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Messaggi del 17/09/2010

 

TUTTA LA COMMUNITY NE PARLA, CYBERCRIMINE, RETE, HAKER, MASCHI, FEMMINE, A CIASCUNO LA SUA TRUFFA,

Post n°4681 pubblicato il 17 Settembre 2010 da psicologiaforense

Web: creduloni e distratti, per i criminali online uomini prede più facili delle donne

Maschi e femmine attaccati dagli hacker i primi  sul sesso le seconde sullo shopping

Il crimine informatico non è più un affare da hacker solitari ma si allarga oramai tra le maglie di organizzazioni internazionali, tant'è che secondo i dati dell'ultimo Rapporto Norton "Cybercrime Human Impact", sull'impatto del cybercrime sui nostri comportamenti, il 65% degli internauti ne è stato vittima.

Il Rapporto, delinea anche un interessante ritratto delle navigatrici e dei navigatori italiani il cui comportamento si distingue nettamente, soprattutto se si prendono in considerazione tre grandi interessi quali il coltivare le amicizie online, fare acquisti e l'essere attenti alla sicurezza.

Scopriamo così che gli uomini davanti al computer sono ingenui e distratti, facili prede di furti e crimini online, mentre le donne sono messa a dura prova dallo shopping davanti al quale abbandonano ogni prudenza, lasciando su Internet i dati della carta di credito, richiamo irresistibile per i criminali informatici. La tendenza ad assumere una falsa identità online accomuna invece entrambi i generi ed è molto diffusa soprattutto tra gli utenti italiani che sono anche tra i più lenti a risolvere i problemi legati al cyber crimine.
E' importante, ricordo, non farsi spaventare dalle brutte esperienze ma, al contrario, denunciare sempre alla Polizia Postale i casi di reato informatico e superare così quella che può essere definita come paralisi da impotenza.

Per salvaguardarci un minimo, possiamo intanto imparare a creare password più sicure per i nostri accessi riservati in Rete: usare parole o nomi conosciuti è la cosa meno indicata, perché esistono programmi appositi per la ricerca di parole di senso compiuto; meglio è creare password che utilizzano combinazioni casuali e senza senso di lettere maiuscole e minuscole e di lettere. Sarà più lungo memorizzarle inizialmente, ma anche più difficile da violare.

 

 
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COMPUTER, INTERNET EXPLORER, WINDOWS XP, VELOCITA', WEB,HTML5, CSS3, ECMAScript5,FACEBOOK, NUOVA EPOCA

Post n°4680 pubblicato il 17 Settembre 2010 da psicologiaforense


MICROSOFT: LA "NONA" DI INTERNET EXPLORER, PIU' SNELLA E VELOCE

Un Explorer davvero competitivo ma non funziona   su Windows XP

Microsoft, dall'alto del suo oltre 60% di mercato dei browser, lancia la sfida ai piu' piccoli e giovani rivali. La aprola d'ordine e' "VELOCITA'" e l'arma e' Internet Explorer 9. Forte di un'operazione di snellimento e alleggerimento, a partire dall'architettura interna e dalla grafica, IE9 punta a riconquistare parte delle quote di mercato perse a favore di Firefox (22,93%), Google (con Chrome ha il 7,5%), Apple (Safari ha il 5,16%) e Opera (2,37%). Il nuovo browser (scaricabile dal sito www.beautyoftheweb.com ) offre un'esperienza di navigazione veloce, essenziale e affidabile.
Per quanto riguarda la velocita' gli sviluppatori dei siti piu' conosciuti al mondo (oltre 70 che raggiungono da soli ogni giorno oltre 800 milioni di utenti) hanno dimostrato - afferma la societa' - che "IE9 trae massimo vantaggio dall'ccelerazione grafica dei PC e dall'ntegrazione con Windows 7". Per quanto concerne l'ssenzialita' parliamo di una nuova interfaccia: pulita, semplice, non invasiva per dare maggiore evidenza al contenuto e quindi alla pagina web".
 L'affidabilita' e' legata alle funzionalita' di sicurezza (gi? presenti in Internet Explorer 8) e della prevenzione di eventuali stop alla navigazione causati da crash dei siti.
 Microsoft lavora con il consorzio W3C, che definisce a livello globale gli standard del web. Tale collaborazione "ci porta ad assegnare a Internet Explorer 9 la caratteristica di interoperabilit?, ovvero l'adrenza agli standard web emergenti: HTML5, CSS3, ECMAScript5. Cio' permette  agli sviluppatori la creazione di siti usufruibili in multipiattaforma", sostiene il colosso di Seattle. Internet Explorer 9 e' stato riprogettato per porre i siti Web al centro dell'attenzione tramite Windows 7, rendendo possibile un nuovo tipo di esperienze sul Web con partner come Facebook, Red Bull GmbH, Quiksilver Inc., Rough Guides Ltd., eHow Inc., LiveStrong, Twitter, DailyMotion, Wall Street Journal, CNN e Orbitz LLC, oltre che con studi di progettazione del calibro di Metia, Soleil Noir S.A.S. e Joshua Davis Studios.

