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Messaggi del 26/12/2013
Post n°7793 pubblicato il 26 Dicembre 2013 da psicologiaforense
L'idea della condivisione è nata con la crisi finanziaria internazionale, e si è allargata a settori sempre nuovi meglio continuare a risparmiare, condividendo tutto quello che è possibile. Una stanza del proprio appartamento, un'automobile che non ci si può permettere di vendere ma che passa molto tempo in garage, una bicicletta, una moto, i libri di cucini o di scuola, i vestiti, ecc... Ovviamente anche la spesa. Organizzandosi sia per andare al supermercato a turni (con un notevole risparmio di tempo e benzina), sia per accedere a offerte più vantaggiose in tutto il mondo .... Un esempio illuminante. Ogni notte in 12 mila case italiane c’è uno sconosciuto che dorme in una camera da letto. In altri 150 Paesi la stessa scena si ripete in 200 mila abitazioni, che sommate fanno una capacità d’accoglienza pari a quelle di catene alberghiere come Hilton o Marriott. Ma a differenza dei colossi degli hotel, Airbnb - la società che gestisce questo traffico planetario da un’ex fabbrica di San Francisco - non possiede neanche uno delle migliaia di letti che mette a disposizione. «Benvenuti nella sharing economy», l’economia della condivisione. Dopo le case con Airbnb e le auto con Uber, altri settori si muovono all’insegna della filosofia: «Quel che è mio è anche tuo, basta che mi paghi». Si possono condividere garage, camper, posti auto, lavatrici e mille altre cose. Condivisione, comunità, fiducia. «Chi viaggia cerca un’esperienza umana e apprezza il contatto con chi ospita ed è in grado di consigliarti su cosa fare o dove mangiare», dice Matteo Stifanelli, country manager Airbnb Italia. Anche lui ha cominciato come «host», mettendo a disposizione il suo appartamento romano. «Sono rimasto affascinato dal tipo di persone che arrivavano da tutto il mondo». Per ora sembra un fenomeno inarrestabile: oggi potete dormire in igloo con wi-fi, in centinaia di case sugli alberi, in castelli e isole private e perfino in un tradizionale «yurt» in Mongolia....
Post n°7792 pubblicato il 26 Dicembre 2013 da psicologiaforense
Capovolgiamo il rapporto, non domandiamo all'anno nuovo cosa farà per noi, ma chiediamoci che cosa siamo disposti a fare noi per lui. In altre parole rispolveriamo la cara vecchia abitudine di scrivere la letterina sulla quale mettere nero su bianco i buoni propositi per l'anno nuovo.... ANNO NUOVO VITA NUOVA Arriva l'anno nuovo: “Caro 2014, che cosa ci porterai di bello?”. Bè, visto quello che ci ha portato il 2013 forse è meglio fargli la domanda di riserva. Capovolgiamo il rapporto, non domandiamo all'anno nuovo cosa farà per noi, ma chiediamoci che cosa siamo disposti a fare noi per lui. In altre parole rispolveriamo la cara vecchia abitudine di scrivere la letterina sulla quale mettere nero su bianco i buoni propositi per l'anno nuovo, salvo chiuderla nella busta, infilarla in un cassetto e lì dimenticarla. È caduta in disgrazia, nessuno la scrive nè la pretende da figli e nipoti. Ve la ricordate? “Caro anno nuovo, prometto di essere più buono e di ubbidire alla mamma”. (Un momento, quale mamma? La prima, la seconda o l'attuale fidanzata del mio papà?). È meglio precisare: prometto di ubbidire a quella fra le mie tante mamme che mi farà più regali. Prometto di non sprecare più il pane, anzi di non mangiarlo per niente. (La regola non vale per i grissini, i crackers e le merendine, quelli si possono sprecare). Prometto di non avanzare niente di quello che mi mettono nel piatto e subito dopo di prendere due pastiglie di quella medicina miracolosa che non fa ingrassare qualunque cosa uno mangi. (Sarebbe proibita perchè fa venire l'infarto ma si può comprare su Internet; e poi di qualcosa bisogna pur morire, allora tanto vale morire magri). Caro ANNO NUOVO, faccio il solenne proponimento per il 2014 di non cambiare ogni mese il telefono cellulare come ho fatto nel 2013 ma di comprarne solo uno ogni tre mesi. A meno che non esca il NUOVO modello che stiamo aspettando da tanto tempo, quello che fa anche le previsioni atmosferiche, predice il futuro, misura la febbre e la pressione, distilla la grappa, rammenda i calzini; costa solo 99 euro e 99 centesimi, a parte l'abbonamento di soli 999 euro e 99 centesimi al mese. Tutto sommato conviene...
2014, GIOVANI, VA BENE IL QUI E ORA, MA ANCHE IL LA' E DOMANI, PENSARE GLOBALMENTE, AGIRE LOCALMENTE
Post n°7791 pubblicato il 26 Dicembre 2013 da psicologiaforense
2014. Stare coi piedi per terra cercando di creare il proprio futuro LA VITA NON E' UN PARCHEGGIO. 2014 GIOVANI IN CERCA DI FUTURO Aprirsi al mondo e incidere sulla realtà che ci circonda. In altri termini: “pensare globalmente, agire localmente”. Sembra facile a dirsi, più difficile da farsi. Perchè ci si sente schiacciati sul presente; con le prospettive future cadute…. Come può un giovane impossessarsi del proprio futuro se non gliene diamo la possibilità? Oggi siamo chiusi nel presente: compra adesso, prenota adesso, muoviti adesso, approfitta adesso, fai presto… . Chi non è nell'hic et nunc è perduto. Anche per questo i giovani prediligono il presente e hanno difficoltà a prendere in mano il timone della propria vita…
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Inviato da: Nuvola_vola
il 09/01/2019 alle 19:15
Inviato da: moltiplicazeri
il 16/12/2018 alle 17:51
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il 01/11/2018 alle 07:57
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