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Messaggi del 10/08/2013

 

SI FA PRESTO A DIRE SADO-MASOCHISMO, SESSO, EROTISMO, PIACERE, DOLORE, POTERE, PSYCOPATHIA SEXUALIS

Post n°7582 pubblicato il 10 Agosto 2013 da psicologiaforense

108 anni  fa moriva il raffinato scrittore che battezzò involontariamente una patologia sessuale. Sacher-Masoch, idealista deluso dalle donne.....


ESPLORATORI DELL'EROTISMO ESTREMO


IL nome di Sacher-Masoch è passato alla storia solo nei manuali medici o nelle videoteche porno. Fu dalla sua vita ferita e dal suo romanzo “Venere in pelliccia”, che Krafft-Ebing coniò, nel 1890, il termine masochista per indicare la perversione erotica secondo la quale il piacere nasce dal dolore e dall'umiliazione. Ma Leopold von Sacher-Masoch, morto 108 anni fa, fu molto più che un capostipite dell'eros deviato. Fu un raffinato scrittore che cercò di rappresentare il mondo aggraziato e violento della Galizia, dove russi, polacchi, ebrei, tedeschi, ruteni convivevano forzosamente, e aspettavano il momento giusto per massacrarsi un pò. Credeva che la letteratura tedesca fosse decaduta, che dopo il Faust e Le affinità elettive, l'iniziativa romanzesca fosse tutta nelle mani di russi e francesi. E così si mise a scrivere storie che parlassero della vita, dell'anima, dei problemi sociali. Ottenne anche successo, a suo tempo, vezzeggiato da Kurnberger, un critico sulfureo e presenzialista. Ma poi fu dimenticato. Se per esempio sfogliate il Mittner, la Bibbia della germanistica, non troverete traccia di lui. I romanzi e racconti galiziani di Leopold von Sacher-Masoch stanno ora tornando in Italia, grazie alla Mobydick, una piccola casa editrice faentina. È appena uscito Notte di luna (tradotto e curato da Franca Ortu), la novella che uscì a puntate su un settimanale austriaco nel 1868. È una storia gonfia di romanticismo, fin dal titolo, omaggio al Chiaro di luna di Beethoven. Ci sono i tenebrosi pioppeti galiziani, una donna seducente dalla carnagione pallida e i ricci corvini, il sonnambulismo, la tentazione extraconiugale, il tradimento, il duello, la passione devastante e disgraziata; la fanciulla che si stende sull'ottomana e fantastica leggendo romanzi francesi. C'è anche una curiosa vena animalista, con una condanna dei piaceri morbosi della caccia: l'uomo può uccidere le bestie perchè questa è la legge di natura, però . In Notte di luna affiorano, qua e là, in filigrana, anche gli elementi erotici che esploderanno nella fortunata Venere in pellic cia. Per esempio: un signore si inginocchia davanti all'eroina per infilarle le soprascarpe, e le sue guance . E soprattutto compaiono, voluttuose e promettenti, la pelliccia di zibellino, la kazabaika (veste da camera delle donne polacche). Il gusto di Sacher-Masoch per questi indumenti è leggendario. Cercò anche di spiegarselo con fesserie : il calore genera elettricità, e la pelliccia elettrizza i sensi, , spiegava. Ma Notte di luna è tutt'altro che un romanzo erotico. Rispecchia l'entusiasta idealismo che il trentenne autore nutriva verso le future, moderne, relazioni tra i sessi. Sacher-Masoch è un ferreo conservatore in materia di morale famigliare; sostiene che il matrimonio è un , e che non bisogna rubare la moglie altrui. Si lamenta che le donne siano educate solo : questa sapienza determina la loro POTENZA ma anche la loro miseria; l'uomo ormai ha lasciato da qualche millennio lo stato di natura alle proprie spalle e dovrebbe costruire una relazione con la femmina basata non esclusivamente sul SESSO, ma sulla comunione spirituale e intellettuale. Sa che le fanciulle pensano esclusivamente a sedurre i cavalieri, a umiliarli con la loro bellezza; se le ragazze si truccano e si imbellettano senza avere spasimanti sono tristi come attori che recitano senza pubblico. Lui invece sogna di poter leggere insieme con la compagna i versi del Faust o suonare il pianoforte. Il giovane Sacher-Masoch sogna di superare la seduzione, l'ossessionante richiamo dei sensi, la tirannide del desiderio. Spera che lo schema abituale del tradimento, dell'adulterio commesso di nascosto e protetto dai sotterfugi, diventi una pratica obsoleta. E scrive romanzi. Ma come sempre accade, la vita reale prende il sopravvento sulla letteratura. Nel 1861, Leopold von Sacher-Masoch è un giovane professore di storia a Graz. Incontra la bella e seducente Anna von Kottowitz, sposata con un brillante avvocato più vecchio di lei, allegro infedele, circondato da un harem di ballerine. Leopold si innamora ovviamente di Anna, baricentro della vita mondana. Ma è maldestro, idealista, riluttante a diventare complice di un adulterio. Lei, invece, corteggiata da tutti, si diverte a giocare con lui. E nel 1862, tra bagni termali e balli, gli strappa la verginità e lo trascina in una furibonda passione. Tutto, dopo, si svolge come da copione ottocentesco. Leopold sfida due volte a duello l'avvocato, che rifiuta, perchè non ha la minima intenzione di rischiare la vita per la moglie. Poi convince Anna a lasciare il marito e venire a vivere con lui. La donna accetta. Formano una nuova coppia, isolati, snobbati dal gran mondo moralista. Lui è costretto a scrivere come un pazzo per mantenere la donna, lei è felice ma anche inquieta. All'improvviso compare un truffatore, un polacco che si chiama Meciszewski, uno che si fa passare per conte, esule politico e rivoluzionario, mentre è solo un aiutante di farmacia, ricercato dalla polizia per furto. Ha un naso grosso, orrendo, metà rosicchiato: si fa bello dicendo che sono i postumi di un congelamento patito durante una campagna militare, mentre sono solo le cicatrici di una malattia devastante. Il polacco fa il cicisbeo con Anna, che probabilmente non gli concede mai i suoi favori, ma Leopold impazzisce di gelosia, sfida a duello l'impostore (che ovviamente rifiuta il confronto), e abbandona la sua amata aristocratica. Finisce così, dopo cinque anni, il primo amore di Sacher-Masoch. Ispira con amarezza Notte di luna e altri romanzi, cosparsi di eroine psicologicamente e fisiognomicamente simili ad Anna. Termina in tragedia per il suo cuore. . Sacher-Masoch aveva sognato l'amore eterno con una sola compagna, aveva prefigurato la donna del futuro più emancipata e più presente nella società come scienziata, scrittrice, medico, artista, e non solo come sgambettante ballerina. Invece naufragò sulla solita, deprecata vanità femminile. Depresso confessò che l'unica eccezione al demoniaco universo muliebre era sua madre Carolina, sensibile e riservata, tramandata ai posteri in un ritratto con sguardo severo e un giro di perle intorno al collo. Si arrese all'evidenza, ma non rinunciò alla sospensione dei sensi, all'affrancamento dalla bestialità della natura. E fu così che Sacher- Masoch divenne masochista. Se la donna non può essere come la mamma, vesta allora la maschera della carnefice. E due anni dopo Notte di luna arrivò Venere in pelliccia.

