Creato da: psicologiaforense il 14/01/2006
finchè vita non vi separi
 

Cerca in questo Blog

  Trova
 
 
Citazioni nei Blog Amici: 791
 

Archivio messaggi

 
 << Maggio 2015 >> 
 
LuMaMeGiVeSaDo
 
        1 2 3
4 5 6 7 8 9 10
11 12 13 14 15 16 17
18 19 20 21 22 23 24
25 26 27 28 29 30 31
 
 

Cerca in questo Blog

  Trova
 
RSS (Really simple syndication) Feed Atom
 

Contatta l'autore

Nickname: psicologiaforense
Se copi, violi le regole della Community Sesso: F
Età: 62
Prov: PD
 

umorismo e satira

 

Chi può scrivere sul blog

Solo l'autore può pubblicare messaggi in questo Blog e tutti gli utenti registrati possono pubblicare commenti.
I commenti sono moderati dall'autore del blog, verranno verificati e pubblicati a sua discrezione.
 

Archivio messaggi

 
 << Maggio 2015 >> 
 
LuMaMeGiVeSaDo
 
        1 2 3
4 5 6 7 8 9 10
11 12 13 14 15 16 17
18 19 20 21 22 23 24
25 26 27 28 29 30 31
 
 
Citazioni nei Blog Amici: 791
 

Cerca in questo Blog

  Trova
 

Messaggi del 18/05/2015

 

GIÀ ALLE ELEMENTARI CON GLI SMART PHONE IN MANO

Post n°8293 pubblicato il 18 Maggio 2015 da psicologiaforense

Indagine  alla primaria: 6 bambini su 10 in Europa hanno un telefonino di ultima generazione. La metà frequenta i social network. Bullismo e cyberbullismo dietro l'angolo

 "SBULLO"

 
Il  fenomeno degli smartphone  dilaga tra i bambini è molto più ampio di quanto si possa pensare.  Il 65% dei bambini  alla scuola primaria  è in possesso di una telefonino di ultima generazione, contro un modestissimo 8.5% che detiene un cellulare “normale”. Il dato  è confermato anche  da un'indagine compiuta  a Lugano nel corso della campagna di sensibilizzazione “Sbullo ” sul corretto utilizzo dei nuovi mezzi di telecomunicazione e contro i pericoli della rete. In molte scuole europee, ma non in Italia,  sono state attivate  campagne di sensibilizzazione per educare i giovani  alunni  ai valori del rispetto, dell’identità e delle differenze, della stima e dell’autostima, delle emozioni e del loro riconoscimento perché, come  evidenzia l’esegesi psico-pedagogica in materia,  sono le capacità di dialogo e relazione che disarmano i bulli, soprattutto l'empatia, l'arte di capire gli altri e di rispettarli per come sono.
 
 

 
Condividi e segnala Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso
 
 

TEMI TRASCURATI,LA SFIDA DELL’UGUAGLIANZA, ALTRI NOI, LO SPAZIO DEL RICONOSCIMENTO , CAMBIARE I NOSTRI IMMAGINARI, UGUAGLIANZA

Post n°8291 pubblicato il 18 Maggio 2015 da psicologiaforense

Se vogliamo costruire delle società in cui gli individui si ricono­scano, dobbiamo fare in modo che gli uomini e le donne che com­pongono queste società siano dei «simili» che si apprezzano, vale a dire che apprezzano di essere differenti, perché dobbiamo realizza­re l'avventura della alterità di cui ormai conosciamo le caratteristi­che: riconoscere al tempo stesso la somiglianza e la differenza. In al­tre parole, l'altro mi interessa, ne ho bisogno, mi riconosco in lui (= somiglianza) e l'altro mi interessa come altro, lo riconosco per se stesso (= differenza).

 

VIVERE INSIEME, LIBERI E DIVERSI, MA NON DISUGUALI


Quando ci impegniamo con la finalità di essere tutti, uomini e don­ne, riunificanti e riunificati, noi partecipiamo alla lotta secolare de­gli uomini per l'uguaglianza, uguaglianza dei diritti, delle possibili­tà, delle condizioni. Questa lotta è molto ambiziosa perché si tratta di andare contro la condizione primitiva dell'umanità, contro la dis­uguaglianza primitiva. Gli uomini non nascono liberi e uguali di fatto. La loro differenza non distingue soltanto gli uomini, ma li sepa­ra e li contrappone, fa di essi degli estranei, dei non-interessanti. Infatti come potrebbero riconoscersi i poveri e i ricchi fino a che li separa la disuguaglianza delle condizioni rispettive? In base a che cosa l'africano può interessare l'europeo se non è, in certo modo, un suo uguale? Quale interesse reciproco è possibile tra l'uomo e la donna se non in base all'uguaglianza? Quando dunque lavoriamo perché gli uomini e le donne diven­tino simili, interessanti gli uni per gli altri, noi creiamo le condizio­ni per una vera società umana: possono conoscersi simili e apprez­zarsi. Ma bisogna che si riconoscano. La partita non è finita. Piaccia o non piaccia, il compito di riconoscere l'altro non è mai finito, è sempre in via di realizzazione.

 

 
Condividi e segnala Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso
 
 

© Italiaonline S.p.A. 2024Direzione e coordinamento di Libero Acquisition S.á r.l.P. IVA 03970540963