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Messaggi del 09/02/2013

 

RIFLESSIONE DELLA NOTTE, EROS, SESSO, SESSUALITA', PSICOLOGIA, CULTURA, SCIENZA, NOVITA' IN SESSUOLOGIA,EROS FELICE?, UN MITO

Post n°7165 pubblicato il 09 Febbraio 2013 da psicologiaforense

Amore, sesso, desiderio e morte si alternano disordinatamente nello sfondo confusivo delle infinite  sfaccettature dell'eros... La coppia quando finalmente incontra la dimensione perversa della sessualità che abita le menti dei due protagonisti, oppure quando è incautamente esclusa da uno o da entrambi. Avere paura delle cose che ci eccitano, anche se considerate strane o perverse, non è sempre un bene: il confine tra ciò che è "sano" e ciò che è "malato" spesso non è quello suggerito dagli stereotipi e dai pregiudizi imperanti.... 

SESSO, EROS, SESSUALITA': SENSO E SIGNIFICATO OGGI

L' EROS felice è un mito. Quando la sessualità si blocca, si bloccano anche tutte le attività legate alla passionalità della vita: il lavoro, i rapporti con gli altri, il rapporto con sè. L' EROS non si esprime solo nel SESSO. È qualcosa di molto più profondo, che si esprime in tante sfere. Gli uomini, in questo momento, sono in difficoltà maggiori. Le donne hanno più campi in cui riversare la loro passionalità. Gli uomini la buttano sul lavoro e sulle donne. Hanno meno modelli cui rifarsi, meno stimoli da parte della società per trovare altre strade in cui esprimersi. Sognano meno cose. La definizione di quel che significa essere uomo è diventata troppo stretta per la psiche dell' uomo di oggi. 

 
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LA RIFLESSIONE

Post n°7164 pubblicato il 09 Febbraio 2013 da psicologiaforense

Anche i cattolici lo rivalutano, ma il problema resta: dove si annida nel mondo moderno? Piacere, il paradiso nascosto. Per l'italiano medio è irraggiungibile...

 

L'ULTIMO VERO PIACERE

Di questi tempi il piacere è  un fenomeno interstiziale, da ricercare in preziose e nascoste isole dell'esistenza. Non nel lavoro in sè, ad esempio, perchè il lavoro è diventato una fonte continua di preoccupazioni, di ansie, di angosce. Circolano parole che sono diventate tristemente d'uso comune: il downsizing, cioè le ristrutturazioni basate sui tagli all'occupazione, e l'outsourcing, la dislocazione all'esterno di funzioni aziendali a cui si risponde se è il caso con il downshifting ristrutturando verso il basso le proprie aspettative e i propri comportamenti, alla ricerca di una qualità della vita che supplisca al calo della quantità di lavoro. Insomma, si fa di necessità virtù, altro che piacere. Perchè in effetti tutta la sfera lavorativa è entrata in una dimensione di precarietà permanente: il mercato e la concorrenza fanno scottare la sedia a tutti, e a ogni livello. In queste condizioni, trovare una forma di piacere nella professione è un'impresa disperata. Forse si può trovare un indizio di piacere non tanto nel lavoro in sè, che è continuamente sottoposto allo stress della prestazione, all'incertezza dei risultati, alla indeterminatezza se non all'improbabilità dei nuovi obiettivi strategici, bensì in ciò che sta al contorno dell'attività professionale. Perchè il lavoro consente di viaggiare, essere in loco, di presenziare, e la presenza ormai sembrerebbe l'ultimo dovere-piacere residuo. Il piacere della presenza, del farsi vedere, dell'essere ripresi. Il piacere della presenza riunisce tutti i piaceri postmoderni, il piacere della moda, dell'immagine, del look, dell'apparire contro l'essere, dell'esserci contro chi non c'è: gli assenti hanno davvero sempre torto. Piacere totale, piacere quintessenziale, il piacere della presenza richiede un impegno e una dedizione totali: altro che una tappa verso la beatitudine, è la beatitudine in sè.

 
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MARCHIATA A VITA, FOTO

Post n°7163 pubblicato il 09 Febbraio 2013 da psicologiaforense

GENITORI DIVISI, FIGLI CONTESI

 

Pubblicità progresso sul tema del divorzio promossa dall'associazione SIRE: le parole dette pesano e sono destinate a rimanere impresse nella memoria.

(Laura Pannack, United Kingdom, Professional Shortlist, Campaign, Sony World Photography Awards 2012)

 
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