Creato da: psicologiaforense il 14/01/2006
finchè vita non vi separi
 

Cerca in questo Blog

  Trova
 
 
Citazioni nei Blog Amici: 791
 

Archivio messaggi

 
 << Settembre 2012 >> 
 
LuMaMeGiVeSaDo
 
          1 2
3 4 5 6 7 8 9
10 11 12 13 14 15 16
17 18 19 20 21 22 23
24 25 26 27 28 29 30
 
 

Cerca in questo Blog

  Trova
 
RSS (Really simple syndication) Feed Atom
 

Contatta l'autore

Nickname: psicologiaforense
Se copi, violi le regole della Community Sesso: F
Età: 62
Prov: PD
 

umorismo e satira

 

Chi può scrivere sul blog

Solo l'autore può pubblicare messaggi in questo Blog e tutti gli utenti registrati possono pubblicare commenti.
I commenti sono moderati dall'autore del blog, verranno verificati e pubblicati a sua discrezione.
 

Archivio messaggi

 
 << Settembre 2012 >> 
 
LuMaMeGiVeSaDo
 
          1 2
3 4 5 6 7 8 9
10 11 12 13 14 15 16
17 18 19 20 21 22 23
24 25 26 27 28 29 30
 
 
Citazioni nei Blog Amici: 791
 

Cerca in questo Blog

  Trova
 

Messaggi del 28/08/2012

 

RIFLESSIONE DELLA SERA, PERCHE' I BLOGGER SE NE VANNO, PERCHE' LA MAGGIOR PARTE DEI BLOG E' "DORMIENTE", BLOGGER KILLER SERIALI

Post n°6674 pubblicato il 28 Agosto 2012 da psicologiaforense

NON CADERE NELL'UMILIAZIONE! ANCHE SE DOPO IL RAGGIRO DELLE CLASSIFICHE  CI SI SENTE RIDICOLI

 

CON QUEI POST  UN PO’ COSÌ E QUEI COMMENTI…

LE CINQUE FERITE IN WEB: INGIUSTIZIA, UMILIAZIONE, TRADIMENTO, INGANNO, TRIONFO DEI FURBASTRI 

 

 

 

 

DI  mortificazione  si può anche morire (in web), quando si è vittime di truffe. Ultimo caso quello dei blogger  che hanno lasciato il portale di appartenenza  dopo essere stati raggirati da  blogger truffaldini. E' stata, forse, la fine di un'illusione, ipotizzo io.  Perché, in questi casi scatta un meccanismo di grande umiliazione. Ci si sente traditi, come si sentono tutte le persone che vengono raggirate ed è  proprio in questo che sta l'umiliazione profonda, nell'essere ingannati. Vergogna e umiliazione sono sentimenti terribili. L'essere beffati comporta anche un pesante senso del ridicolo. Questo ha provocato una perdita grandissima di autostima per persone che, invece, sulla stima di sè, sul proprio valore, sulla propria correttezza, sulla capacità di valutare persone e circostanze, avevano fondato l'esistenza.

 
Condividi e segnala Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso
 
 

CURIOSITA', SPEEDY GONZALES ,"IL TOPO PIÙ VELOCE DEL MESSICO",OGGI HA 60 ANNI,"ARRIBA, ARRIBA" , GATTO SILVESTRO,

Post n°6673 pubblicato il 28 Agosto 2012 da psicologiaforense

IL CELEBRE TOPO PIÙ  VELOCE DEL MESSICO VEDEVA LA LUCE IL 28 AGOSTO DEL 1953 NEGLI STUDI DELLA WARNER BROS SPEEDY GONZALES.  SESSANT’ ANNI CORRENDO. NACQUE COME CARTOON, MA DIVENNE ANCHE CANZONE E…  MODO DI DIRE

"ANDALE, ANDALE. ARRIBA, ARRIBA”

