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Messaggi del 22/06/2013
Post n°7516 pubblicato il 22 Giugno 2013 da psicologiaforense
Allan Simonsen, pilota danese, è deceduto al terzo giro della 24 ore di Le Mans al volante di una Aston Martin. Simonsen ha urtato violentemente le barriere alla curva Tertre Rouge, un tratto molto veloce della pista. Aveva 34 anni e lascia un figlio... SULLA PISTA UNA LUNGA SCIA DI SANGUE
Cosa vuol dire che è proprio il pubblico ad essere affascinato dall'ala della morte incombente sul PILOTA più che dalla situazione sportiva? Con questa logica aberrante si arriverebbe a giustificare il reimpiego dei gladiatori, l'urlo della folla per la lama che affonda nella gola del vinto. Nessuno pretende di attentare allle corse automobilistiche e neanche di sminuire l'importanza di una gara sportiva, l'intelligenza, il coraggio, la bellezza... Resta il dovere di fare l'impossibile per evitare l'inseguimento del pericolo per il pericolo, ma soprattutto per salvaguardare le ragioni dell'umana decenza. Un morto è un morto e non può essere cancellato disinvoltamente dal rombo dei motori, non può essere schiacciato perchè assomiglia ad un insetto loricato. La sospensione di una corsa dopo una catena di disastri è certo più accettabile eticamente che la sua continuazione. Fino a prova contraria è l'uomo a includere lo sportivo, il politico, l'artista, l'impiegato e non viceversa, sono i suoi imprescrittibili valori assunti dalla nascita a prevalere. Altrimenti non si capisce più niente, vincano il fanatismo e l'egoismo, quella che si vuole una nobile gara di uomini giovani e forti si apparenta alle più belluine vicende della cronaca. In tutta questa storia di interessi a formula esponenziale, di ipocrisie e di banalità concettuali va apprezzato il gesto di quel pilota che ha deciso di non correre perchè non si "sentiva a posto con la testa" . Ce ne fossero tanti a dar fuori di testa in certe occasioni. Sarà ben permesso turbarsi davanti ad un pilota caduto, continuare a considerarlo un uomo, uno di noi, anche se ha scelto come mestiere l'azzardo, anche se molti lo volevano "mostro".
LA RIFLESSIONE DELLA SERA, GIOVANI SENZA FUTURO, COPPIA, NUOVE REALTA', NUOVI VALORI, NUOVI PROBLEMI
Post n°7515 pubblicato il 22 Giugno 2013 da psicologiaforense
La relazione di coppia, in un contesto di generale "debolezza", fragilità, crisi economico-sociale... IL MALE PROFONDO CHE MINACCIA LA COPPIA
Oggi, la civiltà industriale e urbana è una macchina anonima, alla quale ci si sforza di sottrarre una parte della propria vita. L'amore è lo spazio privilegiato nel quale l'uomo e la donna contano l'uno per l'altra: uno spazio personale riservato. La coppia paradossalmente diventa un rifugio contro la società. Così si è generato una frattura, una separazione, tra il vivere sociale e politico e questo nucleo di amore e di comprensione costruito tra un uomo e una donna. Ciò, in definitiva, significa disinteresse della società, la quale non si preoccupa di rimediare alle difficoltà che sorgono per questo rapporto di amore e per questa sistemazione famigliare. In questo senso il male profondo di questa società è il costringere all'isolamento l'amore dei giovani e all'impossibilità del vivere di coppia in una casa e in una famiglia.
Post n°7514 pubblicato il 22 Giugno 2013 da psicologiaforense
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Inviato da: Nuvola_vola
il 09/01/2019 alle 19:15
Inviato da: moltiplicazeri
il 16/12/2018 alle 17:51
Inviato da: monellaccio19
il 01/11/2018 alle 07:57
Inviato da: Brillante.Nero
il 06/09/2018 alle 23:51
Inviato da: casadei.lisetta
il 24/04/2018 alle 10:49