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Messaggi del 23/07/2013
Post n°7559 pubblicato il 23 Luglio 2013 da psicologiaforense
C'è un "manuale di autodifesa dal cretino e dai suoi adulatori". Opera lodevole ma sostanzialmente inutile. Infatti, il cretino cattivo è cretino perchè non capisce nulla, se non il proprio interesse di bottega; e non capisce nulla perchè è cattivo, e la cattiveria ottunde l'intelletto. È peculiare del cretino cattivo misurare la statura morale e l'onestà del prossimo con il proprio metro -che è in realtà un decimetro- e di conseguenza sospettare negli altri le infamie di cui lui sarebbe senz'altro capace. Il cretino cattivo odia il mondo perchè avverte l'altrui disprezzo. Di conseguenza non gli mancano bersagli contro cui dar di corna; nè, di solito, gli difettano gli strumenti per farlo. È chiaro che ogni galantuomo rifugge dai rapporti con i cretini cattivi; ma essi non sanno restarsene in un angolino, bramando -in quanto cretini- le luci della ribalta, e riuscendo spesso -in quanto cattivi- a conquistarle. Difatti i cretini cattivi fanno e dicono cose riprovevoli e/o stupide, sputando sentenze e tranciando giudizi da nulla supportati se non dalla più cupa ignoranza. Nutrono rancori visionari e forsennati contro chiunque -singoli, istituzioni, comunità- non aderisca alla loro desolante visione del mondo; e tanto meglio se l'«avversario» presunto è debole, o in difficoltà. Maramaldo è il modello di vita del cretino cattivo. Quegli attacchi non mancano di incuriosire una società morbosamente attratta da tutto ciò che è abnorme e bizzarro, e suscitano la complice solidarietà degli altri cretini cattivi, che sono legione; il numero li imbaldanzisce, e favorisce talora l'ascesa dei cretini cattivi più cattivi e più cretini a scranni dai quali hanno agio di dare libero sfogo alle proprie intemperanze. Agiscono così, i cretini cattivi, perchè guazzan nel brago: e, invidiosi dell'altrui nitore, schizzano fango e veleno. POVERA GENTE!
Post n°7558 pubblicato il 23 Luglio 2013 da psicologiaforense
NEI BLOG E' POSSIBILE REGISTRARE PIU' IGNORANZA CHE IN ALTRI CONTESTI SOCIALI? NO! INOLTRE L'IGNORANZA SERVE ALL'INTEGRAZIONE DELLA COMMUNITY E DELLA SOCIETA'.... QUINDI NON CI RESTA CHE BLOGGARE E STUDIARE L'IGNORANZA, PERCHÉ È DIVERTENTE, PERCHÉ È ISTRUTTIVO E PERCHÉ SE L'IGNORANZA NON CI FOSSE NON CI SAREBBE NEPPURE LA CONOSCENZA. BEATA IGNORANZA È possibile misurare l'ignoranza? Come no: basta mettersi d'accordo sul metodo. Il verbo ignorare presuppone un complemento oggetto. Non si è ignoranti in astratto. Si ignorano tratti di cultura, settori del sapere, forme di conoscenza teorica o pratica ben determinati. Sarà allora sufficiente scomporre la conoscenza dell'oggetto di cui si parla in una serie di domande con risposta precodificata, e il gioco è fatto. Tizio fornisce la risposta esatta a dieci domande su dieci? È chiaro che di quella tal cosa non ignora proprio nulla. Ne rimedia a malapena cinque su dieci? Ahimè, diremo che è un ignorantello. Se poi non riesce a centrarne nemmeno una, si concluderà, con un vocabolo d'obbligo, che la sua ignoranza è crassa. Un metodo diverso per misurare l'ignoranza può allora consistere nel valutare la capacità di sopravvivere, vuoi simbolicamente vuoi praticamente, d'un soggetto collocato in diversi tipi di ambiente, ad esempio una community. Se in un dato ambiente il soggetto non sopravvive, vuol dire che era proprio ignorante. Se sopravvive a stento, sarà ignorante solo a mezzo. E se sopravvive alla grande, o meglio a lungo, significa che si trova ben al di sopra del malcapitato livello degli ignoranti. Si pensi, ad esempio, alle prove di cultura generale che ancora si ammanniscono ai candidati nei concorsi pubblici. In esse uno deve rispondere, nell'ordine, a domande tipo chi era Napoleone, come si riproducono i cavallucci marini, qual è la capitale del Burkina Faso, e che cos'è un potenziometro. Chi sbaglia le risposte a simili serie di domande è palesemente un ignorante, che nel caso specifico significa in effetti incapace di sopravvivere nell'ambiente simbolico-pratico dei concorsi pubblici. Ma resta da vedere se chi ignorante non è, perchè eccelle nel sopravvivere in tale ambiente, sappia in seguito sopravvivere anche in ambienti ben diversi, come le periferie degradate d'una metropoli, uno stabilimento industriale, una comunità di ex drogati, o la divisione d'un ministero. Altri sono i saperi, e viceversa le ignoranze, che questi ambienti collaudano, ciascuno per sè, e nessuno per tutti. La difficoltà di misurarla non dovrebbe però indurre a bistrattare l'ignoranza. Essa svolge infatti funzioni sociali fondamentali. Saperci o scoprirci ignoranti, specialmente qui, in community, nei blog, ecc…. ci induce a cercare l'aiuto dell'altro, e ad apprezzarlo! L'ignoranza propria spinge a mostrar rispetto per il sapere altrui, e l'ignoranza altrui ci gratifica con la stima per il nostro sapere che sappiamo essere in realtà così esiguo. L'ignoranza favorisce insomma l'interdipendenza tra le persone, contribuendo in tal modo all'integrazione della società. Combattiamone dunque gli eccessi, ANCHE NEI BLOG, ma senza dimenticare che una community priva d'una appropriata dose di ignoranza collettiva sarebbe presumibilmente invivibile o di una noia mortale.
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Inviato da: Nuvola_vola
il 09/01/2019 alle 19:15
Inviato da: moltiplicazeri
il 16/12/2018 alle 17:51
Inviato da: monellaccio19
il 01/11/2018 alle 07:57
Inviato da: Brillante.Nero
il 06/09/2018 alle 23:51
Inviato da: casadei.lisetta
il 24/04/2018 alle 10:49