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Messaggi del 01/02/2015
Post n°8166 pubblicato il 01 Febbraio 2015 da psicologiaforense
Tessuti pregiati, pizzi, trasparenze: non è facile indossare con disinvoltura un look davvero elegante, specialmente se di solito vestiamo in jeans e sneakers, In vista di una festa importante ecco una psico-guida per vincere l'imbarazzo, divertirsi e sentirsi un po' come le eroine di una fiaba…. SERATA DI GALA
Ho pianificato la spesa con il rigore di una manovra finanziaria. E sono entrata in negozio ben tre volte, prima di acquistarlo: per scrutare ogni piegolina del mio adorato feticcio, per avere informazioni dall'altezzosa commessa e, infine, per provarlo. È stato un colpo al cuore: non mi ero mai sentita così bella. «Le sta d'incanto» mi ha incoraggiato (galeotta) la direttrice dell'atelier. Sono uscita dal negozio, in preda alla felicità, stringendo tra le braccia quella splendida scatola come se fosse una coppa olimpica. Da quando quest'abito ha preso il posto d'onore nell'armadio (spiccando nella mia collezione di giacchine in denim e pantaloni cargo), passo ogni istante libero a contemplare il suo tessuto vaporoso. Eppure adesso l'entusiasmo è svanito. Come un incantesimo che si è rotto in mille pezzi, ha lasciato il posto all'ansia e ai dubbi. Non avrò esagerato? Sarà troppo per una festa? E se lo mettessi solo in vacanza? Ce la farò a camminare o inciamperò nel suo orlo? Un abito elegante ci procura spesso imbarazzo. Più è chic e più noi, indossandolo, ci concentriamo paradossalmente sui nostri aspetti meno brillanti. Se siamo poco alte, ci sentiamo piccolissime, se abbiamo due chili di troppo diventiamo grasse ... Proviamo invece a riportare alla mente le emozioni positive che sentivamo quando l'abbiamo acquistato. In quei momenti abbiamo accettato la sfida, confidando nella capacità di trasformazione di quell'abito straordinario: il potere di renderci un po' "principesse". Una magia che va solo conosciuta meglio e incoraggiata: indossiamola, quindi, il più possibile, anche in casa. All'inizio ci sembrerà grottesco svolgere le nostre azioni quotidiane in pompa magna, ma dopo questo “training di regalità”, l'abito ci calzerà come una seconda pelle. E saremo pronte al debutto, con serena disinvoltura.
Post n°8165 pubblicato il 01 Febbraio 2015 da psicologiaforense
In Francia e Germania è un fenomeno normale, in Croazia il 15% dell'entrate sono legate al turismo naturista. Ma in Italia è visto ancora come qualcosa di "osceno". E dire che porta benefici sin dall'infanzia....
I NUDISTI ITALIANI: Come accettare il proprio corpo, liberandolo dai canoni di bellezza sedimentanti, per esempio, in una pubblicità, amare le proprie imperfezioni, prevenire l'anoressia? Basta liberarlo dai propri vestiti, imparando a vivere la nudità come un fatto normale. Il nudismo comprende un aspetto più ampio e generale del fenomeno mentre il naturismo comprende uno stretto contatto con la natura. Il naturista vive in maniera salutare, evita gli eccessi, rispetta la natura, mentre un nudista, per esempio, può essere un accanito fumatore. Sono comunque persone che hanno deciso di vivere la propria nudità in maniera normale, una nudità non legata all'aspetto sessuale di cui di solito viene caricato da chi ha dei pregiudizi. E c'è un concetto di sesso ben diverso. L’abitudine alla normalità della nudità promossa dal nudismo è in grado di educare la società in generale a percepire il nudo in maniera più sana e matura, con conseguenti ricadute positive. È noto che nascondere e censurare qualcosa ha l’effetto di rendere ancora più morbosa e irrefrenabile la curiosità di scoprire e di vedere ciò che viene nascosto e censurato. Basti dare un’occhiata alle statistiche di Google sulla frequenza nella ricerca della parola “sex": il search volume index più alto ce l’hanno quei Paesi dove impera una “morale" più restrittiva. Quindi più si è nudi e meno si è "morbosi"? Sì, perché se la nudità diventa una cosa consueta viene vissuta con assoluta indifferenza, la normalità della nudità porta inevitabilmente con sé la diminuzione degli episodi di voyerismo ed esibizionismo. Molte persone ritengono, sbagliando, che vedere un uomo o una donna nudi sia di per sé un potente stimolo sessuale. Ma in realtà è chiaro che la consuetudine alla nudità porta con sé un benefico depotenziamento della sua valenza erotica. NOTA INTEGRATIVA OK DA REGIONE VENETO AD AREE PER TURISMO NATURISTA: VILLAGGIO NUDISTI MORT PIÙ VICINO. È stata approvata la delibera che dà ai Comuni la possibilità di scegliere zone per il nudismo. La prima potrebbe essere proprio la spiaggia di Jesolo. Giovedì infatti è stata approvata dalla commissione Turismo una delibera apposita: definisce le modalità di rilascio delle concessioni e l'individuazione delle aree destinate al turismo naturista da parte dei Comuni. Il provvedimento rende operativa una legge regionale già esistente sulla valorizzazione di questo genere di turismo: molti coloro che lo attendevano, e in particolare l'associazione Anaa-Sfkk, che già nel giugno 2011 aveva ottenuto dal Comune di Jesolo l'utilizzo di una parte della spiaggia del Mort. Ora dovrebbe diventare ufficialmente la prima spiaggia naturista nel Veneto con enorme successo.
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Inviato da: Nuvola_vola
il 09/01/2019 alle 19:15
Inviato da: moltiplicazeri
il 16/12/2018 alle 17:51
Inviato da: monellaccio19
il 01/11/2018 alle 07:57
Inviato da: Brillante.Nero
il 06/09/2018 alle 23:51
Inviato da: casadei.lisetta
il 24/04/2018 alle 10:49