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Messaggi del 30/12/2015
Post n°8529 pubblicato il 30 Dicembre 2015 da psicologiaforense
La scomparsa di un Grande Maestro di vita ...
SABINO SAMELE ACQUAVIVA Pochi minuti fa è morto qui a Padova all'età di 88 anni il Professore Emerito Sabino Samele Acquaviva. Era studioso eclettico riconosciuto in tutto il mondo già nel 1961 grazie al libro "L'eclissi del sacro nella società industriale". Sociologo di grandissimo spessore culturale, professionale, personale ed umano fu professore prima all'Università di Trento poi qui a Padova come titolare della cattedra di sociologia alla Facoltà di Scienze politiche del Bò, divenendo anche più volte direttore del dipartimento di Sociologia. Autore di numerosissimi libri e studi fu anche collaboratore della Rai. Innumerevoli i messaggi di cordoglio dal Presidente della Repubblica al governatore del Veneto agli intellettuali di tutto il mondo.
NOTA INTEGRATIVA
Post n°8528 pubblicato il 30 Dicembre 2015 da psicologiaforense
Il mondo, al contrario di quello che si crede, non è lo sfondo anonimo della nostra esistenza, il luogo, uguale per tutti, dove viviamo. Ma fra noi e il mondo c'è un'intima correlazione. Il suo significato si spinge oltre i dati sensibili. In altri termini :
LA COMUNITÀ DEL DISINCANTO
Il mio mondo, i miei progetti, le relazioni umane, i semplici fatti che accadono ogni giorno sono intonati a me stesso, alla mia identità personale, professionale e familiare, al modo di declinarmi in tutto ciò. Una malattia, un lutto, uno scacco professionale possono mutare la fisionomia delle cose. Il lavoro cesserà allora di essere rassicurante, non sarà più lo stimolo per un progresso, ma il simbolo della perdita e del fallimento. Nè parleremo per questo, semplicemente, di una proiezione dei miei sentimenti sulle cose esterne, ma è la mia posizione nel mondo che è mutata, il mio modo-di-essere. I miei progetti fanno parte di me e il loro mutamento è correlativo al mio. Ad esempio, la visione ambientale del depresso, la sua percezione di un mondo squallido e privo di senso, la degradazione delle cose e il declinare del futuro non esprimono forse, meglio di qualunque introspezione, la sua condizione reale? Egli vede il mondo per come è egli stesso; questo è realmente il suo mondo. Il nostro mondo "normale" è diverso, è ancora ricco di agganci, ancora significativo ed aperto all'esperienza. Ma questo confronto non può avere alcun senso per il malato. E nulla ci autorizza a stabilire se le sue percezioni siano più o meno «vere» delle nostre, a trasformare subito in sintomi queste differenze, perdendo di vista il significato intrinseco dei fenomeni che egli esprime.
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Inviato da: Nuvola_vola
il 09/01/2019 alle 19:15
Inviato da: moltiplicazeri
il 16/12/2018 alle 17:51
Inviato da: monellaccio19
il 01/11/2018 alle 07:57
Inviato da: Brillante.Nero
il 06/09/2018 alle 23:51
Inviato da: casadei.lisetta
il 24/04/2018 alle 10:49