Creato da: psicologiaforense il 14/01/2006
finchè vita non vi separi
 

Cerca in questo Blog

  Trova
 
 
Citazioni nei Blog Amici: 791
 

Archivio messaggi

 
 << Gennaio 2016 >> 
 
LuMaMeGiVeSaDo
 
        1 2 3
4 5 6 7 8 9 10
11 12 13 14 15 16 17
18 19 20 21 22 23 24
25 26 27 28 29 30 31
 
 

Cerca in questo Blog

  Trova
 
RSS (Really simple syndication) Feed Atom
 

Contatta l'autore

Nickname: psicologiaforense
Se copi, violi le regole della Community Sesso: F
Età: 62
Prov: PD
 

umorismo e satira

 

Chi può scrivere sul blog

Solo l'autore può pubblicare messaggi in questo Blog e tutti gli utenti registrati possono pubblicare commenti.
I commenti sono moderati dall'autore del blog, verranno verificati e pubblicati a sua discrezione.
 

Archivio messaggi

 
 << Gennaio 2016 >> 
 
LuMaMeGiVeSaDo
 
        1 2 3
4 5 6 7 8 9 10
11 12 13 14 15 16 17
18 19 20 21 22 23 24
25 26 27 28 29 30 31
 
 
Citazioni nei Blog Amici: 791
 

Cerca in questo Blog

  Trova
 

Messaggi del 04/01/2016

 

RIFLESSIONE DELLA SERA, IDEE, PENSIERI, OPINIONI, SUGGESTIONI... PER UN NUOVO GIORNO

Post n°8534 pubblicato il 04 Gennaio 2016 da psicologiaforense

Chi potrebbe supporre che una grave malattia del corpo non sia anche una malattia della psiche? O al contrario, che una sofferenza psichica non sia anche una sofferenza del corpo?  Chi potrebbe convincere un malato di cancro che il mondo è rimasto quello di prima, che gli altri hanno lo stesso significato, che, non loro, ma il loro involucro materiale, è minacciato dalla morte?

IL CORPO: LO SPECCHIO A DUE FACCE 

Sto scrivendo. Cerco di raccogliere le idee poi le traduco rapidamente nei segni che traccio sul foglio. Tutto il mio corpo partecipa a questo lavoro, vibra dello stesso sforzo creativo. Coincide con me; mi è tanto vicino che lo percepisco appena, e sempre in modo straordinariamente indistinto. Esprime direttamente la mia tensione comunicativa, i miei significati. Non è lo strumento meccanico destinato a trascrivere i messaggi della mente, né l'involucro opaco che mi racchiude. Ma è il corpo-che-sono, assai più vicino alla sfera dell'essere che a quella dell'avere. Rappresenta il mio esserci, la mia relazione originaria con il mondo e con gli altri.  Non è dunque un semplice possesso, il mio corpo, o almeno non lo considero tale mentre lo vivo e lo agisco. Mi appartiene, naturalmente, so di averlo; ma nulla mi costringe, abitualmente, a concentrarmi su di esso, su questa cosa che ho e della quale, volendo, posso avvertire la materialità. In altri momenti, questa riprende il sopravvento.  Chi potrebbe convincere, anche una soltanto fra i dieci milioni di persone che, ogni anno, scoprono di essere malate di cancro che il mondo è rimasto quello di prima, che gli altri hanno lo stesso significato, che, non loro, ma il loro involucro materiale, è minacciato dalla morte? Chi potrebbe supporre che una grave malattia del corpo non sia anche una malattia della psiche? O al contrario, che una sofferenza psichica non sia anche una sofferenza del corpo, almeno nel senso di corpo-che-sono? In questo senso, il corpo di cui si lamenta il neurastenico non è lo stesso di cui si occupa il medico che lo rassicura affermando che  "non ha niente". L'astenia del depresso, la trasformazione corporea e la persecuzione fisica dello schizofrenico non rivelano forse questa correlazione fondamentale fra il mondo e il corpo? L'orizzonte esistenziale si restringe bruscamente. Il malato è costretto ad essere-per-il-proprio-corpo, entra in un mondo gonfio di sofferenza e di oscure minacce...

 
Condividi e segnala Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso
 
 

© Italiaonline S.p.A. 2024Direzione e coordinamento di Libero Acquisition S.á r.l.P. IVA 03970540963