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Messaggi del 26/12/2012

 

IL CASO, PATOLOGIA DEI VEDOVI E DELLE VEDOVE, MUORE LA MOGLIE DI FEBO CONTI, SARANNO CREMATI ASSIEME

Post n°7049 pubblicato il 26 Dicembre 2012 da psicologiaforense

Quattro giorni dopo Febo Conti muore anche sua  moglie Italia Vaniglio. La Signora  non ha retto al dolore. Si è spenta stroncata da un infarto ed ora lei e suo marito saranno cremati insieme. Erano soliti dire che la morte non li avrebbe divisi.... 

 MORIRE A NATALE

 

A quattro giorni dalla scomparsa del marito Febo Conti, si è spenta all'età di 86 anni anche la moglie, Italia Vaniglio, nata a Pola il 18 gennaio del 1926. Cantante prima di avanspettacolo e poi nelle orchestre di Alberto Semprini e Piero Rizza, con cui aveva inciso brani di Natalino Otto come Ho un sassolino nella scarpa e Mamma voglio anch'io un fidanzato  . Martedì, era andata a vegliare  la salma del marito, spentosi domenica 16 dicembre, alla camera mortuaria ma poco dopo  è stata colta da malore. E’ morta di crepacuore. Oggi la cremazione per entrambi mentre le ceneri, su loro richiesta, saranno sparse nel mare in Brasile dove avevano casa da 23 anni. Italia Vaniglio e Febo Conti, il precursore dei quiz televisivi divenuto famoso per il programma per ragazzi Chissà chi lo sa, si erano sposati nel 1953.

 
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L'OPINIONE, IL CORPO MASCHILE.... METTE A NUDO LA POLITICA, FILOSOFIA, CULTURA, SCIENZA DELLA VITA,

Post n°7048 pubblicato il 26 Dicembre 2012 da psicologiaforense

DA PLATONE A  OGGI, UN SOLO LINGUAGGIO: IN NOME DELLA "METAFORA VIRILE". COSÌ IL CORPO DEL MASCHIO HA INVENTATO LA POLITICA

 

Alla  testa o a capo  del governo, membri del Parlamento, organi della giustizia, e cuore dello Stato, braccio armato, occhio vigile, mano invisibile, ecc....   Che l'immagine del corpo sia profondamente radicata nel linguaggio politico, non c'è dubbio. Ma è vero che simbolicamente, e non solo, il corpo maschile ha prevalso emarginando quello femminile? Sì, e questo già nell’antichità. Infatti la tradizione filosofico-politica greca con Platone  distingue una  “forma ordinata” del corpo (il maschile) che  fa da modello all'ordine politico suggerendo il parallelo tra testa e capo, ventre e popolo, braccio ed esercito.  E una forma (il femminile) che risulta concreta  come materia spaventosa e caduca, destinata a nascere, trasformarsi, generare e morire. Oggi, le moderne democrazie sono  strutturate come grandi macchine in cui la complessità è tale da provocare caos anzichè ordine.  Che dire, infatti,  della mastodontica Pubblica Amministrazione, della Sanità, della Giustizia, ecc. ? E ancora, l'impotenza degli Stati a risolvere i problemi del Terzo Mondo, dell'Aids o dei conflitti etnici non è la dimostrazione evidente che l'Ordine, come nel Processo di Kafka, è diventato disordine? E' pur vero però che la metafora politica del corpo non si gioca più sul conflitto maschile-femminile (con la televisione, internet, i media, ecc... la corporeità in genere ha assunto una funzione di primo piano, imponendo anche in questo campo la cura dell'immagine). Eppure qualcosa dell'antica distinzione rimane. Mentre s'impone un modello di corpo maschile eternamente giovane e atletico che, a seconda dei punti di vista, può apparire artificiale o l'equivalente della mens sana, quello femminile seguita ad essere oggetto di leggi e normative su maternità, aborto, bioetica, ecc.  Protezione o “controllo”? “Il corpo è mio e me lo gestisco io”, gridavano le femministe degli Anni Settanta. Sono trascorsi più di quarant' anni ma per le donne il riscatto dei loro “impolitici” corpi  è appena cominciato e aspetta  ben altri cambiamenti.

 
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