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Messaggi del 06/11/2010

 

LE EROICHE RAGAZZE NUDE DI KIEV, POLITICA INTERNAZIONALE, TEORIA DELLE BELLE RAGAZZE APPLICATA ALLA POLITICA

Post n°4903 pubblicato il 06 Novembre 2010 da psicologiaforense

KIEV SI RIVOLTA NUDA. PERCHÉ IN UCRAINA LE DONNE SI SVESTONO PER OGNI CAUSA

“Teoria delle belle ragazze applicata ai movimenti politici”




In Ucraina, centinaia di ragazze con la passione per la politica hanno trovato un modo attraente per protestare contro il governo. Niente comizi, niente volantini, niente scontri con la polizia, ma tante sfilate senza vestiti per le strade di Kiev. è la “teoria delle belle ragazze applicata ai movimenti politici” Prende le mosse da un dipinto di Delacroix, “La liberté guidant le peuple”. Nella tela, una fanciulla con il moschetto, la bandiera francese e il seno al vento sprona alla lotta un bel numero di rivoluzionari. Secondo O’Rourke, le belle donne sono decisive per l’esito di una rivolta. Ogni ragazza attraente che scende in strada contro il governo attira una decina di uomini. Dieci donne fanno cento uomini, e così via. E’ questo il principio che Inna Shevchenko e le altre attiviste di Femen seguono quando manifestano a Kiev, a Kherson e nelle altre città dell’Ucraina. Dopotutto, la storia è piena di rivoluzioni fallite e non ci sono figure femminili nelle vicende dei gruppi che le hanno organizzate. Per O’Rourke la teoria permette di calcolare in modo approssimativo le chance di successo che avranno le prossime rivolte popolari. Questa è la situazione in Eurasia. Iran: zero possibilità sinché dura il velo. Armenia: poche possibilità. Azerbaigian e Georgia: situazione da monitorare. Kirghizistan: una rivoluzione ogni tre anni. Ucraina: rivolta permanente. 

 


 


 
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RIFLESSIONE GRAMMATICALE

Post n°4902 pubblicato il 06 Novembre 2010 da psicologiaforense

AVVERTENZA IMPORTANTE: QUESTA RIFLESSIONE PUO' INTERESSARE SOLO AI MIEI 25 PAZIENTI LETTORI

POVERI NOI... E POVERO IDIOMA SE L'AVVERBIO LA FA SEMPRE DA PADRONE

Ormai è facile notarli, alcuni ricorrenti avverbi inseritisi nel nostro modo di comunicare.  Vorrebbero essere accattivanti per chi, avendoli assimilati, adesso li adopera con assoluta indisponenza per chi ascolta.  Essi evidenziano una accentuata difficoltà nell'uso della lingua, quella italiana, così maltrattata da stupire che ancora formi un autentico idioma. Eccoli qui, belli in fila:
« ASSOLUTAMENTE SI’, ASSOLUTAMENTE NO, PER COSÌ DIRE, QUANT'ALTRO, DOPODICHÉ, PIUTTOSTO……».
Ce ne sarebbero molti altri, nello scorrere di favelle comuni o anche autorevoli, nel senso che ritornano nel parlare di persone fattesi rapidamente popolari, ma altrettanto rapide nello sfrondare la grammatica. Per ultimo esempio, la novità di adoperare non solo l'indicativo al posto del congiuntivo che di per sé stride, ma di mettere al modo verbale giusto il primo verbo (congiuntivo), facendolo seguire da un indicativo ancor più insopportabile. Per esempio, «nonostante assicurassi che andavo».
Roba da auspicare l'impiego del modo infinito per qualsiasi verbo: ci renderemmo stranieri in patria, ma contribuiremmo al varo d'un nuovo linguaggio globale.
«Assolutamente», come rafforzativo d'affermazione o di negazione, più che arrogante sembra umile ammissione d'intime incertezze che abbisognano di garanzia sonante a mascherarne la fragilità, secondo la legge degli estremi che si toccano.
«Dopodiché» sembra un brodino allungato, bastando «dopo» o «poi».
Eppure l'innovativa costruzione lessicale vorrebbe sottintendere un particolare lavorio nel raggiungere scopi prefissati partendo da un punto-base.
Ed è anche formula di comodo a prendere tempo nel rispondere, nel domandare, nell'affermare.
"Quant'altro" potrebbe persino scriversi tutt'attaccato. Sostituisce il dotto «et cetera», l'eccetera degli arringatori a secco di richiami da inserire nel discorso, consueto anche ai preti impegnati nelle prediche.
E non si capisce perché mai questo termine, l'eccetera, debba essere ripudiato dopo che fu un caposaldo retorico quando non soccorrevano sinonimi e restavano disdicevoli stiracchiature nello schiarirsi la gola brancolante verso un appiglio sonoro e sensato.
Eccetera a significare ogni cosa di natura similare: ma sembra anticaglia, tradizionalista com'è, quasi un pastrano rivoltato, «out» o démodé buono per i barboni.
«Per così dire», infine.
Può essere grazioso intercalare se impiegato opportunamente, quando si cerca o si finge di inseguire un'espressione appropriata al caso fra troppi sinonimi e tocca sceglierne uno.
Ma da vezzo rischia di trasformarsi in tic, una sorta di «cioè» su labbra adolescenti, come richiesta di comprendere al volo per non essere costretti a spiegarsi ulteriormente.
Per così dire: a qualcuno che se ne serve pare fine, persin fino, elegante, abbrivante. Fa presto a trasformarsi in una sorta di dipendenza.
Innocuo ma maniacale. 
Si accoppia al «vero-vero» degli antichi eruditi e lo sostituisce fino all'insopportabilità.

