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Messaggi di Agosto 2016
Post n°8686 pubblicato il 31 Agosto 2016 da psicologiaforense
Le grandi mutazioni storiche, anche se durano decenni, sono come quei terremoti che in pochi secondi stravolgono la configurazione di intere città o regioni e impongono la consapevolezza che indietro non si torna e nulla può essere più come prima… MIGRANTI NEL MONDO GLOBALE
Post n°8685 pubblicato il 30 Agosto 2016 da psicologiaforense
FLASH MOB A VENEZIA Un gruppo di goliardi dell’università di Padova ha messo in scena un irriverente “flash mob” per le calli di Venezia. In una città ogni anno visitata da milioni di turisti, garantire l’igiene e l’ordine pubblico è un compito non sempre facile. L’argomento è tornato recentemente alla ribalta dopo che la cronaca locale ha riportato i commenti indignati di alcuni residenti di fronte all’inciviltà di certi turisti, sorpresi a urinare in pubblico. Nasce così l’idea dello scherzo, volto a sensibilizzare gli spettatori sulle contraddizioni di una città unica per patrimonio artistico ma penalizzata dall’inadeguatezza delle sue infrastrutture di fronte al turismo di massa. Diversamente, qualora l’amministrazione cittadina affrontasse il problema mettendo a disposizione dei visitatori servizi più accessibili e gratuiti, ciò sarebbe un bel segnale di civiltà, o quantomeno eviterebbe ai turisti la spiacevole impressione di pagare un dazio anche sui propri bisogni più elementari.
Post n°8684 pubblicato il 28 Agosto 2016 da psicologiaforense
STARE NELLA VITA: FORME DEL MONDO E SENSO DEL VIVERE La domanda che ci attende ogni mattina aprendo gli occhi e rendendoci conto che bisogna cominciare una nuova giornata è PERCHÉ? L’essere umano, a differenza di tutti gli altri animali, non riesce ad accontentarsi di fare le cose ha bisogno di sapere perché le fa. Lo stesso vale per quel che gli accade di fronte ai fenomeni della natura, delle vicissitudini della vita, ne cerca le ragioni e non ha pace finché non le trova. Vuole andare oltre il dato materiale degli atti e dei fatti che costituiscono la sua esistenza, capirne il senso, portarlo alla luce, esprimerlo. Si può considerare ciò un segno della sua grandezza oppure una maledizione. È da questo comunque che sono nate la scienza, la filosofia, la poesia, la religione. Le altre specie animali, per quanto ne sappiamo, non hanno sviluppato nessuna di queste attività. A loro basta quello che esiste. Il senso delle cose apparentemente non esiste perché non è una cosa fra le altre, come il senso di una frase non è una parola ma ciò che dà significato a tutte le parole che la compongono. Perciò, a differenza di un oggetto fisico che ci sbarra la via si può credere di eluderlo non chiedendosi mai il senso della propria esistenza. Oggi molti vivono senza porsi questa domanda e non gli succede nulla tranne forse l’aver messo da parte ciò che li rende esseri umani.
Post n°8683 pubblicato il 27 Agosto 2016 da psicologiaforense
Post n°8682 pubblicato il 26 Agosto 2016 da psicologiaforense
Argie Abejaron ha detto al giornale locale Fraser Coast Chronicle di aver sentito la piccola Mileah gridare e quando è uscita in giardino ha visto l'animale che la spingeva a terra e l'aggrediva. Una giovane madre ha combattuto con un canguro colpendolo a calci per salvare la figlioletta di due anni, nel giardino di casa a Harvey Bay, nel nordest dell'Australia. «Il canguro era alto quanto me e ho pensato che potevo affrontarlo ha raccontato - ma aveva una gran forza, ha aggiunto». La donna è stata spinta a terra e ha subito contusioni, ma è riuscita a mettere in salvo la piccola, mentre vicini di casa gridavano per distrarre l'animale. Mileah aveva perso conoscenza ed è stata portata in ospedale, dove le hanno praticato 17 punti di sutura sul petto. IL PRECEDENTE
L'ANIMALE- È successo a Charleville, nello stato australiano di Queensland. L'animale, alto oltre due metri e capace di coprirne nove con un solo salto, ha fatto irruzione nel giardino della signora, l'ha scaraventata a terra e l'ha ripetutamente presa a calci. «Ho pensato che mi uccidesse», ha poi spiegato Phyllis Johnson al giornale Courier-Mail, dal suo letto di ospedale. «Era più grande di me e mi sono nascosta tra la biancheria», ha raccontato ancora, spiegando di aver tentato di difendersi con una spazzola mentre il suo cane, spaventato, si è tirato indietro. Ferita, l'anziana signora è comunque riuscita a rientrare in casa e a chiamare il figlio, che ha dato l'allarme avvertendo la polizia.
