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Inverno

Post n°46 pubblicato il 03 Aprile 2005 da adrians3

 

 

 

 

Oggi volevo parlare del’inverno  che come ci stiamo accorgendo sempre piu’ ogni mattina quando ci alziamo per andare al lavoro o a scuola , sebben iniziato da poco tempo ci sta avvolgendo e soesso e’ anche un gelo interiore che spesso ci porta a riflettere sul vuoto, sull'abbandono. In questi giorni è come se ognuno voglia ritirarsi in letargo, con la conseguenza che molti rapporti umani si raffreddano, alcuni si interrompono, la comunicazione diventa più difficile, più cerebrale e meno di "cuore". Ci ritiriamo nel nostro bozzolo, in inverno. Poi, a primavera, come per incanto, usciamo dalla tana e apriamo di nuovo il cuore al mondo. E dunque questo vuoto, questo abbandono, questa lontananza non ci devono spaventare, è un ciclo inevitabile. Verrà la primavera, fra meno di tre mesi, con le sue prime giornate tiepide di sole, a far nascere di nuovo in ognuno di noi la voglia di stare con gli altri, la voglia di amare.
Intanto pero’ dobbiamo dirlo,  non tutto e’ cosi ‘ negativo , anzi’ , possiamo  goderci la parte  piu’ bella dell'inverno che a mio avviso e’ : la parte riflessiva,  quella che ti permette di  guardarsi dentro,il silenzio che avvolge dentro e fuori di noi  i paesaggi innevati  e nebbiosi  il piacere di camminare con il freddo , imbozzolati nei nostri vestiti da marziani, e poi  in contrapposizione il caldo dei camini, dei piumoni,. Isomma l’inverno e’ anche nbello perche’ , è la stagione del sè,dell’introspezione, dei bilanci e non a caso e’  la stagione più amata dagli spiriti solitari.
E allora proprio perche’ l’inverno e’ il tempo della riflessione io volevo  immergermi in una calda riflessione sulla nostra economia quella che deve crescere sempre a tutti i costi , se no son guai. Una materia fredda come l’inverno ma che divenda calda se si parla non piu’ di crescita ma di decrescita.

La decrescita e’ una strana primavera, decrescita in poche parole significa produrre e consumare di meno e quindi essere meno distruttivi verso l’ecosistema. Ma questo e’ difficile da fare soprattutto assurdo nel nostro modo di vivere in cui tutto e’ orientato alla crescita, e pero’ se invece di togliere cose, minor consumo  , minor produzione     noi mettiamo il segno piu’  e cioe’ lavoriamo e studiamo per una societa’ che produce  e consuma piu’ ricchezza        di raporti umani o come la racconta l’economista premio nobel  hanna Arendt   piu’ felicita’ con cui nutrirci, be allora la parola decrescita potrebbe anche essere presa in considerazione.

C’e’ un bellissimo libro uscito da pochi giorni che  parla  di “ obiettivo decrescita” questo e’ proprio il suo titolo e che racconta di questo argomento  , scritto dall’amico marco Bonaiuti recentemente  venuto in Lomellina  a parlare di commercio  equo e solidale per le   edizioni Emi che  caldamente vi consigliamo di leggere. Un libro che a molti che l’hanno letto ha fatto l’effetto bellissimo di avere un piumone in piu’  con cui coprirsi oppure  la possibilita’ di accendere  un bel fuoco nel camino di casa nella piu’ gelida delle notti di quest’inverno.

 

Ma per rendere piu’ facile la comprensione di cosa significa decrescita e del perche’ l’ho v0luta raccontare   volevo chiudere chiudo con una parabola  raccolta da uno scrittore molto simpatico Wolfang saks  che lavora al wuppertal institute , ong tedesca , istituto che molti mortaresi hanno conosciuto perche’ citato in una splendida conferenza di tanti anni fa tenuta da Albino Bizzotto in citta’ presso iL’auditorium dei Frati Francescani.

 

 

". Egli narra di un turista che incontra su una spiaggia un uomo in vestiti semplici, sdraiato nella sua barca da pesca e sonnecchiante al sole. Tira fuori una macchina fotografica e, mentre gli fa una fotografia, l'uomo si sveglia. Il turista gli offre una sigaretta e si lancia in una conversazione dicendo:
"Ah, il tempo è bellissimo e c'è molto pesce da pescare. Perché lei non esce e cerca di catturare più pesce?" Il pescatore risponde: "Perché ho già pescato abbastanza questa mattina". "Però," dice il turista, "se vai fuori 4 volte al giorno puoi portare a casa pesce per tre, quattro volte di più. E sai cosa succederà? Forse tra due o tre anni potrai comprarti una barca a motore, un gran numero di lance, e forse, chi lo sa, un giorno avrai uno stabilimento di surgelamento o per l'affumicamento e poi un elicottero per rintracciare i banchi di pesce". "E allora?" chiede il pescatore. "E allora poi", conclude il turista trionfante, "potrai sedere tranquillamente sulla spiaggia sonnecchiando al sole e contemplando il bellissimo oceano". E il
pescatore gli risponde: "È proprio quello che stavo facendo prima che arrivasse lei".
(tratto da Wofgang Sachs, Wuppertal Institute, dagli Atti del Convegno CEM/Mondialità
"Abitare il limite", 1998)

La mia conclusione e’ che se un nuovo ordine mondiale dovra’ nascere in futuro, com meno guerre, meno sventure e piu diritti per tutti alora si potrebbe magari cominciare riscrivendo le regole di uno sviluppo economico diverso per un villaggio globale piu’ sostenibile. Il cui alfabeti inizi magari con  la lettera c. Quella della parola decrescita.

 
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