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Messaggi del 15/02/2013

 

UOMINI IN CRISI, LA PAURA GENERA VIOLENZA FISICA E PSICHICA, FEMMINICIDIO, FRAGILITA' MASCHILE & AGGRESSIVITA'

Post n°7182 pubblicato il 15 Febbraio 2013 da psicologiaforense

Molti dei comportamenti violenti messi in atto dagli adulti sono agiti nelle relazioni di coppia e omicidi e femminicidi avvengono spesso per mano del partner. Quali aspetti entrano in gioco? Come si combinano tra loro innescando una possibile escalation tragica?

NON MI UCCIDERE

 

L’attuale interesse per la mascolinità contemporanea è un modo per spostare l'attenzione su falsi problemi: il punto su cui riflettere è la mercificazione del sè, siamo tutti buttati in un grande mercato. L'identità maschile è complessa e frantumata in mille aspetti e differenze… Inoltre ci sono uomini estremamente deboli, ai quali le nuove identità femminili mettono paura e la paura genera violenza, basta guardarsi intorno: ogni giorno uomini che ammazzano mogli e fidanzate o  che le violentano con brutalità fisica e psichica. Più si sentono deboli più aggrediscono. In amore scelgono una donna solo quando hanno l’impressione che sia  inferiore, piccola e inesperta. Queste povere infelici sono talmente abituate a tenersi ai margini, ad avere torto, a subire, che reagiscono in  modo “paradossale”: si fanno trattare male, non combattono più, si innamorano di chi non le rispetta, si privano delle difese e patiscono in modo masochistico. E i femminicidi continuano....

 
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ESIBIZIONISMO, PERFORMANCE SESSUALE, IMPOTENZA AFFETTIVA, IMPOTENZA SESSUALE, GENITALITÀ COMPIUTA,

Post n°7181 pubblicato il 15 Febbraio 2013 da psicologiaforense

Dietro all'esibizionismo spinto, alla performance sessuale sbattuta in piazza c'è una gravissima “impotenza affettiva”, una mancanza di riferimenti che spinge inevitabilmente verso un'“impotenza sessuale”. E l'incapacità ad avere una “genitalità compiuta” porta a questi eccessi....

SOTTO SCACCO

Esiste un comune denominatore fra  l’eccesso di protagonismo, che spinge a voler essere guardati oppure a guardare a tutti i costi, e l'indifferenza che altre volte spinge ad ignorare un uomo che muore sulla spiaggia o il barbone che agonizza sul marciapiede.  Nella nostra società, infatti,  si  manifesta una sempre crescente povertà di contenuti affettivi e di valori non siamo più tutelati in questo senso e quindi stiamo diventando sempre più cinici, sempre più perversi. Solo di fronte a determinate situazioni ci eccitiamo, c'è sempre meno sentimento e sempre più sentimentalismo, si tende all'ostentazione di un sentimento che in realtà non proviamo.

 
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GIULIETTA & ROMEO SPAGNOLI, CURIOSITA', STORIA, LETTERATURA, LEGGENDE, FOTO, ARTE, TERUEL, SPAGNA

Post n°7180 pubblicato il 15 Febbraio 2013 da psicologiaforense

Nel Sud dell'Aragona una storia uguale. Documentata. Nè veronesi, nè vicentini. I più datati Giulietta e Romeo della storia europea sono spagnoli. Incredibilmente belli e rovinosamente giovani. Si amarono senza potersi sposare, il dolore fece loro scoppiare il cuore. Una tragedia del XIII secolo consumata di desiderio e passione inespressa.....

GIULIETTA E ROMEO... SPAGNOLI

Morirono come vissero uno per l'altro: e quando uno morì, l'altro non potè sopravvivere. E' la storia di Juan Diego de Marcilla e Isabel de Segura, separati dalla ragion familiare esattamente come avvenne per Giulietta e Romeo. Ma quella che in Spagna a tutt'oggi passa ancora per una «leyenda» ha due mummie visitate da secoli e un ampio e documentato retroterra storico rispetto ai nostri Montecchi e Capuleti, di cui scrisse per primo nel 1530 il vicentino Luigi Da Porto col titolo Historia nuovamente ritrovata di due nobili amanti. Poi William Shakespeare raccolse la consegnò al mito. Però,  i fatti di  Juan Diego de Marcilla e Isabel de Segura svolti a Teruel  sembrerebbero incontrovertibili e oggi sono in parte la fortuna di questo centro di 30 mila abitanti nel sud dell'Aragona, città Unesco per le svettanti torri d'architettura mudejar, dove da ieri - giorno di San Valentino - a domenica si celebrano Las Bodas de Isabel de Segura. È la rievocazione storica che  fa rivivere la saga di Isabel e Juan Diego, il cui amore - cantò Francisco Lopez de Zarate - brilla come una stella che luna e sole non potranno oscurare. Nel 2005 la municipalità di Teruel ha costruito un mausoleo che è attrazione turistica: un percorso storico che culmina nella visione delle tombe marmoree. Lì  la morteè trasformata  in un viaggio sereno, come traspare dai volti degli innamorati, le cui mani si sfiorano senza unirsi.

NOTA INTEGRATIVA

Attorno alle tombe si ascoltano le registrazioni di operette e si vedono spezzoni di film legati alla leggenda, oltre al murale di Jorge Gay e ai bozzetti di Antonio Muñoz Degrain per la tela oggi al Museo del Prado. Le guide del Mausoleo sono addestrate alla scuola drammaturgica e narrano con grande pathos del sepolcro nell'annessa chiesa di San Pedro: qui nel 1555 nella cappella dei Santi Cosma e Damiano le due mummie vennero trovate in una cassa, accompagnate da un documento notarile. Juan de Marcilla e Isabel de Segura giocano insieme fin da bambini. Lui di famiglia benestante, una nobiltà agricola che subisce alterne fortunte. Lei figlia di commercianti che aspirano ad ulteriori ricchezze. L'amicizia diventa amore e Juan chiede la mano di Isabel: il padre la nega, perché lui non è un buon partito. Avrà però cinque anni di tempo per fare fortuna. Juan si imbarca, anche come crociato, mentre Isabel resiste a vari pretendenti proposti dal padre e sognando in cuor suo il ritorno dell'amato.  Finché allo scadere del quinto anno la giovane deve capitolare: diventa moglie del fratello del signore di Albarracin. Nel giorno delle nozze, rientra in città Juan, finalmente ricco: sente le campane suonare a festa e chiede ai paesani il motivo. Si precipita a casa Segura durante il ricevimento e incontra Isabel: le chiede un solo bacio per non morire d'amore. Ma lei si nega: «Sono sposata, non posso». Juan muore ai suoi piedi, con rabbia del neomarito che, per non essere accusato di averlo ucciso, la sera trascina il corpo per strada e lo abbandona davanti alla casa dei Marcilla. Isabel è scossa dal rimorso e decide che andrà al funerale: verrà celebrato nella chiesa di San Pedro ed è lì che Isabel vestita a lutto si presenta prima che chiudano la cassa.  Davanti al feretro dà a Juan quel lieve bacio negato in vita: in quel momento anche il suo cuore cessa di battere, in un ultimo lirico abbraccio. Le famiglie decidono di seppellirli insieme. Saranno traslati due volte, le mummie - di cui è stato estratto anche il Dna e postdatato di un secolo - esposte per decenni. Fino al Mausoleo, il loro tempio d'amore.

 
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