LE FORZE DELL'ORDINE- Due agenti sono arrivati nel giro di pochi minuti. E hanno dovuto difendersi a loro volta. E catturato marsupiale. Non è la prima volta che accadono questi episodi. I canguri, a quanto pare, sono animali aggressivi.
Post n°8681 pubblicato il 25 Agosto 2016 da psicologiaforense
La mia amica e collega ALESSANDRA GRAZIOTTIN scrive:
Lo stesso vale per le delusioni d’amore: c’è la prima fase della ferita affettiva, con un’infiammazione emotiva che è anche “neuroinfiammazione”, ossia incendio biochimico del cervello. È questa la base biologica della depressione, dei disturbi del sonno e dell’appetito, dell’astenia, dell’affaticabilità, dei dolori fisici che accompagnano le ferite affettive. Di nuovo, anche nella psiche il tempo è amico se è finalizzato per analizzare la ferita, ripulirla e curarla, con intensità proporzionata alla gravità del trauma emotivo e di durata sufficiente a ripararlo. Quando invece ci si incista a guardare il passato, a recriminare sul danno subito, a sprofondare nel gorgo maligno del rimpianto anche l’infiammazione da ferite emotive diventa patologica e nemica della salute. Possono passare mesi e anni, ma il dolore della perdita è sempre lì, anzi diventa patologico: “Non si è più ripreso/a”. A volte quest’infiammazione può essere così grave da devastare la competenza del sistema immunitario, o della funzione cardiaca. Ed ecco l’emergere di un tumore dopo uno stress emotivo prolungato, o la morte, letteralmente, per “crepacuore”, quando la vasocostrizione delle arterie coronarie da prolungata sofferenza emotiva può causare un infarto fatale. Non basta dunque che il tempo ”passi” ma deve avere una sua danza: tra un necessario tempo “passivo”, per dare a corpo e mente modi e tempi per ritrovare un nuovo assetto dopo la fase acuta e un tempo quietamente attivo, nell’ascolto del corpo e del dolore del cuore. Se c’è stato un lutto, il trauma emotivo in assoluto più difficile da superare, il tempo kairòs, il tempo benedetto, è quello che ci porta a interiorizzare la persona perduta, a sentirla presente e viva nella nostra mente e nel nostro cuore, per guardare avanti con ritrovata serenità.
Post n°8680 pubblicato il 23 Agosto 2016 da psicologiaforense
Un «no» è un «no»? Non sempre....
"SESSO A TRE, SONO STATA STUPRATA". MA IL GIUDICE NON CREDE AL SUO NO
GERMANIA, IL VIDEO HOT IN AULA. LA MODELLA: SENTITE L'AUDIO, IO URLO E BASTA
C'è un video, apparso sul web nel 2012, che mostra la show-girl tedesca Gina-Lisa Lohfink mentre fa sesso con due uomini dicendo di «no» a tratti e scuotendo la testa. Il caso ha fatto scalpore in Germania, portando tra l'altro all'introduzione a luglio di una nuova legge sullo stupro, per cui «un no è un no» anche se la vittima, nei fatti, non respinge l'amplesso. Un tribunale di Berlino, però, ha assolto ieri i due uomini condannando Lohfink per falsa testimonianza.
Post n°8679 pubblicato il 17 Agosto 2016 da psicologiaforense
DIRE, SCRIVERE, PUBBLICARE, LEGGERE.... NELLA COMMUNITY E NEI BLOG I post, troppo spesso frettolosamente percepiti come sinonimo di felice vanverare e quindi abbandonati all'euforia di blogger buontemponi o all'acido corrosivo di quelli scettici, dovrebbero essere, invece, narrazioni in cui si esprime la “voce di sottile silenzio” dell'ironia, della comicità, dell’ umorismo, dello sguardo disincantato di chi interpreta il quotidiano, l’attualità, la politica, i saperi e/o l’effimero esistenziale. In questa prospettiva i post sono uno specchio che restituisce sia il senso, sia l'universalità della mente postmoderna, caratteristicamente mobile e retroattiva, capace di dislocarsi tra stili di pensiero e tra diversi approcci al reale, di spiazzare se stessa nel seguire l'ottica della differenza. In conclusione, il blog è un artificio letterario, (anche un artefatto d’incertezza, a volte) che racchiude, ad infinitum, altri artifici di immagini, suggestioni, aneddoti, pensieri, parole, idee, metafore....
Post n°8678 pubblicato il 14 Agosto 2016 da psicologiaforense
Se una società continua a sentirsi dire che è ammalata le persone si sentiranno e si comporteranno da malate...
