dall'ultimo che parla, su ogni mezzo di comunicazione, si sentono visti e trattati come inutili vampiri, come nullafacenti che portano il Paese alla rovina con le loro pensioni, come gente che ostinandosi a sopravvivere e non spicciandosi a morire dà colpi fatali all'economia nazionale e condanna alla miseria i propri figli. La mancanza di autostima, il sentimento di irrilevanza, la mortificazione del sentirsi superflui e inefficienti sono già tra le sofferenze più strazianti della vecchiaia: se a questo si unisce una mancanza di rispetto di vertice, un deprezzamento politico, una de-valorizzazione sociale ripetuta quotidianamente con vile brutalità e durezza da governanti ed economisti, addio.

Secondo elemento
a cui fare possibilmente attenzione, i giovani: hanno già abbastanza guai e limitazioni, sono già abbastanza trascurati o ignorati, è odioso sceglierli come pretesto per iniziative economiche ai danni di altre fasce della popolazione, proclamare che si leva ai vecchi per dare ai giovani. Tra l'altro, sinora non è mai successo: s'è tolto, ma non si è dato. Usare bugie simili è indecente: nel caso, meglio togliere senza cercare scuse e senza nascondersi, come s'è fatto per troppo tempo, dietro il sol dell'avvenire.

 

 
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EDITORIALE DELLA NOTTE: PENSIERI, IDEE, OPINIONI, COMMENTI, RIFLESSIONI, SUGGESTIONI....PER UN NUOVO GIORNO

Post n°4377 pubblicato il 24 Giugno 2010 da psicologiaforense

L'EDITORIALE DELLA NOTTE

 

É difficile fare l’elogio della timidezza. E si capisce, dal momento che etimologicamente timidus si riconnette a timor: insomma, il timido é chi si spaventa facilmente, e chi farebbe mai l’elogio dei paurosi? I poeti sono sempre stati d'accordo, almeno a partire da Andrew Marvell che nell'Inghilterra godereccia della Restaurazione rimproverava alla sua innamorata d'esser troppo timida, soprattutto quando si trovava da sola con lui: “Solo se avessimo abbastanza Mondo e Tempo / questa timidezza, signora, non sarebbe un delitto”, come dire che la vita é breve e non é il caso di fare tante smorfie. Anche Rimbaud era d'accordo, solo che la troppa timidezza la rimproverava a se stesso, per non essere stato abbastanza deciso e aver permesso all'amato Verlaine di ritornare dalla moglie: “Oisive jeunesse / à tout asservie, / par délicatesse / j'ai perdu ma vie...”. Forse nessuno ha mai saputo descrivere in così poche parole il dramma di quella che negli adolescenti sembra pigrizia, e che in realtà é l'indecisione della timidezza: una ritrosia, un pudore, una delicatezza, che la vita si guarda bene dal rispettare, e che si rischia di pagare con la rinuncia a scegliere, con l'asservimento. Ora  si addita nella timidezza il male dell'adolescenza, e va bene, purché sia chiaro che s'é sempre saputo: lo sapevano, da noi, il Saba di “Ernesto” e il Tozzi di “Con gli occhi chiusi”, romanzi brevi da cui s'impara di più, sull'infinita e dolcissima fragilità degli adolescenti, di quanto non si impari dai libri alla moda. Sapevano con quanta facilità il pudore dei ragazzi é schiacciato dalla brutalità degli adulti, come accade a Pietro e Ghisola di fronte al padre-padrone, Domenico, nel romanzo straordinario di Tozzi; del resto, il Kafka della “Lettera al padre” non esitava a andare ancora più in là, a dire che questo é già il dramma dei bambini. Era l'inizio del Novecento, l'epoca pazzesca in cui l'Europa ha inventato tutto e poi distrutto tutto, e loro sapevano già, che troppo spesso non siamo capaci di ascoltarli. Però, sfogliando queste testimonianze si finisce inevitabilmente per chiedersi: é davvero la timidezza, il male, o invece il male é piuttosto un mondo dove pagano soltanto, e subito, l'arroganza e la spudoratezza, e che non é minimamente attrezzato per proteggere la timidezza degli adolescenti? Forse, ripensandoci, il discorso va rovesciato rispetto a quel che mi sembrava all'inizio: i nostri poeti e i nostri scrittori, l’elogio della timidezza hanno davvero avuto il coraggio di farlo.

 

 
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