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Messaggi del 11/03/2013

 

Gli italiani e il sesso? Un disastro, Un uomo e una donna su due sono insoddisfatti, l'opinione, sessualità, terzo millennio

Post n°7244 pubblicato il 11 Marzo 2013 da psicologiaforense

Dopo gli andrologi, gli psicologi e i sessuologi, tocca ai medici di famiglia curiosare tra le lenzuola degli italiani. Ecco, quindi, lo sgradito dossier a tinte fosche: il 53,7 per cento dei maschi e il 58,8 per cento delle femmine lasciano il letto insoddisfatti. E non per colpa del materasso.....

SESSUALITA'
LA LINEA D'OMBRA

Una ricerca sulle coppie sposate o conviventi  dà una ulteriore mazzata   al tanto decantato eros latino. Il 35,9% dei maschi intervistati ha ammesso che -senza aiutini- ha difficoltà a mantenere eretto l'organo sessuale. Il 35,4% ha lamentato problemi già nella fase iniziale del rapporto; il 32,3% fatica a raggiungere l'orgasmo e il 29,3% getta la spugna al momento della penetrazione. Pochi motivi di spensieratezza anche nelle risposte al femminile: il 46, 6% ha ammesso di  provare “fastidio” nel portare a termine il rapporto con il coniuge, il 30,1% ammette di avere problemi di orgasmo e il 26,9% di lubrificazione inadeguata del proprio organo sessuale. E dopo il “come”, passiamo al  “quante volte”. Anche su questo aspetto della faccenda tira una brutta aria: il 7% degli uomini e il 15% delle donne hanno dichiarato di non avere avuto rapporti sessuali nell'ultimo mese. Forse, ci si dice speranzosi, si tratta di ultrasettantenni (che pure hanno una loro, spesso soddisfacente, vita sessuale). Il dato più allarmante, invece, è rappresentato dal fatto che si parla di problemi lamentati da un campione di maschi e femmine in maggioranza giovane (il 32,1% ha dai 20 ai 39 anni e il 21,9% tra i 40 e i 49 anni), in buone condizioni di salute generale e che nell'ultimo mese ha avuto un desiderio o uno stimolo sessuale. Solo che poi, al momento dei fatti, le cose sono andate diversamente. Un altro elemento su cui occorre soffermarsi con attenzione è rappresentato dall'elevata percentuale di persone che dichiara di astenersi dal rapporto sessuale. Sonno dei sensi, ma a quale prezzo? Una situazione sessuale mortificata può scatenare ipocondria, nervosismo, tensione, somatizzazioni di ogni genere, fino all’infarto.

 
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LA SENTENZA DI CASSAZIONE, IETTATORE, MENAGRAMO, PORTA SFORTUNA, MALA SORTE, IELLA, SCALOGNA, IATTURA

Post n°7243 pubblicato il 11 Marzo 2013 da psicologiaforense

Va condannato per diffamazione  chi definisce «iettatore» una persona. Lo  stabilisce una sentenza con cui la quinta sezione penale della Cassazione ha  confermato la condanna ad un uomo conduttore delle trasmissioni dell'emittente radiofonica `Radio Regio Stereo´, operante ad Altamura, che parlando di un ascoltatore aveva detto:  «devo toccar ferro perché porta anche sfortuna».

E' reato dare dello iettatore...
lede la dignità

Si va incontro a una condanna per diffamazione se si definisce «iettatore» una persona. Lo si evince da una sentenza con cui la quinta sezione penale della Cassazione ha rigettato il ricorso di un uomo, concessionario di un impianto di radio diffusione e conduttore delle trasmissioni dell'emittente radiofonica `Radio Regio Stereo´, operante ad Altamura, condannato dalla Corte d'Appello di Bari per diffamazione verso diverse parti offese. Nei confronti di una di queste, l'imputato aveva detto che «porta male», tanto che «devo toccar ferro perché porta anche sfortuna».  La Suprema Corte, con una sentenza depositata il 6 marzo, ha sancito che «commette il reato di diffamazione chiunque adoperi termini che risultino offensivi, in base al significato che essi vengono oggettivamente ad assumere, a prescindere dal loro spessore culturale e dalla loro base scientifica, nella comune sensibilità di un essere umano, collocata in un determinato contesto storico e in un determinato contesto sociale». Per i giudici di piazza Cavour, la dannosita' di false credenze popolari è empiricamente rilevabile, al di là di singoli casi che hanno avuto estrema risonanza nella pubblica opinione anche se non specialmente nella storia dell'umanità. È ampiamente e dolorosamente noto che il `sapere superstizioso´ diretto a distinguere e a disprezzare categorie sociali, identificate per sesso, religione, colore della pelle, provenienza geo politica, etnica, culturale, ha condotto a ingiustificate emarginazioni, a disumane persecuzioni.

 
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LA NOTIZIA CURIOSA DEL GIORNO

Post n°7242 pubblicato il 11 Marzo 2013 da psicologiaforense

Le regole ferree dei seguaci Familiaris Consortio di Sant'Ilario d'Enza (RE), dove il tempo sembra essersi fermato. Anche nello stivale esiste una comunità molto simile alle ben più famose americane (Old Order Amish, ecc).

Sesso attraverso buco nel lenzuolo e doccia con le mutande addosso Ecco gli "Amish" dell'Emilia


Le coppie - rigorosamente sposate - fanno sesso senza sfiorarsi attraverso un buco nel lenzuolo. Sotto la doccia ci vanno con la biancheria intima e al mare - dove ci si deve scoprire troppo - preferiscono la montagna. A Sant'Ilario d'Enza, dove il tempo sembra essersi fermati, esiste da 50 anni una piccola comunità del Familiaris Consortio, movimento ecclesiale cattolico fondato da don Pietro Margini. Si tratta, come riporta oggi il Fatto, di ventotto famiglie che con il loro stile di vita hanno di fatto spaccato la comunità.  Regole ferree - "Il primo rapporto sessuale - racconta un testimone alla cronista del Fatto - si fa con un lenzuolo tra i corpi e un buco in mezzo". Perché "lo scopo è procreare, non provare piacere". Il problema è la carne. Per questo "sotto la doccia negli spogliatoi sportivi si va con le mutande per non vedere ciò che non si può". Esattamente per la stessa ragione, le famiglie del movimento ultracattolico preferiscono al mare la montagna. E' vietato portare minigonne e vestiti succinti, vietate anche le discoteche. Integrazione difficile - In questa comunità le famiglie si formano all'interno del gruppo. Prima c'è il fidanzamento, poi l'autorizzazione a prendersi per mano in pubblico, la promessa di castità e infine il matrimonio. I figli frequentano scuole parentali con insegnanti volontari. I rapporti con il resto della comunità sono difficili. Perché difficile è l'integrazione quando le regole sono così ferree, spiegano in paese. 

 
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