Creato da: psicologiaforense il 14/01/2006
finchè vita non vi separi
 

Cerca in questo Blog

  Trova
 
 
Citazioni nei Blog Amici: 791
 

Archivio messaggi

 
 << Maggio 2013 >> 
 
LuMaMeGiVeSaDo
 
    1 2 3 4 5
6 7 8 9 10 11 12
13 14 15 16 17 18 19
20 21 22 23 24 25 26
27 28 29 30 31    
 
 

Cerca in questo Blog

  Trova
 
RSS (Really simple syndication) Feed Atom
 

Contatta l'autore

Nickname: psicologiaforense
Se copi, violi le regole della Community Sesso: F
Età: 62
Prov: PD
 

umorismo e satira

 

Chi può scrivere sul blog

Solo l'autore può pubblicare messaggi in questo Blog e tutti gli utenti registrati possono pubblicare commenti.
I commenti sono moderati dall'autore del blog, verranno verificati e pubblicati a sua discrezione.
 

Archivio messaggi

 
 << Maggio 2013 >> 
 
LuMaMeGiVeSaDo
 
    1 2 3 4 5
6 7 8 9 10 11 12
13 14 15 16 17 18 19
20 21 22 23 24 25 26
27 28 29 30 31    
 
 
Citazioni nei Blog Amici: 791
 

Cerca in questo Blog

  Trova
 

Messaggi del 26/05/2013

 

IL MALE DI VIVERE, NUOVE FRONTIERE DELLA TERAPIA, E LIBERACI DAL MALE OSCURO, VOLERSI MALE, FUORI DAL BUIO

Post n°7438 pubblicato il 26 Maggio 2013 da psicologiaforense

COME SCONFIGGERE LA DEPRESSIONE. UN PERCORSO DI AUTO AIUTO

 
Una saletta semplice e rasserenante in una villetta come tante. Una decina di persone, sedute. Uomini e donne che non si sono mai visti prima. Nessuno conosce il nome o il cognome degli altri. Ma una cosa sanno bene: in quella stanza tutti sono malati o ex malati di depressione, tutti hanno in comune il MALE di VIVERE. Non ci sono medici, non c'è un analista che "guida" il gruppo. Nessuno che non sia un malato può entrare nella stanza. Perchè solo chi ha sofferto o soffre di depressione sa cosa significhi in concreto quella sofferenza. Gli altri, no. Ecco, chi ha deciso di entrare in quella stanza ha aderito ad un gruppo di self-help, cioe' di auto-aiuto, un modo vecchio e nuovo allo stesso tempo per curarsi, che va ad affiancare le terapie normalmente utilizzate. Vecchio perchè è un modello che arriva dal mondo anglosassone, dove è stato utilizzato soprattutto per le donne vittime di violenza sessuale, e per gli alcolisti. Nuovo perchè nessuno aveva pensato ad applicarlo alle malattie mentali. Ci hanno pensato, qualche anno fa, alcuni ex depressi. E oggi, i gruppi di auto-aiuto nascono a centinaia, in tutto il mondo. E come va l'attivita' di questi gruppi? Bene, anzi benissimo. Perchè il primo problema del depresso è la solitudine: tu, e la tua malattia. Chi è malato di depressione e si rivolge al medico di base di solito riceve una pacca sulle spalle e un "si svaghi, cerchi di stare su" che chiude il discorso e lo fa entrare d'ufficio in quel 60 per cento di malati la cui malattia non viene nemmeno riconosciuta come tale. Se è fortunato, e il medico diagnostica il MALE, può sperare di riuscire a guarire . Dopodichè, a sintomi scomparsi lui si ritrova daccapo, solo.  Nel gruppo di auto aiuto, invece, si sente accettato e compreso. Così  impara  ad assumere un atteggiamento nuovo verso i pensieri negativi che affollano la  sua mente e a vedere sotto una luce diversa le immagini che, ancora, lo tormentano. Ed è questa la vera guarigione.

 
Condividi e segnala Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso
 
 

IL CASO, UNA TRADIZIONE CHE VA SCOMPARENDO, E TUTTI FAN LA NANNA, GENITORI ASSONNATI, BIMBI INSONNI

Post n°7437 pubblicato il 26 Maggio 2013 da psicologiaforense

Dormire. Sembra facile. Eppure tantissimi bambini da zero a sei anni hanno problemi legati al sonno. Perché? Molti bambini, per stabilizzare il ritmo del sonno, devono imparare "come si fa". Molti genitori non sanno come risolvere questa difficoltà e spesso abbandonano gli antichissimi  "rimedi" così preziosi e così rassicuranti...   

NINNA NANNA NINNA OH...

IL sospetto c'era già, ora arrivano anche i dati statistici a confermarlo: la ninna nanna è a rischio di estinzione in Italia, un rischio molto serio perchè ormai soltanto una mamma italiana su quattro conserva questa tradizione che risale al Medio Evo. Il sessanta per cento delle madri italiane preferisce sostituire la propria voce con quella "tecnologica" . L'11 per cento sceglie un sistema ancora più sbrigativo e si affida alle capacità soporifere del televisore, il 7 per cento delle mamme - per fortuna - ricorre invece al suono decisamente più rassicurante di un carillon. Ma dov'è la ragione scientifica per trasformare un rimpianto in un allarme sociale? Alcune ricerche americane parlano chiaro: coloro che da bambini si addormentavano accompagnati dalla ninna nanna cantata a voce, da adulti tendono ad avere meno problemi di insonnia e a fare un minor uso di antidepressivi. Ma la ricerca dimostra  che la maggior parte delle mamme italiane preferisce far addormentare i propri piccoli al suono metallico e impersonale di un CD. In realtà la ninna nanna  ha una funzione fondamentale. E' l'incantesimo che accompagna il passaggio verso la notte, il buio e il sonno. La funzione antidepressiva della ninna nanna indicata nelle ricerche americane risiede proprio nell'allontanare tutto ciò che è negativo, trasmettendo un messaggio di serenità e creando una situazione di calma. Lo stereo, ecc... non possono sostituire tutto questo. è la presenza fisica che fa la differenza. Purtroppo, la scomparsa della ninna nanna è confermata dagli stessi bambini: infatti il 78 per cento dei bambini del Nord (sul campione nazionale di cinquecento iscritti alla scuola materna) non conosce a memoria neanche una canzoncina della mamma. Il fenomeno è rilevante anche al Sud, seppure in forma meno vistosa: a Napoli, Bari e Palermo il 61 per cento dei bambini intervistati non ricorda alcuna ninna nanna della madre.

 
Condividi e segnala Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso
 
 

© Italiaonline S.p.A. 2024Direzione e coordinamento di Libero Acquisition S.á r.l.P. IVA 03970540963