Tag CloudCerca in questo BlogCitazioni nei Blog Amici: 791 TagCerca in questo BlogUltimi commentiContatta l'autore
TagTag CloudMenuChi può scrivere sul blog
Solo l'autore può pubblicare messaggi in questo Blog e tutti gli utenti registrati possono pubblicare commenti.
I commenti sono moderati dall'autore del blog, verranno verificati e pubblicati a sua discrezione. Citazioni nei Blog Amici: 791 Cerca in questo Blog |
Messaggi del 02/08/2012
Post n°6584 pubblicato il 02 Agosto 2012 da psicologiaforense
DALLA SOTTOVESTE DI KIM BASINGER AL BIKINI DI URSULA ANDRESS: L'ABBIGLIAMENTO SI IDENTIFICA CON I PERSONAGGI. SOPRA IL VESTITO, UN'EMOZIONE. ECCO GLI "ABITI MITO" DEGLI ITALIANI La sottoveste di Kim Basinger in “Nove settimane e mezzo”. Il miniabito di Sharon Stone quando accavalla le gambe in “Basic Instinct”. Il bikini di Ursula Andress, partner di 007 in “Licenza di uccidere”. Il giubbotto dello spericolato Tom Cruise in “Top Gun”. Ma anche il vestito a fiori della signora Coriandoli; la maglia azzurra di Tardelli; il cappello di Lucio Dalla... Sono solo alcuni fra i capi-mito che appartengono all'immaginario collettivo degli italiani. Lo rivela uno studio che indica come il fattore trasgressione giochi un ruolo importante, nella selezione dei capi-mito, perchè scatena pensieri erotici e sensuali. Da qui la sottoveste della Basinger che diventa un inconscio oggetto del desiderio. L'altro aspetto che emerge dall'inchiesta è legato all'originalità del travestitismo giocoso, che rimanda a personaggi simpatici (la signora Coriandoli di Ferrini, Sbirulino della Mondaini). Segue il “fascino della divisa”: militare, sportiva o di altro tipo, come segno di appartenenza a un gruppo. E ancora, quei capi distintivi di certi personaggi: la camicia di Costanzo (complice anche la pubblicità), il fazzoletto di Pavarotti, la polo dell'Avvocato, la T-shirt di Jovanotti. A volte il meccanismo è talmente potente che non si riesce più a distingure se è più mito il capo o la persona che lo indossa. Un esempio per tutti: Marylin Monroe e in suo svolazzante vestito bianco in “Quando la moglie è in vacanza”. Sganciati dai soggetti sono invece quegli indumenti che hanno identificato generazioni e fenomeni sociali. Il liberatorio bikini negli Anni Sessanta; l' eskimo della protesta sessantottina; le bluse di pelle sforacchiata dagli spilloni che i punk copiavano dai Sex Pistol a metà dei Settanta. E ancora i jeans e il giubbotto di Bruce Springsteen adottato dai rocchettari 25 anni fa. Ma quali sono per gli italiani “i capi-simbolo” che, nell'esperienza individuale, si legano a un ricordo, a una sensazione emotiva? Sette persone su dieci ammettono di conservare nell'armadio un capo-feticcio soltanto perchè rappresenta un momento particolare della loro vita: l'abito dei 18 anni, i boxer sfoggiati il tal capodanno, la giacca che portavano il giorno della laurea... E qui la T-shirt risulta gettonatissima, balzando in testa alla classifica grazie alla sua trasversalità. Presente nei vari settori: dal casual, allo sport, all'intimo, si può definire l'indumento protagonista delle emozioni degli italiani. Per i ragazzi è il souvenir della prima vacanza da soli, mentre gli adulti la conservano a mo’ di trofeo sportivo. A ruota si posizionano camicie, jeans, boxer e slip. L'indagine si chiude con i “capi- bandiera” scelti dai singoli per rappresentare la propria personalità attraverso un linguaggio cifrato che spesso comunica un ruolo sociale. Allora camicia e camicetta conquistano il primo posto. Le preferenze vanno poi a maglietta, tailleur e pantaloni.
Post n°6583 pubblicato il 02 Agosto 2012 da psicologiaforense
Sono dati ufficiali del social network: oltre l'8% di account finti, di cui l'1,5% creato a scopo di spamming e peggio
Tanti amici su Facebook... Quanti amici "falsi" avete? No, nel caso degli amici di Facebook la falsità non è un giudizio morale, ma un dato di fatto. Il social network ha infatti rivelato che, secondo stime interne, l'8,7% degli utenti totali è costituito da identità variamente fittizie. Quindi, sui 955 milioni di iscritti dichiarati in occasione degli ultimi risultati finanziari della società, parliamo di 83,09 milioni di nomi e cognomi che non corrispondono a nessuno, o corrispondono alla persona sbagliata o a un bot.
Post n°6582 pubblicato il 02 Agosto 2012 da psicologiaforense
UN’ESTATE CALDA E ASSASSINA
Un caldo atroce, città bollenti, siamo solo al 2 di agosto ed è più di un mese che soffriamo afa e siccità. I meteorologi sono allarmati, non sanno più come chiamare queste ondate di caldo africano: Caronte, Minosse, Scipione, Ulisse…. Ma anche sociologi e psichiatri intravedono problemi. Perchè il caldo dà alla testa, rende nervosi, irascibili e scatena furie represse. E non c'è luogo migliore per litigare dell'ufficio dove si fronteggiano due partiti: aria condizionata sì e aria condizionata no. La rissa è assicurata. Di solito chi odia il freddo artificiale è un salutista della prima ora, che preferisce puzza e sudore all'idea di venire contaminato da virus e germi. Controindicazioni che possono esistere (se non si cambiano i filtri) ma di cui gli amanti del gelo se ne infischiano. Questi ultimi di solito sono anche accaniti fumatori e devono sopportare il divieto al vizio per tutto l'anno, l'estate è il momento del riscatto, sono finalmente loro a dettare le regole. Ma non è facile, i salutisti doc sono ossi duri . Chi li conosce li evita.
|
Inviato da: Nuvola_vola
il 09/01/2019 alle 19:15
Inviato da: moltiplicazeri
il 16/12/2018 alle 17:51
Inviato da: monellaccio19
il 01/11/2018 alle 07:57
Inviato da: Brillante.Nero
il 06/09/2018 alle 23:51
Inviato da: casadei.lisetta
il 24/04/2018 alle 10:49