 
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FOTO, NON C'E' TRUCCO, NON C'E' INGANNO

Post n°4901 pubblicato il 06 Novembre 2010 da psicologiaforense

GLI STAMBECCHI CHE SFIDANO LA FORZA DI GRAVITA'

Prima che ve lo chiediate, nulla in questa foto è stato modificato. Gli stambecchi che vedete stanno sfidando la forza di gravità, abbarbicati sulla parete semiverticale della diga di Cingino, in Piemonte al confine con la Svizzera. Gli impavidi animali non sembrano affatto preoccupati di precipitare da una cinquantina di metri d'altezza, anche perché alle vertigini ci sono abituati: gli stambecchi delle Alpi (Capra ibex) vivono ad altitudini che possono sfiorare i 3200 metri e si avventurano sulle pareti rocciose per leccare i depositi di sale che si formano sulle rocce. La curiosa abitudine non è dettata soltanto dalla "gola". La dieta vegetariana di questi animali è infatti particolarmente povera di sodio e integrarlo è per loro una necessità fisiologica. 

 
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CINA, SESSO, SESSUOLOGIA, FESTIVAL DELLA CULTURA DEL SESSO, EVENTI, BISOGNI SESSUALI, TABU', SESSO SICURO, VITA SESSUALE

Post n°4900 pubblicato il 06 Novembre 2010 da psicologiaforense

Cina: Festival della cultura del sesso


Oltre 300 mila persone hanno partecipato alla prima giornata

 

 

E’ singolare come un paese come la Cina, in pieno boom economico, ormai divenuta una super potenza mondiale, sia ancora alle prime armi con gli argomenti di natura sessuale. Il sesso rappresenta ancora un tabù per gran parte della popolazione. Tuttavia grazie alle iniziative di Zhang Feng, scrittore e direttore della Commissione per la pianificazione familiare, la Cina oltrepassa gli schemi del tabù sessuale. Feng propone per il settimo anno consecutivo il Festival della cultura sessuale, l’edizione del 2010 ha preso il via a Shangai proprio oggi. 
 
La risposta è stata positiva: oltre 300.000 persone hanno preso parte alla manifestazione, un gran risultato rispetto al passato, quando il Festival creava ancora molto scalpore. Lo stesso Feng dichiara al China Daily:  "Sono onorato del fatto che finalmente la gente abbia cominciato a prendere sul serio le tematiche legate al sesso". Le iniziative del Festival del sesso sono legate a tematiche come: il sesso sicuro, la prevenzione, il controllo delle nascite e la correlazione tra scandali sessuali e corruzione governativa.


 
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