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Messaggi del 03/04/2016
Post n°8613 pubblicato il 03 Aprile 2016 da psicologiaforense
Quando sorride, la somiglianza diventa incredibile. Sergio Bernasconi, 61enne di Massagno, è il sosia naturale del pontefice Bergoglio. Tanto che qualcuno l’ha pure ribattezzato il “Papa” di Bomborozzo, il quartiere in cui vive. «Il giorno stesso dell’elezione di Bergoglio - ricorda - ho ricevuto telefonate da amici. E il giorno dopo c’è stato chi mi ha portato il giornale per farmi notare quanto il Papa sembrasse il mio gemello». PARLA IL SOSIA DEL PAPA
Una vita intensa quella di Sergio Bernasconi come riporta PATRICK MANCINI : cresciuto nel quartiere di Santa Lucia, Sergio ha avuto una vita intensa. Sia dal punto di vista politico, sia da quello lavorativo. «Sono sempre stato un ribelle, uno che va controcorrente. Proprio come Bergoglio. E a volte ho pagato a caro prezzo questa mia indole». Disoccupazione - Per 32 anni è stato attivo come consigliere comunale, 24 anni nel PPD e 8 in una lista civica. Impiegato di commercio, ha lavorato per anni presso il sindacato OCST. «Sono stato l’unico impiegato della storia capace di farsi licenziare dal sindacato. Il problema è che non ero più in linea con certe cose. Ho vissuto per diversi anni il dramma della disoccupazione. Ora sono pensionato». Contro il sistema - Celibe, senza figli, il Bergoglio di Massagno sembra un personaggio tranquillo, pacato. Ma la realtà dice altro. «Io sono un lottatore. Ho sempre portato avanti i miei principi. Adesso con la politica chiudo, non mi sono più rimesso in lista. Nella mia carriera di consigliere comunale ho mandato a quel paese diverse persone. E ne vado fiero. I programmi vengono preparati secondo principi di marketing, si bada all’apparenza e non ai problemi della gente. A me questo dà fastidio». Un quartiere che vive - Sergio continuerà, comunque, la sua avventura come presidente dell’associazione del quartiere Bomborozzo. «Stiamo facendo un sacco di cose, anche per lo sviluppo sostenibile e per l’integrazione. A Massagno sono rappresentate ben 91 nazionalità. Questa gente va coinvolta». Scontro sull’altare - Ha fatto l’animatore degli scout per 30 anni, è stato in consiglio parrocchiale per 10 anni. Il 61enne di Massagno si dichiara credente e praticante. Anche se deluso da alcune questioni legate alla Chiesa. «In alcuni posti la Chiesa è troppo invischiata con la politica. Figuratevi che io leggevo sempre a messa a Massagno. Fino a quando il prete non è venuto da me, consigliandomi di prendermi una pausa. E questo perché come consigliere comunale avevo lanciato un referendum che andava contro alcuni poteri forti. Siccome Dio è dappertutto, io ora a messa vado a Besso». Sangue dal naso - Amante della letteratura e della storia, Sergio si riconosce in Bergoglio anche per quanto riguarda le sfide che sta portando avanti. «Anche lui si batte per la difesa della natura, per la dignità dei poveri, e per l’incontro tra religioni. Io sono una persona concreta. E questa mia caratteristica mi ha creato diversi nemici. A un certo punto, tra tensioni e lettere diffamatorie, mi scendeva spesso sangue dal naso. Ho sofferto parecchio. Adesso mi levo dai piedi, non sarò più in consiglio comunale. Ma forse è un bene, la mia voce potrà essere ancora più libera e forte».
Post n°8612 pubblicato il 03 Aprile 2016 da psicologiaforense
UNA MAMMA INFANTILE Perché le teenager (tra i 13 e i 19 anni) finiscano sempre più spesso in situazione di “ragazze madri” non è semplice da spiegare ma le loro gravidanze possono essere suddivise in due categorie: volute e non volute, o meglio, attive e passive. In quest’ultimo caso (gravidanze non volute) a rimanere incinte loro malgrado sono, di solito, ragazze passionali e romantiche, le quali non riescono a porre limite alcuno nel loro rapporto d’amore. Al contrario le gravidanze attive (quelle volute) sono quasi sempre strumentali e molto spesso dovute al c.d. “pensiero magico”: allora la gravidanza funge da antidepressivo che serve solo a riempire un vuoto esistenziale. Il bambino prende il posto del cane o della bambola, secondo un meccanismo che si chiama “parentificazione”: la ragazza che dovrebbe accudire il neonato spera che prima o poi lui si occupi di riempirle la vita. Secondo un modo di pensare che è tipico anche di molti adulti...
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Inviato da: Nuvola_vola
il 09/01/2019 alle 19:15
Inviato da: moltiplicazeri
il 16/12/2018 alle 17:51
Inviato da: monellaccio19
il 01/11/2018 alle 07:57
Inviato da: Brillante.Nero
il 06/09/2018 alle 23:51
Inviato da: casadei.lisetta
il 24/04/2018 alle 10:49