 
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EDITORIALE, ENZO TORTORA, 17 SETTEMBRE 1985, 17 SETTEMBRE 2010, GIUSTIZIA, PROBLEMA ITALIA, RESPONSABILITA' CIVILE GIUDICI

Post n°4679 pubblicato il 17 Settembre 2010 da psicologiaforense

17 settembre 1985 (la condanna)-17 settembre 2010 (il ricordo)

ENZO TORTORA UN UOMO INNOCENTE.
IL PROBLEMA "GIUSTIZIA" IN ITALIA

Il conduttore di «Portobello» fu ammanettato sotto l'occhio della Tv con un'accusa infamante: traffico di droga

A quei tempi il principale problema italiano era la "giustizia ingiusta", dopo 27 anni il principale problema di questo Paese è ancora la "giustizia ingiusta" 

QUELL'ESTATE dell'83 non perse l'onore Enzo Tortora, ma la giustizia italiana che lo martirizzò. Perse l'onore il sistema dell'informazione, che si scoprì feroce, implacabile, protagonista di un accanimento mediatico senza paragoni nell'annichilimento morale di un uomo-simbolo. Lo persero i magistrati di Napoli i quali, anzichè espiare per le loro gravi colpe, sono stati addirittura promossi e protetti dall'omertà di casta. Lo perse la politica italiana, che fece finta di nulla, non capì la terribile portata della persecuzione cui fu vittima Enzo Tortora e giunse persino ad ignorare il verdetto di un referendum in cui si invocava la “responsabilità civile” per chi si era macchiato, per dolo, di una grave manchevolezza etica e professionale. L'immagine di Tortora ammanettato il 17 giugno 1983, catturato all'Hotel Plaza, esibito come un trofeo di guerra, violentato dalle telecamere e dai taccuini dei giornalisti, divenne un'immagine spartiacque. In quella torrida estate che disintegrò ogni principio garantista, i media decisero di mettersi dalla parte della variopinta schiera di accusatori di Tortora. Presero per oro colato qualunque fantasticheria del “pentito” Giovanni Pandico, pregiudicato, tra l'altro, per tentato incendio della casa dei genitori e tentato avvelenamento della fidanzata quattordicenne oltrechè assiduo frequentatore dei manicomi giudiziari. Non mossero obiezioni alle dichiarazioni del “pentito” Pasquale Barra detto “O animale”, che nel 1981, nel carcere di Bad' e Carros, aveva ucciso Francio Turatelo, divorandone le viscere. Non si scandalizzarono per la protervia del “pentito” Gianni Melluso detto “il bello” che chiama Tortora “Enzino” e dichiara di aver trafficato con “Enzino” con undici (undici) chili di cocaina. I media si sdraiano sulla linea colpevolista, vengono “embedded” sul fronte dell'accusa, senza un dubbio, un sussulto, un soprassalto di incredulità. Ci furono eccezioni, naturalmente. Da Enzo Biagi a Lino Jannuzzi, da Massimo Fini a Vittorio Feltri, da Rossana Rossanda a Walter Vecellio a Stefano Rodotà a Giorgio Bocca, da Giuliano Ferrara a Maurizio Costanzo, cominciarono a fioccare interrogativi e proteste. E i radicali di Marco Pannella diedero a Tortora la possibilità di condurre una battaglia che andasse al di là del suo pur allucinante caso “personale” per mettere sotto accusa la “Giustizia ingiusta”, l'abuso del pentitismo, i tempi mostruosamente lunghi delle indagini, la spettacolarizzazione degli arresti, la distruzione sistematica di chi viene triturato da una macchina imponente e insensata. Hanno raccontato che, quando Tortora venne condannato dal tribunale di primo grado, in alcune redazioni si stapparono bottiglie di champagne per brindare all'odioso presentatore. Può darsi che sia una rappresentazione esagerata. Può darsi. Di sicuro, però, nessuno brindò quando Tortora venne assolto in appello. Scagionato ma minato nel profondo del suo spirito e del suo corpo. Era “rinato”. Ma non era più lo stesso, da quell'estate dell'83. SUBITO DOPO LA MORTE PERCHE' L'INGIUSTIZIA UCCIDE.

 
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