Il 28 agosto di sessant' anni fa, nella stanza dei bottoni della Warner Bros, quelli che ancora non si chiamavano creativi e uomini marketing, si guardano perplessi dopo la proiezione in anteprima di “Cat tails for two”, un cortometraggio d' animazione con uno strano, nuovo personaggio. “È un topo mormorano . Come si può dar battaglia alla Disney con un altro topo. Così poco americano, poi”. “L' America ha voglia di ridere dice Robert McKimson, l' autore del film e questo brutto topo è un tipo molto divertente”. È l' atto di nascita di uno dei personaggi più noti nell' universo dei cartoon, uno dei pochi a sopravvivere a se stesso, entrando nel linguaggio comune e persino nel mondo della musica leggera, protagonista di un twist che farà il giro del mondo. “Il mio nome è Speedy Gonzales dirà il topo, viaggiatore clandestino su una sgangherata nave clandestina e sono il topo più veloce del Messico”. A scoprirlo sono naturalmente due gatti senza cervello, ispirati dirà anni dopo McKimson ai protagonisti di un “nuovo” romanzo di Steinbeck: Uomini e Topi. Speedy Gonzales, nell' agosto del 1953, non sa ancora che il suo nome diventerà l' etichetta con cui, per i successivi  sessant' anni, giornalisti e commentatori televisivi battezzeranno decine di atleti, calciatori, giocatori di baseball e ogni altro genere di uomo che farà la propria fortuna con la rapidità delle proprie gambe. Il suo aspetto è leggermente diverso da quello che ci è diventato familiare: più scuro, più smilzo, senza il sombrero e con un paio di stortissimi denti d' oro “Volevo farne la caricatura di uno dei classici messicani da strada”, commenta McKimson, rallegrandosi che i tempi del “politically correct” fossero ancora al di là da venire. Dopo il debutto, nel quale fece impazzire i due poveri gatti, SPEEDY rimase in sonno per un paio di anni. Nel 1955, ridisegnato da Freleng (il padre di Gatto Silvestro) nel più simpatico aspetto di oggi, il topo più veloce del Messico torna alla ribalta in un cortometraggio che porta il suo nome. È il primo capitolo della decennale saga contro Silvestro, che nella storia della Warner Bros alternerà le sedute di caccia al canarino Tweety con le batoste messicane contro Gonzales. Speedy non è più un povero messicano, ma uno scaltro personaggio che guida una banda di topi alla conquista di una fabbrica di formaggio. Pieno di spirito e di carisma, sempre pronto a correre e a far esplodere i nemici con la dinamite, “Speedy Gonzales” vincerà l' Oscar per il miglior film di animazione nel 1955. È l' inizio di un successo che durerà per una ventina d' anni, in una lunga saga in cui il topo più veloce del mondo alternerà la guerra con Silvestro agli scontri con il papero Duffy in una serie quasi infinita di cortometraggi per il cinema e la televisione. Poi, quasi improvviso, l' oblio.

 
Condividi e segnala Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso
 
 

LA VIGNETTA DELLA SERA, RIFORMA DELLA SANITA',

Post n°6672 pubblicato il 28 Agosto 2012 da psicologiaforense

 
Condividi e segnala Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso
 
 

IL CASO DEL GIORNO, IL BAMBINO CHE SUSSURRAVA ALLE MARMOTTE, FOTOGALLERY

Post n°6671 pubblicato il 28 Agosto 2012 da psicologiaforense

IL SEGRETO DEL PICCOLO MATTEO,
IL BIMBO CHE NON FA PAURA ALLE MARMOTTE

E’ Danilo Mainardi a raccontare la storia  del piccolo Matteo Walch. Un bimbo minuto   alto come un soldo di cacio. La marmotta che per prima se lo trovò di fronte, quando con tutta la famiglia era in vacanza a Grosslockner, nelle Alpi austriache, penso l'abbia guardato soprattutto con curiosità, forse con un po' d'interesse ma certo non con paura. I grandi e tondi occhi del roditore persi negli infantili occhi umani di Matteo. E un po' infantili erano anche quelli della marmotta (che pure era una signora di una certa età) perché loro, tutte le marmotte, sono fatte così, e, almeno ai nostri occhi, un po' bambocce lo rimangono sempre, come i koala e i panda e, a modo loro, pure i pinguini.  Fatto sta che Matteo allora cominciò quell'avventura che ora possiamo anche considerare una lezione per tutti noi. Una lezione innanzitutto perché, invece di rimanere con gli altri bambini nel recinto del parco giochi, aveva preferito correre libero nella natura e starsene là ad osservare le marmotte. Una lezione inoltre perché, oggi che ha otto anni, ci insegna come tutti noi dovremmo comportarci con gli animali selvatici. La storia di Matteo, tutto sommato, è insieme semplice e straordinaria. La semplicità sta nel come s'è andata sviluppando: da quando aveva quattro anni ogni estate Matteo ha infatti trascorso due settimane giornalmente immerso nella colonia di marmotte, ed è bastato questo breve periodo, ripetuto però un anno dopo l'altro, per far prima nascere e poi consolidare tra l'umano e i non umani un'amicizia caratterizzata dalla reciprocità ma anche dalla consapevolezza della diversità esistente tra le loro due specie.  La lezione che il bambino Matteo col suo esempio sta infatti dando è che a creare un legame forte tra un animale e un essere umano non c'è solo l'imprinting, legame che fa dell'animale (in questo caso penso soprattutto al cane) e del padrone quasi un tutt'uno, un'unica famiglia. Un legame che comunque ci dà una sensazione di parentela. Nel caso di Matteo e delle marmotte il rapporto è diverso, è la cosiddetta «socializzazione secondaria». Avviene al di là del periodo precoce dell'imprinting e semplicemente annulla la paura e crea fiducia e simpatia, ma la marmotta resta marmotta e l'uomo resta uomo. C'è però, in questa socializzazione secondaria, il miracolo della convivenza pacifica, del riconoscersi anno dopo anno e dell'essere felici a ogni nuovo ritrovarsi.  

