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Messaggi del 29/06/2010
Post n°4411 pubblicato il 29 Giugno 2010 da psicologiaforense
Lizzie, la ventunenne che mangia ogni 15 minuti e pesa solo 25 chili Una storia incredibile quella di Lizzie Velasquez, 21enne statunitense di Austin, Texas, costretta dalla malattia a mangiare continuamente, praticamente ogni quarto d'ora, e nonostante questo arrivando a pesare solo 25 chili. Lizzie è stata protagonista di un documentario sulla tv d'oltreoceano. «Mangio ogni 15-20 minuti per tenere alto il mio livello di energia - ha detto la ragazza - mi peso ogni giorno, e se mi accorgo di aver guadagnato mezzo chilo inizio ad agitarmi per la felicità». A causa della disinformazione sul suo disturbo, che porta le persone a credere che sia anoressica, Lizzie è costretta a specificare a tutti che la sua non è anoressia. «Quando conosco nuove persone dico: 'Ciao, sono Lizzie e soffro di questa rara sindrome, non sono anoressica». Una vita difficile fin dal primo giorno. Lizzie è nata prematura e pesava poco più di un chilo, i medici si accorsero della presenza di una quantità minima di liquido amniotico. «Ci dissero che non avevano idea di come avesse fatto a sopravvivere - racconta la madre Rita - per vestirla usavamo i vestiti delle bambole, perché quelli per bambini erano troppo grandi. I medici dissero che non sarebbe mai stata capace di camminare, parlare o avere una vita normale». Per i medici non c'erano speranze, ma Lizzie ce l'ha fatta. Seppur tra mille difficoltà, Lizzie parla, cammina e vive come una qualsiasi coetanea. Il suo caso ha affascinato medici e scienziati di tutto il mondo: il professor Abhimanyu Garg, dell'Università del Texas, ha condotto studi su Lizzie, azzardando che il suo disturbo possa essere una forma di NPS (Neonatal Progeroid Syndrome), che causerebbe un'accelerazione dell'invecchiamento, perdita di peso da viso e corpo e degenerazione dei tessuti.
Post n°4410 pubblicato il 29 Giugno 2010 da psicologiaforense
ORECCHIO DI DIONISIO
© PSICOLOGIAFORENSE RIPRODUZIONE RISERVATA MIGLIAIA DI RAGAZZE AMERICANE DURANTE UN RITO FIRMANO UN CONTRATTO DI VERGINITA' PREMATRIMONIALE
L'uomo ha qualche capello bianco, ma si presenta ancora bene in smoking. La ragazza è giovane, non avrà vent'anni, e indossa un bel vestito lungo da sera. Lui la prende sottobraccio per farla ballare e sfilano sulla pista. Poi tornano al tavolo, e lui prende da una scatola un prezioso anello luccicante. Lo regala alla ragazza, che fatica a trattenere le lacrime. A quel punto l'uomo si alza in piedi, posa le mani sulle spalle della giovane ancora seduta, e comincia a recitare ad alta voce: “Io, tuo padre, scelgo davanti a Dio di difenderti, come tua autorità e protezione nel campo della purezza Io stesso condurrò una vita pura come uomo, marito e padre, e guiderò mia figlia nella preghiera come l'alto sacerdote della mia casa”. Finita la declamazione lui e lei firmano, vivendo felici e contenti fino a quando il matrimonio della ragazza li separerà. Forse. Non è la trama di una soap opera, ma il rito che si ripete ogni anno a centinaia di “purity ball”, i balli in cui le figlie prendono davanti ai loro padri l'impegno solenne di restare vergini fino a quando si sposeranno. È la risposta degli evangelici (ma anche di genitori senza un particolare credo religioso) alla cultura delle “baby prostitute”, delle “lolite”, delle ragazze disposte a tutto per una ricarica del telefonino, dei rapporti prematrimoniali senza discernimento. Si trattava di rendere la verginità un valore “cool”, cioè “fico”, quanto e più della decadenza imperante. Erano nati persino i gruppi rock cristiani che promuovevano la purezza, e anche varie star si erano impegnate a restare caste fino al matrimonio. In questo clima sono nati i “purity ball”. Padri e figlie venivano invitati a grandi feste, dove andavano come se fossero appuntamenti galanti. I genitori si impegnavano davanti a Dio a proteggere la purezza delle ragazze, che in cambio giuravano di resistere a qualunque tentazione fino al matrimonio. La trovata ha funzionato, e ancora oggi i “purity ball” si svolgono ogni anno in molte zone dell'America, soprattutto nel sud e midwest. I risultati sono misti. Il numero degli aborti è davvero diminuito, ma l'88% delle ragazze che prendono l'impegno a restare caste lo violano prima del matrimonio. I sociologi pensano che la riduzione delle gravidanze non volute dipenda soprattutto dall'uso dei contraccettivi, ma non pensano che predicare l'astinenza sia un danno. Femministe come la scrittrice Eve Ensler, però, protestano: “Firmare questo contratto col padre significa farsi togliere la sessualità, fino a quando firmerai un altro contratto, quello matrimoniale. Ti rende incapace di scegliere senza un uomo: diventi invisibile”.
