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casssandraaa il 05/11/06 alle 17:47 via WEB
Anch'io, quando il cuore è pieno (nel bene o nel male)gonfio di sentimenti che potrebbero farlo scoppiare, qualunque sia la loro natura, scrivo. Spesso ho scritto così come fai tu ora: una specie di lettera all'oggetto del mio sentimento, buono o cattivo che fosse, per trovare pace, per arginare la piena, o solo per fare un pò di spazio dentro, srotolare qualche corda intrecciata, ritovare il capo degli innumerovoli fili che sono i miei pensieri in certi momenti. Una lettera che quella stessa persona non leggerà mai. E va bene così. Perchè in realtà, è a me stessa che voglio parlare, sono io che ho bisogno di chiarire prima di tutto con ME quello che provo. Sono io che sento il bisogno di stemperare, placare, capire, di volta in volta, quello che accade, prima di poter FARE qualcosa. Tutto questo per dirti che so come ti senti. Ma tutto questo deve avere un fine. Capire te stessa, quello che provi. Ed è abbastanza chiaro che tu apprezzi profondamente la presenza, la compagnia, di questa persona, ma capire se questo può valere il salto nel buio che significa scoprirsi, questo ancora non è chiaro. Forse bisogna, ad un certo punto, avere la forza di considerare le cose, non solo dal punto di vista del nostro desiderio di conservare una certa immagine di qualcuno a cui teniamo molto, ma anche da quello che la quotidianità potrebbe offrire con quella stessa persona, privando di quella certa aura di sogno che tanto ce la rende cara. Non bisogna mai rinunciare ai sogni, ma bisogna anche avere il coraggio di provare a farli diventare realtà, con tutto quello che questo può comportare. Ti auguro che tutto quello che traspare in questo post, dalla dolcezza alla profondità, alla perseveranza e tanto altro ancora, riesca a prendere corpo e forma...Un abbraccio.
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