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Messaggi del 05/12/2010

 

RISPOSTA A QUESITO DI BLOGGER, CRONACA NERA,DELITTI, FATTI DI SANGUE, OMICIDIO YARA GAMBIRASIO, SARAH SCAZZI

Post n°5013 pubblicato il 05 Dicembre 2010 da psicologiaforense

(risposta al quesito posto da FRABONVI nel commento al precedente post)

LA CRONACA NERA...
NERA COME LA PAURA!

 

Siamo inevitabilmente attratti dal delitto. Inutile negarlo. Certo, non significa che prima o poi ciascuno di noi commet­terà qualche crimine, ma piuttosto che le vicende di cronaca nera ci respingono e ci attraggono allo stesso tempo. Ripulsa per l'orrore e la violenza che trasuda dai delitti più agghiac­cianti, ma anche curiosità e stupore davanti ai comportamenti più efferati o agli episodi che ancora restano insoluti.  Questo interesse non è una novità dei tempi moderni, si tro­vano più misfatti nella Divina Commedia di Dante o nelle opere di Shakespeare che nella "nera" di oggi. Sui giornali dell' Otto­cento si faceva quasi fatica a distinguere tra i feuilleton, i cosiddetti romanzi d'appendice a puntate e le vicende reali di cronaca nera, il cui svolgimento spesso proseguiva anch'esso "a puntate", a mano a mano che l'inchiesta si dipanava. In Italia, la cronaca nera, quella parte del giornale che rac­conta disgrazie, crimini e in genere "fattacci" di sangue riprese proprio lo stile dei feuilleton, mescolando i fatti di cronaca con uno stile narrativo non distante dal romanzo. Ma ciò avvenne solamente dopo la Liberazione. Durante il Ventennio fascista, tra il 1924 e il 1945, era proibito parlare di omicidi, furti o rapine. Il regime, infatti, puntava a creare l'il­lusione che il fascismo avesse portato pace e benessere al Paese ed ecco dunque che sui fogli di allora i suicidi si trasformavano in "disgrazie con il gas" e gli omicidi in "incidenti sul lavoro".

 
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TUTTA LA COMMUNITY NE PARLA, IL FATTO DEL GIORNO, INCREDIBILE TRAGEDIA, ULTIMA ORA,

Post n°5012 pubblicato il 05 Dicembre 2010 da psicologiaforense

TUTTA LA COMMUNITY NE PARLA

LAMEZIA TERME: LA STRAGE DEGLI INNOCENTI

Otto giovani ciclisti travolti e uccisi da una auto impazzita guidata da  un marocchino, tossicodipendente e senza patente 

Tragedia sulle strade della Calabria. Un gruppo di ciclisti è stato travolto da un'auto in corsa, una Mercedes, sulla Statale 18 in località Sant'Eufemia, nei pressi di Lamezia Terme. Grave il bilancio: otto persone sono morte e tre sono rimaste ferite, tra cui il guidatore, un marocchino. L'uomo probabilmente stava attraversando la statale a forte velocità, quando gli si è parato davanti un muro di ciclisti e non ha avuto il tempo di frenare. Lievemente ferito anche il figlio di dieci anni, in macchina con lui. 
IL GUIDATORE MAROCCHINO DROGATO È piantonato in ospedale, in stato di arresto. Era sotto l'effetto di droga  e senza patente dopo che gli era stata ritirata sette mesi fa
STRAZIO DEI PARENTI. Ci sono scene di disperazione e di dolore sul luogo dell'incidente. Parenti ed amici delle vittime si trovano sul posto in attesa di notizie. davanti ai  corpi coperti da teli bianchi, ci sono grida di disperazione e tante lacrime.

 
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MATRIMONIO, FAMIGLIA, SEPARAZIONE, DIVORZIO, AFFIDAMENTO DELLA PROLE, DIVORZIO ALL'ITALIANA,

Post n°5011 pubblicato il 05 Dicembre 2010 da psicologiaforense

IL DIVORZIO ALL'ITALIANA? E'  TUTTO DA CAMBIARE

 

Quaranta, è la media delle coppie che, due volte alla settimana, in ogni città d'Italia, si presentano dal magistrato per dirsi addio in maniera legale. Quaranta sono anche gli anni che  compie la legge Fortuna-Baslini, che introdusse l'istituto del divorzio nel sistema giuridico italiano. Ma che non ha reso la vita più facile alle coppie che vogliono disfare - e rifare - un matrimonio. Insomma, da quel fatidico 1 dicembre 1970, le cose non sono migliorate. Per ottenere un divorzio in Italia ci vogliono dai cinque ai dieci anni, secondo se la separazione è consensuale o giudiziale. E la spesa va dai mille ai  ...mila euro. Negli ultimi 15 anni i matrimoni sono scesi della metà, le separazioni raddoppiate e i divorzi saliti del 50 per cento. Si registra un divorzio ogni tre matrimoni.

 
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CRISI ECONOMICA, SOCIALE, POLITICA, OCCUPAZIONALE, OSCENO DI MASSA, SENO NUDO, COMUNE SENSO DEL PUDORE, BRIGITTE BARDOT,

Post n°5010 pubblicato il 05 Dicembre 2010 da psicologiaforense

SIAMO COLPITI DALLA MADRE DI TUTTE LE CRISI ECONOMICHE, FINANZIARIE, OCCUPAZIONALI, POLITICHE E SOCIALI... EPPURE POLITICI, MAGISTRATI, UOMINI DI CHIESA, MORALISTI, FORZE DELL'ORDINE, ECC... STANNO ANCORA DISCUTENDO  SE FA SCANDALO  UN MICRO COSTUME DA BAGNO....   

 

L'ITALIA NUDA DAVANTI ALLA LEGGE: SULLE SPIAGGE 43 ANNI DI COMUNE SENSO DEL PUDORE



Sono passati 43 anni da quando Brigitte Bardot lanciò la moda dei bagni di sole a seno nudo in un celebre hotel di Saint Tropez. Da allora topless, tanga, microbikini hanno impegnato la nostra magistratura ai massimi livelli. Anche quest'anno si è avuta un'estate calda per i naturisti che intendevano prendere la tintarella integrale in spiagge isolate. E come al solito polizia e carabinieri sono intervenuti su denuncia dei bagnanti. L'art. 726 del codice penale, infatti, punisce con un'ammenda di 516 euro chi compie atti contrari alla pubblica decenza in luogo pubblico o aperto o esposto al pubblico. Più di quattro proposte di legge mirano a concedere l'immunità ai naturisti che si denudano in spiagge riservate. Ma non sono state mai discusse in Parlamento. Dalla rassegna delle altalenanti sentenze della Cassazione in tema di nudismo emerge un interessante spaccato della nostra società. Il confine tra comportamenti leciti e comportamenti che rientrano nelle categorie dell'osceno e degli atti contrari alla pubblica decenza è difficilmente determinabile e ruota intorno al «comune sentimento del pudore», concetto che può mutare con la moda, l'evoluzione dei costumi e il giudizio dei mass media.

 
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