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Messaggi del 20/11/2010

 

L'ORA LEGALE: BLOG, BLOGGER, DIFFAMAZIONE, DIARIO ON LINE, POST, COMMENTI, OBBLIGO DI CONTROLLO,

Post n°4956 pubblicato il 20 Novembre 2010 da psicologiaforense

LA SENTENZA

«Il blogger risponde solo per sé»


La figura del blogger non è assimilabile a quella del direttore di giornale. Lo ha stabilito la terza sezione della Corte di Appello di Torino che ha assolto il gestore di un «diario on-line» dall' accusa di aver omesso il controllo sui post inseriti da altri. In primo grado il giudice aostano Eugenio Gramola (lo stesso che condannò con rito abbreviato Anna Maria Franzoni a 30 anni) aveva equiparato i doveri di vigilanza del blogger a quelli del direttore di giornale. «Chi gestisce un blog - era scritto nelle motivazioni - altro non è che il direttore responsabile dello stesso. Ha il totale controllo di quanto viene postato e, allo stesso modo di un direttore, ha il dovere di eliminare gli interventi o i commenti  offensivi». All' imputato, Roberto Mancini, 63 anni,  era stata inflitta una condanna a 3.000 euro di multa. In Appello (relatore Gustavo Witzel) la sentenza è stata riformata. La Corte ha ritenuto che le due figure sono distinte e non equiparabili. Il blogger  non ha l' obbligo di controllare quanto pubblicato da altri sul suo blog. La sentenza è in linea con la Corte di Cassazione che fa una netta distinzione tra stampa e blog. Le indagini erano state avviate dalla polizia postale dopo le denunce per diffamazione presentate da quattro professionisti in merito a discussioni comparse sul blog «Il bolscevico stanco»

 
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LA RIFLESSIONE DELLA SERA,

Post n°4955 pubblicato il 20 Novembre 2010 da psicologiaforense

DELITTO MEREDITH KERCHER:
GIUSTIZIA ITALIANA NON
COLPEVOLE



La sentenza di Perugia che ha condannato Raffaele Sollecito e Amanda Knox per l'omicidio volontario della studentessa inglese Meredith Kercher ha destato molto scalpore al di qua e al di là dell'oceano anche per la cittadinanza straniera di due imputati e della vittima. In America molti giornali, ma anche esperti e politici, hanno vivacemente criticato la condanna, e qualcuno ha perfino insinuato che nella pronuncia ci sia una sorta di livore anti-americano. La stessa sentenza, come è normale che sia,  è stata invece lodata, apprezzata e applaudita in Inghilterra Paese natale della vittima.
La povera Meredith è stata letteralmente trucidata da più persone in modo orribile e i soli presenti sulla scena risultano  Sollecito, Knox  e Rudy Guede, già condannato anch'egli in un diverso processo. Il sistema e la cultura americana sono sicuramente ammirevoli e da tenere sempre a esempio, specie nei contesti di impostazione liberale, ma  ogni paese di salda tradizione giuridica (il nostro lo è al di là di ogni possibile contestazione) trova nelle sue regole e nelle sue prassi quel giusto equilibrio tra l'esigenza di repressione e di tutela dell'innocenza che lo porta ad esprimersi nel modo più appropriato di fronte alle manifestazioni criminose. Il caso di Meredith Kercher, assassinata senza pietà e in un modo orribile, è stato trattato con equilibrio e senza eccessi (non dimentichiamo che proprio la Knox aveva confessato in questura, e che dell'atto non si è tenuto alcun conto per l'assenza del difensore e che inoltre la ragazza,  per scampare alla condanna, non ha esitato ad accusare del delitto un innocente che fortunatamente aveva la disponibilità di un alibi di ferro).
Le prove quindi non mancavano né gli imputati erano agnellini. L'accusa non era un mero teorema dialettico né la Corte era un plotone di esecuzione, come dimostrano le attenuanti generiche accordate forse al di là del dovuto. Insomma, l'America va sicuramente ammirata, ma non è un buon motivo per disprezzare la nostra giustizia che fa in generale e sa fare il suo dovere (i suoi problemi gravissimi, come è noto, sono altri, non questi).

 

 
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curiosità , foto subacquee, negaprion brevirostris, squalo che sorride, stranezze, ittiologia,

Post n°4954 pubblicato il 20 Novembre 2010 da psicologiaforense

UN SORRISO PER NULLA RASSICURANTE

Qualcuno direbbe che si sta affilando i denti mentre pregusta un lauto spuntino.
Ma per Todd Mintz, il fotografo subacqueo che ha realizzato questo scatto nelle acque delle Bahamas, lo squalo limone (Negaprion brevirostris) che vedete sta "sorridendo".
A dire il vero il bestione, che può sfiorare i 3 metri e mezzo di lunghezza, è conosciuto per i suoi attacchi pericolosi e improvvisi a sub e surfisti nelle acque poco profonde delle coste americane. Chiamato così per il colore giallastro della sua pelle, ha denti uncinati che usa per sgranocchiare crostacei, pesci più piccoli, molluschi e uccelli marini.

