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Messaggi del 26/10/2010

 

EDITORIALE DELLA SERA, COSTUME, SOCIETA', ATTUALITA', CULTURA, PSICOLOGIA, CATTIVO GUSTO, GAY,

Post n°4854 pubblicato il 26 Ottobre 2010 da psicologiaforense

EDITORIALE DELLA SERA

Copyright © by Psicologiaforense

CATTIVO GUSTO E... GAY

SE vengono arrestati  sei poliziotti con l'imputazione di aver venduto indebiti permessi di soggiorno agli immigrati (in un caso intascando anche 200 MILA EURO), a nessuno viene in mente di accusarli d'essere di cattivo gusto. Se vengono arrestati dei carabinieri  che pretendevano soldi, ogni sera, da prostitute e trans,nessuno li accusa di ineleganza. Ma qui si parla di reati, ed è un'altra storia. Se l’Amministratore delegato della FIAT dice che gli stabilimenti italiani sono una palla al piede (dopo tutti i finanziamenti statali e le agevolazioni che ha ricevuto da sempre) nessuno lo accusa di essere poco chic. Se il Ministro della Pubblica Istruzione vara riforme universitarie e/o scolastiche che non hanno copertura finanziaria, nessuno lo accusa d'essere rozzo e kitsch. Se  commercianti e professionisti denunciano un reddito inferiore di quello dell’ultima dello loro centraliniste, nessuno li accusa di mancare d'eleganza. I gay, invece, sì. Prima e dopo il suo svolgimento, il corteo internazionale del Gay Pride è sempre oggetto di molte polemiche di vario genere e diversa ispirazione, però unanimi su un punto: la richiesta di buon gusto, la deplorazione del cattivo gusto. Ma perchè? Un'accusa tanto sistematica e costante fa riflettere. Evidentemente, nelle teste di questi adoratori del buon gusto rimane radicata ancora oggi l'idea che i gay non siano uguali agli altri componenti della società di massa, ma che siano invece tutti Oscar Wilde, una collettività speciale di esteti dai quali si deve esigere buon gusto, per i quali è innaturale fare qualcosa di cattivo gusto. Evidentemente, non si è pensato abbastanza alle ragioni per cui ogni manifestazione di minoranze sociali o politiche bisognose di far ascoltare la propria voce debole, di affermare un altro stile, di testimoniare la propria opposizione al conformismo che li umilia, prevede gesti e comportamenti estremi, provocatorii: erano così, all'inizio del Novecento o negli Anni Settanta, anche le manifestazioni di suffragette o di femministe. Evidentemente, non si è pensato che la sfilata del Gay Pride presenta in qualche momento un'analogia con le sfilate di moda di Parigi: in passerella sfilano i modelli stravaganti ideati apposta per il cattivo gusto dei media, differentissimi dai vestiti che verranno realmente venduti, comprati e portati nella stagione, però capaci di richiamare l'attenzione, di far circolare idee e nomi. Non è cattivo gusto, è strategia.

 
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RIFLESSIONI, PENSIERI, IDEE, SUGGESTIONI, TRASGRESSIONE, CATTIVO GUSTO, MODA, IDENTITA', LADY GAGA, PSICOLOGIA, COSTUME,

Post n°4853 pubblicato il 26 Ottobre 2010 da psicologiaforense

LA RIFLESSIONE

CON IL CATTIVO GUSTO IN CERCA DI IDENTITA'

 

Noi in psicologia  li chiamiamo «primi vagiti sociali» e il genitore perfetto non dovrebbe mai disprezzarli. Il genitore normale non dice niente però si chiede perchè la costruzione (o distruzione) dell'identità debba proprio partire dai piedi. Perchè è proprio lì che sembrano concentrarsi ultimamente gli sforzi trasgressivi dei figli. Più che trasgressione , a vederla con gli occhi dei «vecchi» (cioè gli over 20), mettere certe scarpe sembra autolesionismo. Per i ragazzini, perchè ci mettono 20 minuti per allacciarsi quelle megasnaeker con le stringhe che devono restare piatte e infilate dentro. Per le ragazzine, perchè nemmeno Pamela Anderson - in spiaggia con gli stivali di pecora - sembra più sexy di Winnie the Pooh. Ma è un danno per tutti, perchè questi piedi lasciati liberi di crescere e germogliare temono mocassini e ballerine come cinture di castità. Salendo ai piani alti del corpo, la costruzione dell'identità sembra invece giunta a più miti consigli: gli ombelichi di fuori si sono ridimensionati, come i jeans troppo strappati (resiste la Ventura, ma non è adolescente) e i capelli a cresta. Resistono, anche, certe idee-moda che i ragazzi si sono fatti guardando le loro band di riferimento: i teschi Emo impazzano dal calzino al cinturone. Ma i genitori orripilati sappiano che musica e sport offrono ben altro: Lady Gaga (vedi foto), per esempio, o Venus Williams  in campo in babydoll nero, non proprio stile tennis.

 
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