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Messaggi del 30/12/2015

 

PADOVA, LUTTO NEL MONDO DELLA CULTURA, NELLE ACCADEMIE, TRA GLI INTELLETTUALI E GLI SPIRITI LIBERI DI TUTTO IL MONDO

Post n°8529 pubblicato il 30 Dicembre 2015 da psicologiaforense

La scomparsa di un Grande Maestro di vita ...

 

SABINO SAMELE ACQUAVIVA


Pochi minuti fa è  morto  qui a Padova all'età di 88 anni il  Professore Emerito Sabino Samele Acquaviva. Era studioso  eclettico  riconosciuto in tutto il mondo già  nel 1961  grazie  al libro "L'eclissi del sacro nella società industriale". Sociologo di grandissimo spessore culturale, professionale, personale ed umano   fu professore prima  all'Università di Trento poi qui a Padova come titolare della cattedra di sociologia alla Facoltà di Scienze politiche del Bò, divenendo anche più volte  direttore  del dipartimento di Sociologia. Autore di numerosissimi libri e studi fu anche collaboratore della Rai. Innumerevoli i messaggi di cordoglio  dal Presidente della Repubblica al governatore del Veneto agli intellettuali di tutto il mondo. 
Il funerale del Prof.  Sabino Samele  Acquaviva sarà celebrato il 2 gennaio nella chiesa di Santa Sofia a Padova.


Lascia la moglie Eugenia e due figli, Francesco e Chiara.


 

NOTA INTEGRATIVA


Acquaviva, Sabino Samele  fu tra i maggiori esponenti del dibattito sociologico attuale, studiò i fenomeni religiosi e la crisi dei valori nella società contemporanea. Tra le sue opere si ricordano:Alto Adige. Spartizione subito? (1980), L’eclissi del sacro nella civiltà industriale (1985), Eros, morte ed esperienza religiosa (1993), Sociologia delle religioni. Problemi e prospettive (1996), Giovani sulle strade del terzo millennio. I giovani degli ostelli: tra pellegrinaggio interiore e turismo culturale (1999), Dio dopo Dio. Diario 1964-2005 (2007). Altre opere sono dedicate agli anni di piombo anche se affrontati da prospettive diverse, come Guerriglia e guerra rivoluzionaria in Italia (1979), Il seme religioso della rivolta (1979), Sinfonia in rosso (1989). Un terzo gruppo di libri si occupa di sociologia politica come Progettare la felicità (1994) e La democrazia possibile (2002). Un’ultima tematica affrontata è quella della comunicazione massmediatica, come in Televisione e ***bambini immagine nel mondo della prima infanzia (1976); La modernizzazione sperata (1978); La montagna del sole: il Gargano (1982); e Social Structure in Italy, Crisis of a System (1976).

 
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RIFLESSIONE DELLA SERA, L'UOMO E IL MONDO, OGNI RIFERIMENTO È PURAMENTE CASUALE

Post n°8528 pubblicato il 30 Dicembre 2015 da psicologiaforense

Il mondo, al contrario di quello che si crede, non è lo sfondo anonimo della nostra esistenza, il luogo, uguale per tutti, dove viviamo. Ma fra noi e il mondo c'è un'intima correlazione. Il suo significato si spinge oltre i dati sensibili. In altri termini :  
ciò che vediamo nelle cose, quanto queste  ci dicono,  dipende esclusivamente da come siamo.

 

 

LA COMUNITÀ DEL DISINCANTO  


 

Il mio mondo, i miei progetti, le relazioni umane, i semplici fatti che accadono ogni giorno sono intonati a me stesso, alla mia identità personale, professionale e familiare, al modo di declinarmi in tutto ciò. Una malattia, un lutto, uno scacco professionale possono mutare la fisionomia delle cose. Il lavoro cesserà allora di essere rassicurante, non sarà più lo stimolo per un progresso, ma il simbolo della perdita e del fallimento. Nè parleremo per questo, semplicemente, di una proiezione dei miei sentimenti sulle cose esterne, ma è la mia posizione nel mondo che è mutata, il mio modo-di-essere. I miei progetti fanno parte di me e il loro mutamento è correlativo al mio. Ad esempio, la visione ambientale del depresso, la sua percezione di un mondo squallido e privo di senso, la degradazione delle cose e il declinare del futuro non esprimono forse, meglio di qualunque introspezione, la sua condizione reale?

Egli vede il mondo per come è egli stesso; questo è realmente il suo mondo. Il nostro mondo "normale" è diverso, è ancora ricco di agganci, ancora significativo ed aperto all'esperienza. Ma questo confronto non può avere alcun senso per il malato. E nulla ci autorizza a stabilire se le sue percezioni siano più o meno «vere» delle nostre, a trasformare subito in sintomi queste differenze, perdendo di vista il significato intrinseco dei fenomeni che egli esprime.


 
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