 
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L'IDEA DI MORIRE FA MANGIARE PIÙ BISCOTTI

Post n°7581 pubblicato il 10 Agosto 2013 da psicologiaforense

Invece di crogiolarsi nella prospettiva della propria morte, i più grandi filosofi esistenzialisti del Novecento - come Karl Jaspers e Jean-Paul Sartre - avrebbero fatto meglio a ingozzarsi di dolci e biscotti. Pare infatti che, stando a una recente ricerca euro-americana, l'angoscia che gli esseri umani provano nei confronti della propria condizione di mortali possa spingere inconsciamente molti di essi a nutrirsi di questi dolciumi, in quanto essi offrirebbero un piacevole, anche se temporaneo, diversivo psicologico

 

PROFUMO DI ZUCCHERO


Ad affermarlo sono Naomi Mandel (psicologa dell'Arizona State University, a Tempe) e Dirk Smeesters (studioso dell'Università di Rotterdam), secondo i quali questo inaspettato fenomeno riguarderebbe soprattutto le persone con una bassa autostima. Non è la prima volta che la ricerca Psicologica individua un legame tra il pensiero della morte e alcuni comportamenti apparentemente scollegati (ad esempio negli Usa gli attentati dell'11 settembre hanno fatto registrare durante i mesi successivi un'impennata delle vendite nei negozi di cibo e di beni di lusso). Smeesters e la Mandel hanno chiesto a centinaia di persone di scrivere alternativamente un breve saggio su una visita dentistica o sulla morte e di rispondere a un questionario relativo al proprio livello di autostima; ai volontari sono stati anche offerti dei biscotti. Risultato: le persone con un'autostima più bassa tendevano in media a mangiare più dolciumi. In pratica tale comportamento (così come lo shopping) rappresenterebbe un meccanismo  psicologico finalizzato ad alleggerire l'ansia prodotta dal pensiero in questione.  IO SPERO che tale scoperta non venga utilizzata per incrementare le vendite di generi alimentari (ad esempio piazzando annunci pubblicitari di dolciumi nelle pagine di cronaca nera).

 
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