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Messaggi del 29/04/2016

 

RIFLESSIONE DELLA SERA, DALLA DISSIMULAZIONE DISONESTA, ALLA PRUDENZA E ALL'AUDACIA, BLOG, BLOGGER, COMMUNITY

Post n°8645 pubblicato il 29 Aprile 2016 da psicologiaforense

In questa community, come nella vita, prudenza non significa cautela. Soprattutto se ispirata alla paura, la cautela non è più una  virtù. Virtù che io chiamo  intellettuale: tocca infatti all'intelligenza operare il retto discernimento del bene morale, che spesso non è così facile da percepire…

 

GIORNO DOPO GIORNO
RIFLESSIONE DEDICATA AI MIEI 25 LETTORI

Alla prudenza spetta il compito di interpretare la realtà, di guidare l'azione morale e di assicurarne la retta misura. Essa svolge un ruolo insostituibile anche nella pratica di tutte le altre virtù. Qui però prudenza non significa cautela. Soprattutto se ispirata alla paura, la cautela non è una virtù morale. La prudenza è, in un certo senso, una virtù intellettuale: tocca infatti all'intelligenza operare il retto discernimento del bene morale, che spesso non è così facile da percepire, data la complessità e l'ambiguità delle situazioni in cui si è chiamati ad agire, anche in questa community agonizzante.  Ma la prudenza, così come si è già visto in altro post a proposito della pazienza, non è solo un esercizio dell'intelletto: coinvolge la volontà libera del soggetto, e per questo è una vera e propria virtù. Il suo esercizio, infatti, non richiede solo acume intellettuale e adeguate conoscenze morali, presuppone anche che la persona sia onestamente aperta alla ricerca del vero bene, attraverso la rettitudine della volontà. Occorre amare il bene, per poterne cogliere tutte le esigenze, anche le più severe.

 
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IL CASO DEL GIORNO, Vicenza, la gara in pronto soccorso tra infermieri e dottori per fare prelievi dolorosi ai pazienti

Post n°8644 pubblicato il 29 Aprile 2016 da psicologiaforense

MALASANITÀ CRIMINALE: SCANDALO A VICENZA


 

Una sfida folle, inquietante, via smartphone, a chi riesce a mettere la cannula più grossa, quella che può essere più dolorosa, nelle vene di pazienti ignari. Vi partecipano due medici e sei infermieri. Lo scenario è il pronto soccorso dell'ospedale di Vicenza. Il primario Vincenzo Riboni scopre la trama, si indigna, individua i responsabili.

Il dg Giovanni Pavesi apre otto procedimenti disciplinari. L'avvocato Laura Tedeschi, capo dell'ufficio legale dell'Ulss, formalizza i capi di accusa, ascolta gli imputati ed emette le sentenze. Due sanzioni e sei archiviazioni. Un medico è punito con la censura scritta. Un infermiere con il rimprovero scritto. Prosciolti l'altro medico, una donna, e gli altri 5 infermieri, 3 donne e 2 uomini. La parola ora passa alla Procura della Repubblica di Vicenza...


LA CRONACA :
Un gioco incredibile e crudele a colpi di smartphone tra le barelle per aggiudicarsi il primato di aver infilato il maggior numero di cannule ai malcapitati pazienti. Lo scenario è il pronto soccorso dell'ospedale San Bortolo di Vicenza, dove due medici e sei infermieri hanno dato vita ad una sfida via whatsapp sulla pelle dei loro assistiti. Tutto è nato in una cena goliardica tra amici per movimentare le giornate in corsia. Il gruppo si dà un nome, 'Gli Amici di Maria', e stabilisce regole precise: a vincere è colui che userà il maggior numero di aghi o cannule. Più queste ultime sono grosse, e dunque dolorose per il malato, maggiore è il punteggio ottenuto. Lo score si segna su un apposito tabellone e ogni punto conquistato viene condiviso in chat con tutti i partecipanti.  La gara diventa di dominio pubblico quando uno dei due medici del reparto, pentito, rivela la bravata al primario, Vincenzo Riboni. Parte immediatamente l'indagine interna e l'apertura di una procedura sanzionatoria interna all'ospedale, che si conclude con due richiami e sei 'assoluzioni'.  Per accertare i fatti, spiega il Direttore Generale dell'Ulss 6 Vicenza Giovanni Pavesi, vengono incrociati date e orari della chat con le cartelle cliniche, per capire se ci siano stati dei comportamenti inappropriati. «Non abbiamo trovato riscontro - racconta -. Ciò nondimeno abbiamo aperto un procedimento disciplinare che si è concluso con rapidità, nei limiti di quelle che sono le prove raccolte. Abbiamo inoltre trasmesso tutta la documentazione agli Ordini Professionali competenti». A gettare acqua sul fuoco delle polemiche è lo stesso primario. «È stato solo un gioco - afferma - e per fortuna tale è sempre rimasto. Nessuno ha fatto nulla di sbagliato e la salute e il benessere dei pazienti non sono mai stati compromessi». Di sicuro l'immagine del San Bortolo non ne esce bene. «Rimane - ammette Riboni - un giudizio eticamente negativo di quanto è stato fatto, dal momento che simili gare non andrebbero né pensate né tantomeno messe per iscritto».
Meno accomodante il giudizio del Direttore Generale dell'Ulss, Giovanni Pavesi. «È una vicenda di estrema gravità, al di là del fatto che gli episodi siano effettivamente avvenuti o meno - commenta -. Non appena ne siamo venuti a conoscenza ci siamo immediatamente attivati, portando avanti con determinazione una doppia azione». Pavesi afferma che il suo pensiero «va innanzitutto ai cittadini e in particolare a quelli che possono essere stati oggetto della vicenda, ai quali vanno le scuse di tutta l'Azienda». Per ora il Procuratore di Vicenza Antonino Cappelleri non ha aperto un fascicolo sul caso ma non è escluso che lo faccia da un momento all'altro...

 
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La professione più sexy? Le donne preferiscono gli imprenditori, il camice perde campo

Post n°8643 pubblicato il 29 Aprile 2016 da psicologiaforense



La professione più sexy? L'imprenditore. Per le donne single italiane l’uomo più affascinate è quello che lavora in proprio (18%); il camice perde di appeal e conquista solo il 4% delle single.

In occasione della Festa dei Lavoratori del prossimo 1 maggio, Meetic rende nota un’interessante analisi del suo database, focalizzata sulle professioni più apprezzate dalle single italiane. Stando ai trend di ricerca delle utenti, la professione che riscuote più successo è quella dell’imprenditore: per il 18% delle single chi svolge un lavoro in proprio è infatti più desiderabile.

All’iniziativa imprenditoriale seguono nella classifica del fascino la meticolosità e la precisione degli ingegneri: metodici e responsabili questi ultimi sono preferiti dall’8% del gentil sesso. Il leader nei servizi di dating, sfata poi il falso mito legato al fascino del camice: i professionisti del mondo medico così come coloro che si occupano della cura del corpo e della mente sono ricercati solamente dal 4% delle single italiane.

E non perde colpi soltanto il camice: anche la blasonata divisa non sembra essere più così sexy. Chi ha un ruolo in ambito "militare"  o politico ( consigliere comunale, ecc..) è ricercato appena dall’1% delle utenti. Stessa sorte per chi lavora nel mondo della moda, fanalino di coda della classifica. E gli uomini? Interessante rilevare come per gli uomini la mansione ricoperta non determini il fascino della potenziale partner. E’ infatti ben il 20% di loro che non è in grado di esprimere una preferenza su questo aspetto della persona.

 
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