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Messaggi del 17/09/2012

 

PANNI SPORCHI, LA RIFLESSIONE DELLA SERA, CONCUSSIONE, CORRUZIONE, SPRECHI, SCANDALI INAUDITI, PRIVILEGI

Post n°6741 pubblicato il 17 Settembre 2012 da psicologiaforense

REGIONE LAZIO: IL PADRE DI TUTTI GLI SCANDALI, LA POLVERINI CHIEDE SCUSA AGLI ITALIANI

PUBBLICI SCANDALI  E VIZI PRIVATI

 

 

AH, gli scandali di una volta... Vuoi mettere la rigogliosa epopea pre-Tangentopoli (i petroli, la Lockheed, la P2, le carceri, le lenzuola, perfino i vecchietti "d'oro") o la fantasmagoria di Mani pulite (dal "mariuolo" Chiesa allo "steccone" Enimont passando per Broccoletti), con  gli scandali della regione Lazio venuti fuori negli ultimi giorni? Più che esplodere, in effetti, queste incredibili  storiacce paiono implodere, svogliatamente, raggomitolandosi su se stesse senza un brivido. Non indignano, quindi, non accendono la fantasia, non trasmettono ansia e forse nemmeno spostano voti. Al di là degli interessi minacciati, l'atmosfera è così moscia da far sorgere il dubbio che gli scandali non facciano più scandalo. Al loro posto, o meglio al loro cospetto pare di cogliere un complicato miscuglio di sentimenti. Hanno rubato? E vabbè. Hanno imbrogliato? Capirai. Li hanno ingabbiati? Ah. Un senso di stanchezza e di saturazione s'attorciglia così alle spese pazze degli enti locali, alle truffe, alla corruzione, ai vergognosi privilegi, agli sprechi,  ecc… Un che di già visto, un " abbiamo-già-dato" spegne l'interesse. Dietro a questa specie di disincanto triste si scorge l'ombra della diffidenza e della rassegnazione. Il male, nel frattempo, se l'è caricato quasi tutto la crisi globale. Cresce la noia e cala la tensione civile. E davanti agli scandali ci si sente sempre più estranei, ma da che cosa non è mica tanto chiaro.

 
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LA NOTIZIA CURIOSA DEL GIORNO,

Post n°6739 pubblicato il 17 Settembre 2012 da psicologiaforense

A VENEZIA CHE SI È CANDIDATA COME CAPITALE EUROPEA DELLA CULTURA PER IL 2019, UN “POETA DI STRADA” SI È VISTO SEQUESTRARE LE SUE POESIE.

 

TUTTI SOLIDALI CON IL POETA A CUI SONO STATE SEQUESTRALE LE SUE "EMOZIONI D'INCHIOSTRO" 

 

Non è un venditore di tappeti, non è un venditore di borse, di quelli che intralciano la viabilità in area marciana e minacciano di morte i commercianti. Lui scrive brevi poesie d’amore, sull’amicizia e sulla natura e le mette in una cassetta a disposizione dei passanti, i quali possono prenderle lasciando un’offerta a loro discrezione. Ebbene, nel campo Santa Margherita degli schiamazzi notturni, dei bonghisti che rompono il sonno altrui e dei giovinastri che usano le callette adiacenti come latrine, i vigili hanno sequestrato proprio le sue poesie. Antonio Melis, sardo di origini ma da oltre trent’anni girovago, credeva di non fare del male a nessuno cedendo le sue poesie in cambio di pochi spiccioli. «Avevo lasciato la cassettina - racconta - in campo mentre andavo a comperare un trancio di pizza. Una volta uscito dal negozio, la cassetta non c’era più. La gente del campo, che mi vuol bene, mi ha detto che era passata una vigilessa». Così Melis si è rivolto ai vigili, che hanno una sede proprio in campo Santa Margherita, chiedendo la restituzione delle sue cose e l’ha ottenuta. «Non ho fatto neppure in tempo ad appoggiare la scatola e parlare con un commerciante vicino - prosegue - che è tornata una pattuglia di vigili chiedendomi di seguirli. Mi hanno sequestrato le poesie e mi hanno lasciato andare dicendomi che la prossima volta prenderanno provvedimenti più seri. Ma stiamo scherzando? Non ho infranto nessuna legge, vivo così senza chiedere niente a nessuno, in tutta Italia sono apprezzato anche da vigili e parlamentari. In piazza Montecitorio diversi onorevoli mi hanno detto "Se hai bisogno di qualcosa vieni da me". Non mi serve un aiuto, perché io rispetto la legge. A quei vigili ho risposto "Voi siete fuori legge, perché violate la costituzione intromettendovi nella mia vita". La mia non è una sfida - aggiunge - ma nessuno ha il diritto di intralciare la mia libertà». All’inizio aveva anche pensato di affidarsi ad un avvocato che poco prima aveva preso un paio delle sue poesie, ma poi ha ritenuto che non ne valesse la pena.

 

 
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