 
Condividi e segnala Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso
 
 

attualità, cronaca, Belluno, Ponte nelle Alpi, cartone latte, topo morto, cooperativa Alleghe, topo nel latte, uomini e topi

Post n°6670 pubblicato il 28 Agosto 2012 da psicologiaforense

Trova un topo morto nel cartone del latte. Brutta scoperta per una donna di Ponte nelle Alpi, il ratto
era all’interno della confezione in stato di putrefazione.
 «E neppure una minima scusa dalla ditta».

UOMINI E TOPI

Apre il cartone del latte e trova dentro un topo morto. È questa la macabra scoperta di una donna veneta che, fatta la spesa in un supermercato, ha visto il piacere del caffè macchiato trasformarsi in una scena raccapricciante. «Indescrivibile l'odore emanato dalla carcassa del roditore» assicura la donna rimasta subito vittima di una forte nausea. L'animale in stato di decomposizione «ma ancora intero» pare sia stato inscatolato, infatti, insieme al prodotto caseario, andato precocemente a male a causa della contaminazione. La donna. «Non usciva che una minima quantità di latte - racconta la malcapitata cliente - così ho allargato l'apertura fino a dover tagliare di netto la parte superiore del cartone». È ancora forte il ricordo del profondo disgusto provato che si interrompe. «Al malessere si aggiunge però ora anche il dispiacere se non la rabbia per il seguito» aggiunge la testimone. Nonostante la tempestiva segnalazione alla Cooperativa di San Vito, che gestisce anche l'esercizio di Alleghe, infatti, che prontamente ha allertato la latteria produttrice, solo nel tardo pomeriggio di la donna è stata contattata per chiedere l'invio di materiale fotografico che documenti l'incidente avvenuto probabilmente nell'ultima fase di inscatolamento del latte prodotto in Alto Adige. «Oltre il danno anche la beffa - sbotta la vittima - visto che anziché le scuse del caso ho ottenuto solo una richiesta di ufficio per dimostrare ancora quanto è invece (spero ancora per poco) conservato, mio malgrado, in frigo». «Nessuna lamentela per il negozio che si è dimostrato pronto e attento come di consuetudine, ma dalla direzione della centrale del latte un po’ più di efficienza e cortesia me la sarei aspettata», commenta a denti stretti la donna. «Non resta che segnalare il caso ai Nas, confidando che almeno loro siano più celeri e attenti della rete che gestisce la fornitura».

 
Condividi e segnala Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso
 
 

ATTUALITA', TOPLESS DAY, USA,MANIFESTAZIONE, IN MARCIA A SENO NUDO, FOTOGALLERY, LIBERA IL SENO, LIBERA LA MENTE

Post n°6669 pubblicato il 28 Agosto 2012 da psicologiaforense

Topless Day: centinaia di donne
in marcia a seno nudo negli Usa

E' il topless day negli Usa. «Libera il seno, libera la mente», è uno degli slogan lanciato dalle molte energiche attiviste che manifestano in vari stati americani.
Erano quasi un centinaio anche in piazza a New York per chiedere una riforma costituzionale che dia a donne e uomini pari diritti. In questo caso, la possibilità di girare in topless in pubblico, così come fanno gli uomini. In molti stati americani, infatti, è espressamente proibito mostrare i seni in pubblico. Presenti anche decine di uomini. «Per solidarietà», dicono.



 
Condividi e segnala Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso
 
 

© Italiaonline S.p.A. 2024Direzione e coordinamento di Libero Acquisition S.á r.l.P. IVA 03970540963