FERRAGOSTO 2016 IN UN MONDO INSICURO
Albert Einstein ha affermato: ci sono solo due cammini per vivere la tua vita. Uno è come se niente fosse un miracolo. L'altro è come se ogni cosa fosse un miracolo. Un miracolo è qualche cosa che ci sorprende e che ci lascia stupiti. Ma bisogna imparare a scoprire i miracoli intorno a noi. Credo che oggi abbiamo bisogno proprio di questo: imparare ad abbracciare i miracoli che vediamo nelle persone, nelle organizzazioni, nelle imprese che resistono e non licenziano, nei giovani che si organizzano e inventano nuovi lavori, in chi cerca di occuparsi del bene comune delle città. Se una società continua a sentirsi dire che è ammalata le persone si sentiranno e si comporteranno da malate. Abbiamo invece bisogno di uno sguardo nuovo e di una profonda conversione interiore per imparare ad abbracciare i miracoli ma questa e l’unica via per uscire dall’orizzonte cupo in cui ora come persone e come comunità siamo immersi. I problemi non si risolvono ponendosi sul loro stesso piano ma cambiando la prospettiva. Proviamo allora oggi a non pronunciare la parola “problema” e nello stesso tempo a vedere e ad abbracciare i miracoli che accadono intorno a noi.
Post n°8677 pubblicato il 12 Agosto 2016 da psicologiaforense
UN SILENZIO RELIGIOSO
La serenità interiore ha bisogno di pause di silenzio. Noi del silenzio abbiamo paura lo identifichiamo con il vuoto imbarazzante che si crea in ascensore quando siamo con qualcuno che non conosciamo perciò preferiamo riempirlo con il chiasso e nei rapporti umani ci scambiamo spesso vuote parole di circostanza dette più per nascondersi all’altro che per entrare davvero in comunicazione. Il problema è che per comunicare con gli altri bisognerebbe che fossimo capaci di comunicare con noi stessi e per questo è importante il silenzio. Solo allora diventa possibile ascoltare gli altri ma soprattutto la parte più autentica di noi stessi. Chi non sa tacere non ha poi in realtà nulla da dire. In questo senso il silenzio non è il contrario della parola ma la condizione perché essa non si riduca a vuota chiacchiera. Per questo, forse, nella liturgia natalizia che celebra l’incarnazione di Dio si dice che "Gesù è nato mentre la notte era a metà del suo corso e un profondo silenzio avvolgeva tutte le cose". Le cose grandi maturano nel silenzio ed è proprio dall’infinito silenzio di Colui che è al di là delle parole umane che è scaturito il Verbo. La parola che illumina il mondo.
Post n°8676 pubblicato il 12 Agosto 2016 da psicologiaforense
Per la Suprema Corte, far credere all'amante di essere single o divorziato quando non è vero è un reato punibile penalmente e non si tratta certo di «bigamia» ma di «sostituzione della persona». Integra infatti il reato di cui all'articolo 494 del codice penale colui che negli anni si sia attribuito un falso stato libero (separato, divorziato o non legato da un matrimonio religioso) per avviare e mantenere una relazione affettiva.... IL FEDIFRAGO È REO DI ALTA INFEDELTÀ E VA CONDANNATO
QUESTI I FATTI: Un uomo, regolarmente sposato, si innamora di un'altra donna facendole credere di avere intenzioni matrimoniali. La poveretta, ignara della reale situazione dell'amato, progetta il matrimonio, iniziando una convivenza e, dopo la frequentazione di un corso prematrimoniale, rimane incinta di un figlio. Il rapporto si interrompe quando, insospettita dai continui rinvii del grande evento, scopre che il compagno non solo e non soltanto non si era separato dalla prima moglie, ma questa aspettava pure un figlio. Inizia così una battaglia legale fatta a colpi di procedimenti penali che hanno portato alla definitiva condanna del mistificatore che, dopo i primi sospetti della fidanzata e dei di lei genitori, era arrivato al punto di esibire certificati falsi che attestavano di avere ottenuto l'agognato divorzio. Ma i certificati altro non erano che dei documenti ottenuti con dei copia ed incolla creati dal computer.