 
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NON SA SCRIVERE, NON SA LEGGERE... ALLORA LO LAUREIAMO IN ARCHITETTURA

Post n°4953 pubblicato il 20 Novembre 2010 da psicologiaforense

Il nipote del boss all'università
La truffa dei 22 esami "regalati"

Fa errori di sintassi e ortografia ma supera nove prove in 45 giorni. «Come si chiama
l'esame che devo dare?»

Ad aprile scorso è stato arrestato insieme allo zio Giuseppe ed altri presunti membri di una delle cosche di 'ndrangheta più famose e importanti, quella dei Pelle «Gambazza» di San Luca, e dalla cella in cui è rinchiuso invia lettere a parenti e amici, ricche di errori di sintassi e ortografia. Niente di male, se non fosse che quegli scritti fanno sorgere un sospetto: come può Antonio Pelle, 24 anni, nipote del boss Giuseppe, che difficilmente prenderebbe la sufficienza in un tema d'italiano, essere arrivato al corso di laurea specialistica in Architettura, nell'università Mediterranea di Reggio Calabria, dopo aver sostenuto con successo ventidue esami?
Un percorso degno di uno studente modello che ha avuto il suo picco nel bimestre giugno-luglio 2009, quando il giovane Pelle ha superato nove esami in meno di un mese e mezzo. E che i carabinieri del comando provinciale hanno ritenuto di spiegare con una serie di intercettazioni tra il rampollo dei «Gambazza» e professori, impiegati e ausiliari dell'università ora indagati dalla Procura antimafia di Reggio (insieme al ragazzo) per i reati di falso e truffa. Sono accusati di aver aiutato Antonio Pelle - un cognome che evoca non solo una famiglia rispettata, ma anche la sanguinosa faida di San Luca - e qualche suo parente a superare test e prove d'esame.

 
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MONDO GATTO, FELINI, CERTOSINO, GATTO DA MANGIARE, PELLICCIA FOLTA E PREGIATA, DEL CERTOSINO NON SI BUTTA NULLA

Post n°4952 pubblicato il 20 Novembre 2010 da psicologiaforense

FELINI DOMESTICI NASCE UNA RINNOVATA  MODA

Copyright ©. by PSICOLOGIAFORENSE

IL CERTOSINO, GATTO FIERO E DI ROBUSTO APPETITO

 

L'ORIGINE è, tanto per cambiare, dubbia. Nonostante il nome, sembra che i gatti certosini non siano mai stati allevati dai monaci, nè abbiano abitato nelle Certose, e il loro mantello non ricorda il saio anche se i francesi, trattandosi della loro razza felina favorita, hanno tentato di farla risalire ad una certosa situata nei pressi di Parigi. Un'altra ipotesi è quella di gatti blu giunti in Europa al seguito di carovane di nomadi provenienti dalla Russia asiatica, il che spiegherebbe lo sviluppo della loro folta pelliccia, atta ad affrontare il freddo del nord. Si dice anche che il Certosino abbia preso il nome da una stoffa di origine spagnola, chiamata " pile de chartreux", proprio per la caratteristica della tessitura del mantello leggermente lanuginosa, o anche che sia arrivato dalle montagne a nord della Siria in seguito ai commerci aperti dalle Crociate. Già nel Medioevo si hanno notizie di un gatto completamente grigio, chiamato gatto di Malta o gatto di Cipro. Ad ogni modo, per dare ai francesi quello che è dei francesi, è vero che il primo riferimento alla denominazione "chartreux" si trova nel "Dictionnaire Universel du Commerce, d'histoire naturelle et des arts et mètiers" di Savarry Des Bruslon, pubblicato nel 1723. Vi si legge (orrore): "Certosino: nome volgare di un gatto la cui pelliccia è commercializzata dai pellicciai." In seguito il Certosino viene ancora citato nella " Grande Enciclopedia", uscita nel 1753 e quindi nel "Dizionario ragionato universale degli animali" del 1759, con la frase " Chiamano a Parigi gatti certosini quelli che sono interamente di colore cenere." Quindi se la Francia rivendica, per così dire, l'invenzione della razza, deve però anche assumersi la responsabilità di avere, per almeno due secoli (XVIII e XIX), allevato questi splendidi gatti non per i loro bellissimi occhi o il simpatico carattere, ma per la pregiata pelliccia e (secondo orrore) la tenera carne.

 
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CHOC AL....PIENO

Post n°4951 pubblicato il 20 Novembre 2010 da psicologiaforense

(SEGUE DAL PRECEDENTE POST IN FORMA  SPECULARE E SIMMETRICA:  CHOC AL PIENO...)

SVIZZERA:
NO AGLI IMMIGRATI PERCHE' PARASSITI DISTRUTTIVI

 

All'inizio sono così. Belle con il fondoschiena in prima fila e immersione con vista nel lago di Zurigo. Nella seconda immagine quello che si rischia in futuro. Di bello non c'è nulla: solo donne malvestite che vociano e fumano in acqua. E' l'immagine  del degrado da immigrazione. Campagna shock del Partito popolare svizzero (Svp) contro la politica dell'immigrazione e dell'integrazione.

  

 
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choc

Post n°4950 pubblicato il 20 Novembre 2010 da psicologiaforense

choc al vuoto

 
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