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Messaggi del 12/06/2012
Post n°6438 pubblicato il 12 Giugno 2012 da psicologiaforense
TRATTA E SFRUTTAMENTO SESSUALE E LAVORATIVO DI MINORI Di nuovo Banksy. Questa volta a essere impresso su di un muro di Londra dal writer più tragressivo di tutti i tempi è un bambino che cuce bandierine del Regno Unito. In perfetto stile Bansky, tutto resta rigorosamente avvolto nel mistero . Fuor di dubbio sono però l'attualità e la drammaticità del soggetto rappresentato. Sono ancora tanti i bambini che nel mondo sono costretti a lavorare, spesso svolgendo attività pesanti e nocive, vittime dello sfruttamento sessuale o trasformati in baby soldati. Secondo l'ultimo rapporto ILO 2010, l'Organizzazione Internazionale del Lavoro che ogni 4 anni tira le somme del fenomeno, in tutto il mondo sono circa 306 milioni i minori definiti “economicamente attivi”, di cui 115 milioni coinvolti in lavori pericolosi, ossia attività che, per loro natura o per le circostanze in cui vengono svolte, sono in grado di pregiudicare la loro salute, la loro sicurezza e il loro morale. Contro il lavoro pericoloso, una delle peggiori forme di lavoro minorile, si è schierata la comunità internazionale, imponendosi l’obiettivo di eliminarlo entro il 2016. E al lavoro pericoloso è dedicata anche la Giornata Mondiale contro lo sfruttamento del Lavoro minorile di quest'anno, celebrata oggi in tutto il mondo per rilanciare azioni e impegno a favore dei diritti dei minori troppo spesso calpestati non solo all'estero, ma anche in Europa e in Italia. Il fenomeno infatti è globale e se i bambini lavoratori sono concentrati principalmente nei paesi in via di sviluppo, non mancano anche nei paesi industrializzati dell'Occidente. Nemmeno l'Italia è esente da questa drammatica piaga, con un esercito silenzioso di circa 500.000 baby lavoratori che hanno meno di 15 anni e che appartengono alle fasce più deboli, come i minori stranieri, come denunciato da Save The Children.
Post n°6437 pubblicato il 12 Giugno 2012 da psicologiaforense
Essere accusati ingiustamente. Può capitare a tutti. Difficile difendersi, quasi impossibile se il reato di cui si è accusati è quello più tremendo e infamante: omicidio della figlioletta neonata. L'emozione ci travolge quando si parla di bambini..... La storia di Azaria ha rappresentato un incredibile caso giudiziario, sollevando attenzione in tutto il mondo. E’ l’agosto del 1980, i signori Chamberlain decidono di trascorrere qualche giorno in campeggio nel deserto vicino alla Ayers Rock. Con loro ci sono Azaria, appena nove settimane di vita, e gli altri due figli. La sera del 17, mentre sono radunati attorno al falò sentono quello che sembra un pianto. Lindy si precipita nella tenda dove aveva lasciato la piccola a dormire. E’ un colpo al cuore: la bimba non c’è più. Qualcuno deve averla rapita. Ma la donna, a sorpresa, suggerisce una teoria allora apparsa strana. Forse è stato un dingo – spiega – che era stato visto nella zona anche da altri turisti. Non le credono. La magistratura, dopo un’inchiesta zeppa di errori, incrimina la coppia, quindi condanna la mamma all’ergastolo. Per il giudice ha ucciso la figlia, la storia del cane della prateria è una frottola. Lindy va in prigione. E lì dovrebbe restare per sempre se non fosse per una svolta causale quanto incredibile. Siamo nell’86 e nella zona della Ayers Rock le squadre di soccorso cercano un escursionista scomparso. Durante la battuta un ranger scopre in una tana di un dingo una tutina identica a quella che indossava Azaria. E’ una prova determinante che porta al proscioglimento di Lindy. E quella soluzione trova poi conferme indirette nei numerosi attacchi da parte di dingo contro i bambini. Lindy torna in libertà, è prosciolta. Ora sarà scritto anche nel fascicolo giudiziario: Azaria Chamberlain, scomparsa nel deserto dell’Australia più di trent’anni fa, non è stata uccisa dai genitori ma portata via da un dingo. A decretarlo, dopo aver riesaminato le prove, un tribunale australiano. Con una deposizione drammatica e, al tempo stesso toccante, il medico legale Elizabeth Morris ha annunciato alla corte: «Azaria è deceduta a Uluru il 17 agosto 1980 in seguito all’attacco di un dingo. Gli elementi che lo confermano sono chiari, convincenti ed escludono qualsiasi altra ipotesi». A cominciare da quella di un delitto orrendo commesso da Lindy e Michael Chamberlain, la mamma e il papà della piccola.
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Inviato da: Nuvola_vola
il 09/01/2019 alle 19:15
Inviato da: moltiplicazeri
il 16/12/2018 alle 17:51
Inviato da: monellaccio19
il 01/11/2018 alle 07:57
Inviato da: Brillante.Nero
il 06/09/2018 alle 23:51
Inviato da: casadei.lisetta
il 24/04/2018 alle 10:49