Post n°8675 pubblicato il 09 Agosto 2016 da psicologiaforense
Capita di svegliarsi con in testa una canzone e un torrente di ricordi gonfia il cuore, affastella immagini agli occhi, volti, albe e tramonti, voci amiche. Via! Ho tante cose da fare, perché soffermarsi? Perché cedere? È pericoloso, la nostalgia, i rimpianti, i rimorsi, sono parole cattive. L’una è dolce, le altre subdole e amare ma, tutte cattive. Il loro peso schiaccia, toglie il futuro e sbiadisce la speranza, deprime. La nostalgia fa guardare solo al passato come se il presente e il domani non potessero offrire gioie più grandi. Il rimpianto è un pianto che non chiede perdono, che per i nostri errori dà la colpa al caso. Il rimorso è una ferita che non si risana se non è confessato e purificato. Cattive consigliere queste ombre che si affacciano quando comincia il giorno. Bisogna cacciarle via, cantando forte, gridando grazie mentre si canta per quello che di bello abbiamo vissuto. Grazie perché ne abbiamo memoria e questa memoria ci rende più ricchi.
Post n°8674 pubblicato il 08 Agosto 2016 da psicologiaforense
LA LIBERTÀ. UN VALORE PER CRESCERE E DARE SENSO ALLA VITA La libertà oggi viene comunemente identificata con il poter fare quello che si vuole. Si è tanto più liberi quanto meno si dipende da limiti esterni. È chiaro che dei limiti ci sono ed è giusto che ci siano ma possono essere spostati e resi meno pressanti. I giovani di oggi, soprattutto le ragazze, sono molto più liberi, in questo senso, di quelli di 50 anni fa, perché si sono emancipati da una serie di imposizioni e di divieti che venivano dalla famiglia, dalla chiesa, dalla società e questa libertà è sicuramente una conquista preziosa che ci impedisce di rimpiangere il passato. Ci si può chiedere, però, se questo esaurisca tutto l’arco delle libertà umane. Proprio gli stili di vita dei giovani dimostrano che si può volere una cosa senza avere scelto veramente di volerla ma solo perché le pubblicità e le mode hanno indotto a desiderarla. Magari perché ce l’hanno tutti, ci si può voler comportare in un certo modo, ma solo perché tutti si comportano in quel modo. Ci si crede liberi perché si fa quello che si vuole ma, in fondo, si vuole quello che dei persuasori occulti hanno deciso che volessimo e questa costrizione invisibile è più difficile da combattere perché meno facile da individuare di quella visibile dei comandi e dei divieti esteriori.
Post n°8673 pubblicato il 07 Agosto 2016 da psicologiaforense
Leggere in spiaggia “Sesso, amore e croccantini” è un vero spasso. Ogni volta che al vicino di ombrellone di turno posa lo sguardo su quel titolo, si disegna un gigantesco punto interrogativo sul viso. Ma di che cosa può parlare un libro del genere. La risposta? Di sesso, amore e..... L'ODORE DEL MARE, LA SABBIA SOTTO LE DITA, L'ARIA, IL VENTO Sesso, amore e croccantini, Flavia Borelli, edito da Fazi, 2016
Post n°8672 pubblicato il 06 Agosto 2016 da psicologiaforense
Il tempo in cui viviamo non è favorevole al suscitamento e al potenziamento di atteggiamenti di attenzione e sensibilità all'altro, ai pensieri e ai sentimenti che l'altro esprime e comunica tramite la parola e il corpo, alle ricchezze di cui è singolare portatore, ai disagi e alle sofferenze di cui non poche volte è intessuto il suo esistere e che egli, spesso affannosamente, prova a narrare cercando comprensione, sollecitudine e assunzione di responsabilità..... SOLITUDINI CONTEMPORANEE La condizione dell'esser soli non richiama tanto l'esperienza del non aver vicino a sé presenze fisiche quanto quella del non poter comunicare se stessi a qualcuno e non poter avere un segnale di riconoscimento e una risposta da qualcuno, non poter essere accolti da qualcuno e non poter manifestare a qualcuno il proprio mondo interiore. La solitudine che affligge l'uomo contemporaneo trova la sua matrice in particolare nell'incomunicabilità, nell'impossibilità non tanto di esprimersi quanto di trovare un altro disposto a fare silenzio e ad ascoltare, semmai con attenzione e pazienza, con rispetto e partecipazione, con sensibilità e discrezione, in grado di saper lasciar parlare, intenzionato a donare tempo ed energie per accogliere nella propria mente e nel proprio cuore, propenso a incontrare e ospitare, incline a far tacere temporaneamente la propria interiorità evitando che le voci di questa interferiscano inopportunamente, capace di comprendere sentimenti ed emozioni, in grado di saper cogliere parole, gesti, sguardi, silenzi, sorrisi, lacrime.
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Inviato da: Nuvola_vola
il 09/01/2019 alle 19:15
Inviato da: moltiplicazeri
il 16/12/2018 alle 17:51
Inviato da: monellaccio19
il 01/11/2018 alle 07:57
Inviato da: Brillante.Nero
il 06/09/2018 alle 23:51
Inviato da: casadei.lisetta
il 24/04/2018 alle 10:49