Post n°4409 pubblicato il 29 Giugno 2010 da psicologiaforense
IL GATTO CARO AGLI DEI DELLA FORESTA
Il gatto norvegese della foresta o skogkatt era considerato il gatto sacro degli antichi vichinghi, e accompagnava i marinai in navigazione per proteggere le stive dai topi. In questo modo arrivò fino all'Inghilterra, Francia, Sicilia e America settentrionale. La prima data certa su questi gatti é il 1599 quando viene descritto come una specie di lince, con cui aveva parecchie affinità somatiche e comportamentali. Il norvegese venne ufficialmente riconosciuto in patria alla fine degli Anni 30. Però, solo all'inizio degli Anni 70 fu selezionata una coppia di norvegesi " puri", Pippa e Truls, che venne eletta capostipite e iscritta al Libro Origini in Norvegia. La rigorosa selezione ha prodotto un gatto forte e imponente. Per difendersi dal freddo ha una cute che si ispessisce e un mantello che si allunga di 10 centimetri d'inverno. Il pelo di protezione é grosso, grasso, pesante e idrorepellente e, se bagnato, asciuga in 15 minuti. Come difesa dal freddo ci sono anche i ciuffi sulle orecchie, un folto collare che gli avvolge il collo e le spalle e delle culotte di pelo sulle cosce. D'estate, il pelo diminuisce a tal punto che solo i ciuffi sulle orecchie, la coda e il pelo tra le dita indicano che si tratta di un gatto con pelo semilungo. La taglia é grande: il maschio pesa dai 5,5 ai 7 chilogrammi e la femmina intorno ai 4,5. Il corpo é lungo, l'ossatura robusta, le orecchie grandi e con ciuffi di pelo come quelle della lince. Gli occhi, leggermente obliqui, sono solitamente verde smeraldo con una striscia dorata, oppure gialli, qualunque sia il colore del mantello. La coda, lunga e folta, dev'essere a pennacchio e arrivare fino alla base della nuca se viene girata indietro. I colori ammessi sono molti; il più raro é il bianco, e non é ammesso il disegno siamese. É uno dei pochissimi gatti che scendono da un albero girando a spirale lungo il tronco. Come carattere, é un gatto dolce e affettuoso, tranquillo, silenzioso e poco invadente É molto indipendente ed é sempre in grado di procurarsi cibo da solo se lasciato all'aria aperta. Se tenuto i appartamento, diventa molto curioso delle informazioni che arrivano dall'esterno. Eccolo quindi esplorare tavoli, scrivanie e scaffali, strofinandosi per "marcare" tutto con il suo odore, compresi gli esseri umani. La voce é melodiosa, ma poco usata, essendo un gatto non molto chiacchierone. É molto socievole e si adatta bene alla convivenza con altri gatti, cani e bambini.
Post n°4408 pubblicato il 29 Giugno 2010 da psicologiaforense
LA RIFLESSIONE 8.000 EURO, UNA RICOMPENSA PER IL MARTIRIO
Ormai sembra invalso l'uso di denominare "martiri" quei volontari che seminano terrore e si danno la morte esattamente mentre la disseminano attorno a sé. E che qualcosa di pseudomistico giri tra questi soggetti dev'essere vero. Se è vero per esempio che, in una lettera indirizzata alla mamma di un kamikaze, di questi si legge: ".... qui tutti lo ammirano e lo invidiano. Tutti dicono che l'hanno sognato di notte". E il sognare di notte una persona conosciuta segna la riprova che questa è nel novero degli eroi e, appunto, dei "martiri". I cattolici sono quasi costretti a verificare l'uso di questo termine come se il fenomeno della persecuzione colpisse questi infelici che, invece, a loro modo provocano una persecuzione. I martiri della fede cristiana subivano violenza, accettano perfino la morte: non infliggevano però né violenza, né morte. Cattivo uso del termine martire applicato ai due casi. Per i violenti islamici si fanno collette clandestine anche nelle sinagoghe. Per sostenere questi suicidi-omicidi che servono alla "causa". Essi guadagnano 8000 euro quale ricompensa per il loro "martirio". Molto triste.
