Creato da: psicologiaforense il 14/01/2006
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Messaggi del 14/12/2013

 

LA RIFLESSIONE DELLA SERA, DIALOGO: IO PARLO E TU STAI A SENTIRE, LE RAGIONI DELL'ALTRO, SOCIETA', GOVERNO, POLITICI

Post n°7780 pubblicato il 14 Dicembre 2013 da psicologiaforense

Spesso il dialogo si risolve in monologo: io parlo e tu stai a sentire, tu parli e io non do retta, comunque faccio quello che mi pare. C'è da stupirsi? 

 IL DIALOGO E' APERTO?

 

LE invocazioni al dialogo si moltiplicano (riaprire il dialogo tra sindacati e governo, ristabilire il dialogo tra governo e opposizione, noi cerchiamo il dialogo, loro non vogliono il dialogo, nel dialogo si potrà, senza dialogo è scontro, si eccitano i movimenti grillini e dei forconi, eccetera), ma almeno sinora pare che per il governo il dialogo sia più che altro una forma d'intrattenimento, una cerimonia d'opportunità e di cortesia, un'occasione di diplomazia, una variante di conversazione senza conseguenze, una perdita di tempo da affrontare con paziente sopportazione perchè non si possa dire che son mancate buona volontà e disponibilità. Al dialogo (o a qualcosa di simile) il governo sembra poter pensare di ricorrere unicamente se viene meno il rapporto di forza, quando mancano i voti al Senato. Altrimenti il dialogo si risolve in monologo: io parlo e tu stai a sentire, tu parli e io non do' retta, comunque faccio quello che mi pare. C'è da stupirsi? Son sempre stati questi i comportamenti dei governi di destra e di sinistra, quindi pure del nostro governo attuale.

 
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BLOG, BLOGGER, COMMUNITY, POST, COMMENTI, RISPOSTE, RELAZIONI VIRTUALI, SPIRITO CRITICO, CAPACITA' DI CAMBIARE

Post n°7779 pubblicato il 14 Dicembre 2013 da psicologiaforense

Se per  primi cambiamo noi, genereremo impatti positivi e modificheremo  la nostra forma mentis da STATICA  a  DINAMICA. Perché la mentalità statica influenza tutto il nostro processo interpretativo, mettendoci in una posizione GIUDICANTE E RIPETITIVA, SENZA SCAMPO;  al contrario una mentalità dinamica ci porta in armonia verso azioni costruttive e ci pone  in continuo apprendimento…

  

BLOGGER: CAMBIARE SE STESSI PER CAMBIARE IL MONDO

abbattere l'immobilismo, i pregiudizi… e riuscire  a far emergere la nostra molteplicità interiore, modificando, spesso in senso critico, il nostro agire  nel virtuale 

 

Una delle maggiori difficoltà che il blogger incontra, nelle sue relazioni in community, è  superare la "rigidità"  e riuscire, ove convenga, a cambiare il  suo modo  di vedere le cose.  E questo è veramente arduo  perchè  la convinzione "di essere nel giusto" gli regala una sensazione di sicurezza e di stabilità .  Per questo accade così spesso che  il blogger dimostri di credere che le cose siano esclusivamente come le vede lui in quel momento. Ma una simile convinzione comporta il rischio che le sue osservazioni e i suoi commenti  si fermino soltanto alle apparenze  e non riescano a "vedere" ciò che c'è  in profondità o a comprendere la complessità che, di solito, caratterizza la problematica trattata.  

 
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SCELTI PER VOI, L'OPINIONE,

Post n°7778 pubblicato il 14 Dicembre 2013 da psicologiaforense

C FACTOR

 

Osserva MASSIMO GRAMELLINI:  Il 22 ottobre scorso, il primo ministro delle lasche intese Enrico Letta annunciò in televisione : «Abbiamo deciso di assumere cinquecento giovani laureati...». Entusiasmo e festeggiamenti nelle case di migliaia di neolaureati: ma allora è vero che con la Cultura si mangia. Poi è uscito il bando ufficiale e si è scoperto che non di assunzione si trattava, ma di tirocinio per dodici mesi (non rinnovabili). I "fortunati" vincitori di C Factor lavoreranno, fuori sede,  a tempo pieno per 416 euro lordi al mese, senza ferie né buoni pasto. Considerato che a Roma un  posto letto in periferia  ne costa almeno 400, netti e possibilmente in nero, il vero requisito per gli aspiranti digitalizzatori non è la laurea con il massimo dei voti né la buona conoscenza dell’inglese, come recita il bando, ma una famiglia benestante alle spalle che sia in grado di mantenerli per un anno nella Capitale. La famosa uguaglianza dei punti di partenza. La globalizzazione che doveva esportare la democrazia occidentale in Asia ha importato lo sfruttamento asiatico in Occidente. Negli Usa le aziende tornano a investire in patria perché gli americani stremati dalla crisi accettano compensi indonesiani. Così diminuiscono i disoccupati, ma non i poveri. L’articolo 36 della Costituzione Italiana recita: «Il lavoratore ha diritto a una retribuzione proporzionata alla quantità e qualità del suo lavoro e in ogni caso sufficiente ad assicurare a sé e alla famiglia un’esistenza libera e dignitosa». Buona questa.  

 
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