Creato da: psicologiaforense il 14/01/2006
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umorismo e satira

 

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Messaggi del 02/11/2010

 

io facile profeta, questo blog con dignità di protezione civile, inondazioni, alluvioni, esondazioni, rischio idrogeologico,

Post n°4883 pubblicato il 02 Novembre 2010 da psicologiaforense

OGGI 3 NOVEMBRE 2010,  E' IL GIORNO DELLA CATASTROFE, DEL LUTTO, DEL PIANTO, DELLA DISPERAZIONE.
LA TRAGEDIA, COME UN DILUVIO UNIVERSALE, SI E'ABBATTUTA  SUL  NORD E SUL CENTRO ITALIA.
SOLO CINQUE GIORNI FA, IN QUESTO STESSO BLOG, IO SCRIVEVO (VEDI): 
 
LA  RIFLESSIONE DEL 28 OTTOBRE 2010
LE CATASTROFI NON SONO MAI NATURALI
Terremoti, inondazioni e cicloni sono eventi a volte imprevedibili, ma le conseguenze si devono evitare
Nel 1755 Voltaire descriveva la sua emozione di fronte al terremoto di Lisbona che aveva provocato 40 mila morti. L'avvenimento segnò profondamente l'opinione europea e suscitò una controversia filosofica sulla fatalità e il disegno divino. Con lo stesso dolore, la stessa compassione si possono oggi «contemplare» i terribili drammi che hanno colpito,   in questi ultimi mesi,  molti Paesi del mondo. Fatalità della cieca natura? Non ci sono catastrofi naturali ma, esiste un rischio costituito dalla relazione fra l'imponderabile e la vulnerabilità. L'alea naturale esiste, ma è il contesto sociale che la trasforma in una catastrofe o in semplice disagio. Invece, da una trentina d'anni, inondazioni, terremoti, cicloni, tsunami con il loro strascico di vittime innocenti, sembrano moltiplicarsi. Ma quali sono le cause umane della vulnerabilità ai fenomeni naturali? La prima causa riguarda la combinazione di crescita demografica e povertà. Nei paesi in via di sviluppo l'urbanizzazione avanza a ritmo sostenuto: nel 2015 la popolazione mondiale dovrebbe essere per il 54% urbanizzata, contro il 38% del 1975 e il 45% del 1995. Questa urbanizzazione avviene in modo disordinato, senza che una grande attenzione sia prestata ai rischi di inondazione o di smottamento del terreno. Quaranta delle 50 città che si sviluppano più rapidamente nel mondo sono situate in zone sismiche. Inoltre a causa della povertà dei nuovi cittadini le costruzioni sono rudimentali e fragili: un miliardo di persone vive nelle bidonville. Una seconda causa di vulnerabilità riguarda la trasformazione dell'AMBIENTE. L'uso massiccio e diffuso dell'asfalto sui suoli è un moltiplicatore d'inondazioni poichè blocca l'assorbimento dell'acqua, mentre la canalizzazione dei fiumi impedisce loro di espandersi liberamente, accelerando la velocità del loro corso in caso di forti piogge. I disboscamenti, che annullano la capacità delle foreste di trattenere l'acqua, e la distruzione delle zone umide accrescono le conseguenze di siccità e inondazioni. Infine la terza causa della vulnerabilità delle società di fronte all'alea naturale riguarda l'assenza di prevenzione. Le zone sismiche sono molto ben identificate, e tutti sanno che costruire adottando sistemi antisismici limiterebbe di gran lunga l'impatto dei terremoti. In generale i mezzi per fare fronte ai pericoli naturali sono conosciuti. Quel che bisogna fare lo sappiamo. Occorre ora mobilizzare la volontà poltica.

 
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EDITORIALE DELLA NOTTE, CULTURA, BLOG, REATI, STUPIDITA', VIOLENZA, COMMUNITY, DEMOCRAZIA IN INTERNET, WEB,

Post n°4882 pubblicato il 02 Novembre 2010 da psicologiaforense

EDITORIALE DELLA NOTTE

Pensieri, opinioni, idee, suggestioni della notte ... per un nuovo giorno in community

BLOG SENTENZA:
la stupidità fa male ed è dannosa quanto la violenza


Nei blog si apprezza autolesionismo? Stupidità? Credo si tratti di una fusione di tutte queste cose che hanno macchiato la bellezza, la forza dirompente della community più significativa del web, quella di LIBERO. Ecco perché la stragrande maggioranza dei Blogger di LIBERO deve guardare avanti sapendo che la strategia per la libertà, deve saper cogliere il sentimento di inquietudine e insicurezza che attraversa soprattutto questa community perché  è la più importante. E l'obiettivo ambizioso ma necessario non può che essere quello di mantenere intatto questo spazio in grado di  poter soddisfare i diritti delle   minoranze, degli ultimi, degli emarginati, di coloro che altrove non hanno voce e  non possono essere liberi e sicuri.

 
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DIRITTO&ROVESCIO, BLOG, BLOGGER, DIVORZIO, VITA DI COPPIA, USA, PRIMO EMENDAMENTO, COSA SI PUO' SCRIVERE SUL BLOG?, DIFFAMAZIONE

Post n°4881 pubblicato il 02 Novembre 2010 da psicologiaforense

DIRITTO&ROVESCIO

TRA MOGLIE E MARITO NON METTERE IL .... BLOG

 

Un banale caso di divorzio in Vermont, con i due ex coniugi che si rinfacciano reciproche infedeltà e scorrettezze, si è trasformato negli Stati Uniti in un caso giudiziario sulla libertà di espressione, con gli esperti di diritto costituzionale che si interrogano sui nuovi confini giuridici che l'avvento dell'era digitale comporta.

Il caso Garrido contro Krasnansky era finora stato trattato in Vermont come uno dei tanti casi di divorzio senonchè il marito, pubblicò sul "suo" blog, in una forma mascherata e romanzata, cosa gli stava capitando e una serie di riflessioni sulle presunte “colpe” della moglie, ovviamente senza citarla. Il giudice ha ordinato di «togliere da internet ogni riferimento al matrimonio», anche perchè la causa era ancora in corso.

I legali dell'uomo, però, hanno fatto ricorso contro questa decisione, sostenendo non solo che nelle riflessioni esposte su internet dal loro cliente non vi era nulla di offensivo, ma soprattutto che in quel modo veniva limitato il diritto di espressione del loro cliente, garantito dal Primo Emendamento.

La diatriba in punta di diritto è così uscita dalle aule della Washington County Family Court per trasformarsi in un confronto tra costituzionalisti e giuristi di livello nazionale. QUESTO IL QUESITO: quel blog  è una diffamazione nei confronti della moglie, che giustamente non vuole che dei suoi fatti privati si scriva in pubblico, oppure è espressione del sacro, inviolabile diritto di libertà di parola che la costituzione americana garantisce ad ogni suo cittadino?

 
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LA FOTO DEL GIORNO, MAESTRI DELL'ARTE, CIFRE E COSTELLAZIONE AMOROSA DI UNA DONNA, JOAN MIRO', PISA, PALAZZO BLU

Post n°4879 pubblicato il 02 Novembre 2010 da psicologiaforense

LA COSTELLAZIONE AMOROSA DI MIRO'

 

Una fantasia sfrenata di forme e colori senza gerarchie, un inno alla libertà: quello che vedete è un dettaglio di "Cifre e costellazione amorose di una donna", dipinto del 1959 di Joan Mirò esposto alla mostra sul pittore spagnolo "I miti del Mediterraneo" al Palazzo Blu di Pisa fino al 23 gennaio.

 
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