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Messaggi del 19/07/2010

 

EDITORIALE DELLA NOTTE, ROMEO E GIULIETTA, FIDANZATINI DI VERONA, GAY, LESBICHE, COSTUME, SOCIETA', SESSO,GIULIETTA DEI GAY

Post n°4464 pubblicato il 19 Luglio 2010 da psicologiaforense

EDITORIALE DELLA NOTTE

OPSS... gli amanti di Verona sono omosessuali.
Giulietta è lesbica. Romeo è gay. Nella loro cassetta della posta arrivano lettere struggenti. “Faccio la ricamatrice. Ho quindici anni. E ormai lo so: mi piacciono le donne. Tutte le notti faccio lo stesso sogno. Sogno di avere una morosa bella, dolce, tenera. Ci amiamo tanto e io ricamo per lei tanti bei cuscini. La mia morosa ha la faccia di Alice. Nella mia camera ho appeso un poster di Alice e quando nessuno mi vede la bacio. Però, per buttare un pò di fumo negli occhi della mamma e del papà, qualche volta esco con degli amici. Ma loro non hanno la faccia di Alice”.

“Giulietta dei gay” legge. Poi prende carta e penna e infonde coraggio al mittente: anche il suo amore era osteggiato. Abita a Verona, Giulietta dei gay, in via Dei Mutilati al numero 3. È nata da pochi giorni. È nata perchè ne arrivavano tante di lettere come quella della piccola ricamatrice a Gabriella Bertozzo, segretaria nazionale dell' Arcigay donna: STORIE di struggenti amori omosessuali mai consumati, STORIE di faticose convivenze contrastate sfociate in tragedia. “Di omosessuali ne ammazza di più il suicidio che l' Aids spiega Gabriella Bertozzo . Una lettera può servire a molto, almeno a trovare comprensione”. Due scrittori che vogliono restare anonimi leggono le lettere che arrivano da tutto il mondo. Sono un gay e una lesbica. Si chiamano Romeo e Giulietta perchè rivendicano come propria la storia degli amanti di Verona. A sentir loro, le componenti ci sono tutte: amore appassionato, famiglie che si intromettono portando il più delle STORIE al tragico epilogo. Poco distante dal loro balcone ce n' è un altro, quello del Comune di Verona dove lavora un' altra Giulietta con cui corrispondono gli innamorati di mezzo mondo, quelli eterosessuali, però. “Non c' è nessuna competizione premette Gabriella Bertozzo . Loro si tengano il loro Romeo e noi ci teniamo il nostro. Spero collaborino, spero ci trasmettano le lettere che per errore arriveranno a loro. Noi vogliamo solo far capire che l' amore degli amanti di Verona non è la passione tra uomo e donna per antonomasia. Rivendichiamo il diritto all' affettività: un gay può amare con la stessa sensibilità con cui ama un altro uomo, soprattutto se è giovane”. La lettera spiegano all' Arcigay è l' unico modo per consentire agli omossessuali di confidare le loro delusioni e le loro gioie d' amore. “Ai nostri 25 telefoni amici, solo il 5% delle chiamate è su tematiche omosessuali. La gran parte si vergogna e si limita a chiedere informazioni. Ma il più delle volte hanno solo bisogno di sfogarsi, di sentirsi normali”. Ora Giulietta dei gay si trova sullo scrittoio ogni giorno lettere con STORIE DRAMMATICHE: “Ho ancora sul comodino il bicchierino di carta dove ho bevuto il te che mi ha offerto Marco. Ho saputo che si è suicidato”; “Ho 45 anni, sono sposata, ho tre figli. Due anni fa ho rivisto una compagna di classe. Ho scoperto che l' amavo. Anche lei mi amava. Ma poi mi ha lasciato e io impazzisco”. Giulietta dei gay è nata per ascoltare e lenire il dolore per queste tristi STORIE.
E così, ogni mattina, cita Shakespeare: “Andiamo a parlare ancora di questi tristi eventi, chè mai vi furono STORIE così piene di dolore”.

