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Messaggi del 20/11/2010
Post n°4956 pubblicato il 20 Novembre 2010 da psicologiaforense
LA SENTENZA «Il blogger risponde solo per sé» La figura del blogger non è assimilabile a quella del direttore di giornale. Lo ha stabilito la terza sezione della Corte di Appello di Torino che ha assolto il gestore di un «diario on-line» dall' accusa di aver omesso il controllo sui post inseriti da altri. In primo grado il giudice aostano Eugenio Gramola (lo stesso che condannò con rito abbreviato Anna Maria Franzoni a 30 anni) aveva equiparato i doveri di vigilanza del blogger a quelli del direttore di giornale. «Chi gestisce un blog - era scritto nelle motivazioni - altro non è che il direttore responsabile dello stesso. Ha il totale controllo di quanto viene postato e, allo stesso modo di un direttore, ha il dovere di eliminare gli interventi o i commenti offensivi». All' imputato, Roberto Mancini, 63 anni, era stata inflitta una condanna a 3.000 euro di multa. In Appello (relatore Gustavo Witzel) la sentenza è stata riformata. La Corte ha ritenuto che le due figure sono distinte e non equiparabili. Il blogger non ha l' obbligo di controllare quanto pubblicato da altri sul suo blog. La sentenza è in linea con la Corte di Cassazione che fa una netta distinzione tra stampa e blog. Le indagini erano state avviate dalla polizia postale dopo le denunce per diffamazione presentate da quattro professionisti in merito a discussioni comparse sul blog «Il bolscevico stanco»
Post n°4955 pubblicato il 20 Novembre 2010 da psicologiaforense
DELITTO MEREDITH KERCHER:
Post n°4954 pubblicato il 20 Novembre 2010 da psicologiaforense
UN SORRISO PER NULLA RASSICURANTE Qualcuno direbbe che si sta affilando i denti mentre pregusta un lauto spuntino.
Post n°4953 pubblicato il 20 Novembre 2010 da psicologiaforense
Il nipote del boss all'università Ad aprile scorso è stato arrestato insieme allo zio Giuseppe ed altri presunti membri di una delle cosche di 'ndrangheta più famose e importanti, quella dei Pelle «Gambazza» di San Luca, e dalla cella in cui è rinchiuso invia lettere a parenti e amici, ricche di errori di sintassi e ortografia. Niente di male, se non fosse che quegli scritti fanno sorgere un sospetto: come può Antonio Pelle, 24 anni, nipote del boss Giuseppe, che difficilmente prenderebbe la sufficienza in un tema d'italiano, essere arrivato al corso di laurea specialistica in Architettura, nell'università Mediterranea di Reggio Calabria, dopo aver sostenuto con successo ventidue esami?
Post n°4952 pubblicato il 20 Novembre 2010 da psicologiaforense
FELINI DOMESTICI NASCE UNA RINNOVATA MODA Copyright ©. by PSICOLOGIAFORENSE IL CERTOSINO, GATTO FIERO E DI ROBUSTO APPETITO
L'ORIGINE è, tanto per cambiare, dubbia. Nonostante il nome, sembra che i gatti certosini non siano mai stati allevati dai monaci, nè abbiano abitato nelle Certose, e il loro mantello non ricorda il saio anche se i francesi, trattandosi della loro razza felina favorita, hanno tentato di farla risalire ad una certosa situata nei pressi di Parigi. Un'altra ipotesi è quella di gatti blu giunti in Europa al seguito di carovane di nomadi provenienti dalla Russia asiatica, il che spiegherebbe lo sviluppo della loro folta pelliccia, atta ad affrontare il freddo del nord. Si dice anche che il Certosino abbia preso il nome da una stoffa di origine spagnola, chiamata " pile de chartreux", proprio per la caratteristica della tessitura del mantello leggermente lanuginosa, o anche che sia arrivato dalle montagne a nord della Siria in seguito ai commerci aperti dalle Crociate. Già nel Medioevo si hanno notizie di un gatto completamente grigio, chiamato gatto di Malta o gatto di Cipro. Ad ogni modo, per dare ai francesi quello che è dei francesi, è vero che il primo riferimento alla denominazione "chartreux" si trova nel "Dictionnaire Universel du Commerce, d'histoire naturelle et des arts et mètiers" di Savarry Des Bruslon, pubblicato nel 1723. Vi si legge (orrore): "Certosino: nome volgare di un gatto la cui pelliccia è commercializzata dai pellicciai." In seguito il Certosino viene ancora citato nella " Grande Enciclopedia", uscita nel 1753 e quindi nel "Dizionario ragionato universale degli animali" del 1759, con la frase " Chiamano a Parigi gatti certosini quelli che sono interamente di colore cenere." Quindi se la Francia rivendica, per così dire, l'invenzione della razza, deve però anche assumersi la responsabilità di avere, per almeno due secoli (XVIII e XIX), allevato questi splendidi gatti non per i loro bellissimi occhi o il simpatico carattere, ma per la pregiata pelliccia e (secondo orrore) la tenera carne.
Post n°4951 pubblicato il 20 Novembre 2010 da psicologiaforense
(SEGUE DAL PRECEDENTE POST IN FORMA SPECULARE E SIMMETRICA: CHOC AL PIENO...)
All'inizio sono così. Belle con il fondoschiena in prima fila e immersione con vista nel lago di Zurigo. Nella seconda immagine quello che si rischia in futuro. Di bello non c'è nulla: solo donne malvestite che vociano e fumano in acqua. E' l'immagine del degrado da immigrazione. Campagna shock del Partito popolare svizzero (Svp) contro la politica dell'immigrazione e dell'integrazione.
Post n°4950 pubblicato il 20 Novembre 2010 da psicologiaforense
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Inviato da: Nuvola_vola
il 09/01/2019 alle 19:15
Inviato da: moltiplicazeri
il 16/12/2018 alle 17:51
Inviato da: monellaccio19
il 01/11/2018 alle 07:57
Inviato da: Brillante.Nero
il 06/09/2018 alle 23:51
Inviato da: casadei.lisetta
il 24/04/2018 alle 10:49