Post n°4407 pubblicato il 29 Giugno 2010 da psicologiaforense
VITE A CONFRONTO: MORIRE GIOVANI, PIETRO TARICONE (a.35), MOANA POZZI (a.33) PIETRO TARICONE UCCISO DALLA "VITA", MOANA POZZI DIVORATA DA UN CANCRO AL FEGATO Cosa ha a che vedere questo ragazzo palestrato con la sofisticata Moana Pozzi? Il fatto che erano due attori, il successo, l'essere morti giovani, l'aver vissuto intensamente? Sì, ma non solo. Ciò che veramente li caratterizza, secondo me, è la determinazione, il coraggio, l'impegno con cui hanno realizzato i loro sogni lottando strenuamente anche quando sembrava impossibile concretizzarli. Di Pietro Taricone sappiamo già tutto e non serve, in questa sede, dire altro. Moana Pozzi è morta 16 anni fa. Bella, intelligente, ironica. Di famiglia “bene”, educazione cattolica dalle Orsoline, buon livello di istruzione. E pornostar. Quella di Moana Pozzi è stata una vicenda umana singolare, scandita da forti contraddizioni, perfino paradossale. Una vita conclusa in un ospedale a Lione, dopo due mesi di lotta accanita contro un tumore al fegato. Aveva 33 anni, vissuti intensamente, facendo sempre quello che desiderava. “Vivi come se dovessi morire domani e pensa come se non dovessi morire”, aveva scritto in una sorta di biografia-diario in cui erano riportati ricordi e pensieri. Alla voce morte aveva annotato: “morire non mi fa paura, temo solo la sofferenza fisica. Quando succederà desidero essere cremata; non voglio il funerale, lapidi e fotografie”. I suoi desideri sono stati rispettati: la salma è stata cremata e la notizia diffusa dai familiari con due giorni di ritardo. Moana Pozzi, genovese, comincia nel 1981, dopo il liceo, la carriera di attrice. Questa attività artistica non le frutta il successo, che arriva invece nell'87, quando si unisce alla scuderia di Riccardo Schicchi e Ilona Staller. Emerge dal ghetto delle pornodive dando al suo ruolo una connotazione ironica e brillante che la rende un personaggio simpatico al grande pubblico. Proprio sull'onda di quel successo, seguendo le orme di Cicciolina onorevole, Moana Pozzi cerca di dare anche una motivazione politica e sociale dell'arte di pornodiva impegnandosi nel “partito dell'amore”, fino a presentarsi come capolista a Milano e Roma alle politiche del '92 e alle comunali a Roma del '93. Sempre alla ricerca di un'affermazione al di là del suo successo di pornodiva, Moana mette a frutto le sue capacità in tv, nel ruolo di conduttrice di programmi di varietà. La principale occasione le è offerta da Italia 1 con il programma “L'araba fenice” di Antonio Ricci, mandato in onda dopo lunghi problemi con la censura. La sua carriera ha toccato vertici di enorme popolarità: le cassette dei suoi film erano regolarmente tra le più vendute e i suoi spettacoli facevano registrare il tutto esaurito. A dimostrazione della sua notorietà c’era l’incredibile numero di fan club di Moana Pozzi in varie regioni e persino all'estero. Tutti quelli che la conobbero la ricordano ancora oggi, a distanza di 16 anni dalla sua morte, con rimpianto e affettuosa tristezza. Temo che questo non accadrà per Pietro Taricone.
Post n°4406 pubblicato il 29 Giugno 2010 da psicologiaforense
Caviglie sudafricane In questi giorni siamo abituati a vederle indossare maglie e bandiere con i colori della loro squadra. Ma quando smettono i panni di tifose le signore sudafricane sanno addobbarsi in modo decisamente più femminile. Queste, per esempio, sono le cavigliere di una donna Ndebele, una popolazione della zona nordorientale del paese. Dalle sue parti, i bracciali di bronzo e rame simboleggiano la fedeltà al marito, e indicano la situazione sentimentale: le donne sposate indossano abiti e gioielli preziosi, e portano il capo coperto in segno di rispetto per il partner. Le single invece si accontentano di ornamenti più semplici come girocolli di fili d'erba arrotolati e intessuti con perline.
Post n°4405 pubblicato il 29 Giugno 2010 da psicologiaforense
IL DESERTO DI GHEDDAFIIl dipinto "The desert is not silent" di Saif Al-Islam Gheddafi, figlio del leader libico Muhammar Gheddafi, è in mostra a Mosca. La mostra, dall'omonimo titolo, sta passando di paese in paese dal 2002 ed è stata organizzata per far conoscere antichità dei musei libici e opere di artisti contemporanei libici.
Post n°4404 pubblicato il 29 Giugno 2010 da psicologiaforense
PIETRO TARICONE: HA PERSO LA SUA LOTTA CONTRO LA MORTE Oggi giorno di S. Pietro è finita l'ultima avventura di Pietro Taricone.
L'attore viveva con la compagna Kasia Smutniak e la figlia Sofia in una tenuta alle porte di Roma dove coltiva una delle sue grandi passioni, l'equitazione. L'attore era stato ricoverato in condizioni gravissime presso l'ospedale di Terni, con un'emorragia addominale e numerose lesioni. Sottoposto a un intervento d'urgenza, non ha mai ripreso conoscenza dal momento della caduta, pochi minuti fa la fine.
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Inviato da: Nuvola_vola
il 09/01/2019 alle 19:15
Inviato da: moltiplicazeri
il 16/12/2018 alle 17:51
Inviato da: monellaccio19
il 01/11/2018 alle 07:57
Inviato da: Brillante.Nero
il 06/09/2018 alle 23:51
Inviato da: casadei.lisetta
il 24/04/2018 alle 10:49