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Messaggi del 07/01/2014
Post n°7813 pubblicato il 07 Gennaio 2014 da psicologiaforense
Anche nell'amplesso, nei giochi erotici, nei preliminari sessuali.... si può esercitare una "ecologia consapevole", ossia un'attitudine, una disposizione interiore, un approccio alla vita, un modo di vivere creativo che, se fatto proprio, può germogliare e concretizzarsi naturalmente in comportamenti quotidiani appaganti e azioni di impatto, per se stessi e per il partner.
Sesso: quando l’eros si fa ecocompatibile
Per risvegliare il proprio istinto ecologico anche nella sessualità ora disponiamo di oggetti erotici ecologici. L’idea è partita dall’azienda DivineXtases, che si è messa a vendere la prima linea di sex toys interamente bio: gel afrodisiaci a composizione naturale, vibratori senza ftalati e lubrificanti a base di ingredienti rigorosamente biologici. E vanno a ruba. Se la cosa non vi eccita neanche un po’, aspettate un attimo e sentite questa: tutti i prodotti sono commestibili, con gusti e aromi alla vaniglia-cocco, arancia-noce moscata o pesca-fragola. E allora sì. In fondo, il sesso mette appetito e che c’è di meglio che deliziare il palato con la mutandina usata di lei? O il frustino di cioccolata che hai usato per “punirla” a letto? De gustibus.
Post n°7812 pubblicato il 07 Gennaio 2014 da psicologiaforense
I genitori devono avere il diritto di dare ai figli il solo cognome materno. Lo ha stabilito la Corte europea dei diritti umani che oggi ha condannato l’Italia per aver violato i diritti di una coppia di coniugi avendogli negato la possibilità di attribuire alla figlia il cognome della madre invece di quello del padre.
FIGLI MIEI, FIGLI TUOI Nella sentenza i giudici indicano che l’Italia «deve adottare riforme» legislative o di altra natura per rimediare alla violazione riscontrata. A fare ricorso alla Corte di Strasburgo sono stati i coniugi milanesi Alessandra Cusan e Luigi Fazzo, cui lo Stato italiano ha impedito di registrare all’anagrafe la figlia Maddalena, nata il 26 aprile 1999, con il cognome materno anziché quello paterno. La coppia che sin da allora si è battuta per vedersi riconosciuto questo diritto, ha vinto oggi a Strasburgo. I giudici della Corte hanno infatti condannato l’Italia per avere violato il diritto di non discriminazione tra i coniugi in congiunzione con quello al rispetto della vita familiare e privata. In particolare, i giudici sostengono che «se la regola che stabilisce che ai figli legittimi sia attribuito il cognome del padre può rivelarsi necessaria nella pratica, e non è necessariamente una violazione della convenzione europea dei diritti umani, l’inesistenza di una deroga a questa regola nel momento dell’iscrizione all’anagrafe di un nuovo nato è eccessivamente rigida e discriminatoria verso le donne». Nella sentenza i giudici sottolineano anche che la possibilità introdotta nel 2000 di aggiungere al nome paterno quello materno non è sufficiente a garantire l’eguaglianza tra i coniugi e che quindi le autorità italiane dovranno cambiare la legge o le pratiche interne per mettere fine alla violazione riscontrata.
Post n°7811 pubblicato il 07 Gennaio 2014 da psicologiaforense
«Little baby Face Foundation» - questo il nome della organizzazione che offre l'intervento gratuito ai giovani poveri - è stata creata nel 2002 dal dottor Thomas Romo, direttore di chirurgia ricostruttiva e plastica al Lenox Hill Hospital di Manhattan. Romo ha operato bambini e ragazzini con deformità di ogni parte del mondo ed ha portato l'idea negli Usa. AUTOSTIMA, FIDUCIA IN SE STESSI E ... CHIRURGIA PLASTICA Chirurgia plastica gratis per le vittime del bullismo. Dopo tre anni chiusa in casa, senza nemmeno andare a scuola per paura di atti di bullismo nei suoi confronti, Renata è tornata a sorridere: la ragazzina americana di 15 anni - di cui è tenuto segreto il cognome - è stata sottoposta gratuitamente a un intervento di plastica facciale che le ha corretto il naso, le cui dimensioni erano all'origine di insulti e prese in giro da parte dei coetanei. Il caso riportato dai media americani sta puntando i riflettori su una poco conosciuta Fondazione benefica che offre appunto «aiuto», in termini di interventi chirurgici correttivi, a giovanissimi meno abbienti e con deformità facciali che creano complessi. «Mi chiamavano "quella con il naso grosso" - ha raccontato Renata alla rete NBC News - mi faceva soffrire, non potevo più andare avanti così».
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Inviato da: Nuvola_vola
il 09/01/2019 alle 19:15
Inviato da: moltiplicazeri
il 16/12/2018 alle 17:51
Inviato da: monellaccio19
il 01/11/2018 alle 07:57
Inviato da: Brillante.Nero
il 06/09/2018 alle 23:51
Inviato da: casadei.lisetta
il 24/04/2018 alle 10:49