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Messaggi del 09/04/2013

 

FERMIAMO LA NOTIZIA, UN POST CHE NON AVREI VOLUTO SCRIVERE MAI,

Post n°7342 pubblicato il 09 Aprile 2013 da psicologiaforense

CALCI NEL CUORE,  UNA STORIA VERA DI ABUSI QUOTIDIANI PERPETRATI DA INSEGNANTI (DONNE) SPECIALIZZATI A DANNO DI UN BIMBO AUTISTICO,  PROFONDO NORD EST, VICENZA, NON POSSO E NON DEVO AVERE DELIRI DI ONNIPOTENZA MA QUESTO BIMBO ABUSATO E TORTURATO FA PARTE DI QUEI BAMBINI CHE NOI DOBBIAMO TUTELARE...

NON HO CUORE E NON HO PIU' NEPPURE PAROLE.....

Mi domando perchè il procuratore di Vicenza non abbia incriminato anche noi tutti. Noi psicologi, psicopedagosti, neuropsichiatri infantili,insegnanti, genitori che gravitiamo sul luogo del delitto. BARBARANO VICENTINO. Eppure noi non potevamo non sapere dei delitti che si consumavano in quella scuola media, non potevamo non sapere cosa accadeva a Barbarano Vicentino. E cioè che una docente di sostegno e una operatrice sociale dell'ASL torturavano un bimbo autistico.


I FATTI

Ore e ore di registrazioni audio e video sui 'metodì violenti dell'insegnante di sostegno e della sua assistente verso quel 14enne autistico - scene definite «insopportabili» dagli investigatori -, e adesso anche il sequestro di alcuni oggetti delle presunte sevizie: una bacchetta di legno, un righello, una forbice. Mentre si attende l'interrogatorio di garanzia (giovedì 11 aprile) delle due donne arrestate ieri nel vicentino per maltrattamenti ad un alunno disabile, il Procuratore di Vicenza, Antonio Cappelleri, fa sapere che l'accusa ha «robusti elementi per contestare alle due insegnanti reiterati episodi di violenza verbale e fisica nei confronti dello studente minorenne e disabile». Si è appreso inoltre che è stata denunciata nella stessa indagine anche una bidella dell'istituto. I carabinieri, che hanno effettuato e consegnato ai magistrati molte ore di registrazioni audio e video sui comportamenti delle due donne, hanno sequestrato appunto anche una bacchetta, un righello e delle forbici che sarebbero state usate per picchiare il ragazzo. Nella scuola media, da alcune settimane, erano state piazzate telecamere e microfoni, posizionati anche sul corpo del ragazzo, con il benestare della famiglia. Con questi strumenti gli investigatori avrebbero registrato numerosi episodi di violenza fisica e verbale, messi in atto apparentemente senza alcuna ragione e logica. L'adolescente, per il suo stato di disabilità, non è in grado di raccontare ciò che subiva, ma ne porta i segni. Proprio quei segni avevano destato la preoccupazione della famiglia, la quale aveva portato il ragazzo in ospedale e poi aveva chiesto conto alle insegnanti, ricevendo risposte sdegnate e indignate. All'inizio di marzo è arrivata la segnalazione ai carabinieri del paese vicentino nella cui scuola media è inserito il giovane. Poi l'indagine è stata affidata al pubblico ministero Barbara De Munari, che ha disposto le intercettazioni ambientali e l'arresto. «Ciò che non si comprende è il motivo di tanto accanimento - ha aggiunto Cappelleri - né se vi sia stato un episodio di innesco della violenza». Secondo quanto si è appreso, le immagini registrate dal 10 aprile fino a ieri mostrerebbero violenze ripetute, 10 o 15 episodi ogni giorno, tanto che gli stessi militari hanno dovuto farsi forza per non intervenire subito ad interrompere quelle che hanno definito scene insopportabili. «Era necessario - hanno spiegato - dimostrare la sistematicità dei maltrattamenti». Ieri infine l'ulteriore episodio. Mentre stavano monitorando la situazione una bidella si è avvicinata alla vittima e, come facevano le due insegnanti, lo ha picchiato senza motivo: è stata a sua volta denunciata. «La mia assistita è molto provata - ha detto l'avvocato dell'insegnante di sostegno - Si rende conto di aver travalicato, ma dice di essere stata esasperata da quel ragazzo. Un caso limite, che evidentemente l'ha travolta. La stessa insegnante segue anche altri giovani, ma non risulta vi siano mai stati maltrattamenti. Aspettiamo l'interrogatorio di convalida, fissato per giovedì prossimo». L'avvocato dice di aver consigliato alla donna di «parlare, spiegare e confessare tutto». Si esprime sulla vicenda il senatore Antonio Poli dell'Udc: «Al di la del caso singolo sul quale si esprimerà la magistratura, l'episodio di Vicenza deve farci riflettere: e' doveroso, in Italia, per alcune categorie di persone vittime di violenze come i disabili, introdurre delle aggravanti e inasprire le pene considerando che, nella maggior parte dei casi, queste vittime purtroppo, a causa proprio dello stato di disabilità, non riescono neppure a raccontare ciò che è loro successo e quindi sono più fragili e vulnerabili».

 
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