 
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TESTI E PRETESTI, ZOOLOGIA, ETOLOGIA, UOMINI E ANIMALI, DONNOLA, GATTO, TOPI, UNA DONNOLA PER AMICA

Post n°4463 pubblicato il 19 Luglio 2010 da psicologiaforense

VITA SEGRETA DELLA DONNOLA.
Una piccola grande cacciatrice. I Greci la tenevano in casa come un gatto

GLI antichi greci tenevano una donnola nelle loro case perchè desse la caccia ai topi. Proprio come noi teniamo il gatto. Oggi è molto difficile addomesticare una donnola adulta. Non più libera di correre tra i prati e i terreni incolti, morirebbe presto. Se invece, appena nata, la si affida alle cure di una gatta che sta ancora allattando i suoi piccoli, si riesce ad addomesticarla e farla vivere in casa, dove svolgerà il grato ruolo di divertire tutti, essendo affettuosa, curiosissima, e, soprattutto, sempre di buon umore. Non ama però troppo farsi osservare, vuole essere libera di infilare il suo musetto negli angoli più remoti, esplorandoli con grande meticolosità e, se si accorge che qualcuno la segue in questi suoi sopralluoghi, immediatamente si accuccia a dormire: riprenderà il suo gioco al risveglio e senza intrusi d'attorno. Altrettanto insopportabile per lei è venire rinchiusa in gabbia e quando ciò dovesse accadere fa SENTIRE la sua vibrata protesta con brevi, caratteristici mormorii. Se libera, può vivere dai 7 ai 10 anni; tra le mura domestiche raggiunge anche i 12 anni. Un tempo alcune parti del suo corpo venivano impropriamente usate a scopo curativo. L'animale era oggetto di strane superstizioni popolari, mentre i contadini ritenevano che portasse fortuna e lo consideravano di grande utilità perchè dava la caccia agli animali dannosi. La donnola è una predatrice violenta e audace, sempre a caccia di roditori che insegue anche dentro le loro tane. Con i topi, nemici naturali, ingaggia lotte violente; non disdegna, però, talpe, lepri, conigli, polli, uccelli, di cui saccheggia i nidi costruiti sul terreno e porta i suoi attacchi alle serpi e agli anfibi, che distrugge in grandi quantità. È dotata di un'ottima vista, con abitudini prevalentemente notturne, ma può essere attiva anche di giorno. Ricerche recenti hanno messo in evidenza come la donnola sia in grado di distinguere alcune lettere dell'alfabeto in base alla forma, ed è probabile che riesca a percepire i colori, dal momento che la retina del suo occhio possiede numerosi coni. Anche se l'accoppiamento può avvenire in qualsiasi periodo dell'anno, il periodo degli amori più favorevole per la procreazione è quello fra marzo e aprile. Le femmine, dopo cinque settimane di gestazione, partoriscono dai tre agli otto piccoli, che nascono con gli occhi chiusi e vengono curati con estrema attenzione dalla madre, difesi strenuamente in caso di pericolo, addirittura trasportati, presi con i denti per la collottola, in un posto più sicuro. Solo quando dimostreranno di essere veramente indipendenti e capaci di sopravvivere da soli si allontaneranno dalla madre.

 
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ambiente, foto, alcedo atthis, comportamento animale, curiosità, etologia, martin pescatore, pennuti, pesca , uccelli

Post n°4462 pubblicato il 19 Luglio 2010 da psicologiaforense

Con un turbinio d'ali il martin pescatore (Alcedo atthis) piomba sulla sua preda, un piccolo pesce o più raramente, molluschi e crostacei. Apparentemente un uccellino grazioso, dal piumaggio azzurro iridescente, questo pennuto è in realtà un temibile serial killer. Grazie alla vista sopraffina, capace di polarizzare la luce senza patire il riverbero dell'acqua, localizza il malcapitato che nuota sotto alla superficie. Poi si tuffa in picchiata e lo recupera con il becco: a questo punto, sbatte il pesce più volte contro un ramo, per stordirlo e non rischiare di ferirsi con le lische durante il pasto.

 
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