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O N E

Is it getting better,
or do you feel the same
Will it make it easier on you now
You got someone to blame

You say one love, one life
When it's one need in the night
It's one love, we get to share it
It leaves you baby if you don't care for it

Did I disappoint you?
Or leave a bad taste in your mouth?
You act like never had love
And you want me to go without

Well it's too late tonight
To drag the past out into the light
We're one, but we're not the same
We get to carry each other... carry each other
One

Have you come here for forgivness
Have you come to raise the dead
Have you come here to play Jesus
To the lepers in your head

Did I ask too much, more than a lot
You gave me nothing, now it's all I got
We're one, but we're not the same
Well, we hurt each other, then we do it again

You say,

Love is a temple, love the higher law

Love is a temple, love the higher law
You ask me to enter, but then you make me crawl
And I can't be holding on to what you got
When all you got is hurt

One love, one blood
One life, you got to do what you should
One life, with each other
Sisters, brothers
One life, but we're not the same, we get to
Carry each other, carry each other
One
One

 

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Pandemia...

Post n°156 pubblicato il 11 Giugno 2020 da casssandraaa
 

La sensazione è che qualcosa, un pezzo, una parte, un certo tipo di vita sia perso per sempre.
Il periodo più brutto della mia vita: giorni e giorni di qualcosa che mi stava aggrappato al cuore in una morsa dolorosa.
Non lo percepivo coscientemente, occupata com'ero a sorridere, ma lo realizzo ora prepotentemente. Rivedo video, ascolto messaggi e sale un dolore immenso dallo stomaco, una incontenibile urgenza di un pianto che fluisce da sè, un nodo alla gola gonfio di parole che non ho detto, nè ascoltato, e di quelle sentite milioni di volte dal significato lugubre.  Un enorme sacco pesante che non riesco a vuotare. Anche gli altri intorno sono sempre gli stessi e mai prima sono stati così diversi.
Non so fidarmi. Non credo a nulla, vedo una gran confusione e troppa approssimazione.
Voglio anch'io la mia vita di prima, ma ...non so fidarmi. E' un muro enorme che si è alzato, è il plexiglass del distanziamento sociale, è la mascherina del respiro che uccide, è qualcosa che non sappiamo gestire, da cui vogliamo fuggire e non c'è rifugio se non nella lontananza. E invece, quello che sempre mi ha aiutato nel dolore, è l'amore, la presenza che da sola conforta di chi amo.
La sensazione orribile di aver perso il filo, di non avere risposte, di non sapere nulla davvero, mi fa sentire come se la mia strada avesse improvvisamente un' unica deviazione percorribile verso un' intricata foresta selvatica.
L'autunno...arriverà. Vedremo.

 
 
 

Non c’è peggior sordo di chi non vuol sentire.

Post n°155 pubblicato il 07 Agosto 2018 da casssandraaa

 

La colpa è davvero mia. Soltanto.
Mi sono fidata.
Mi sono fidata di parole, discorsi fatti bene, ma solo in teoria. Praticamente imbrogli sentimentali.
E' stato così per tante cose, ma con voi mi dispiace davvero.  Quello che in tutto questo disturba più di ogni altra cosa è la mancanza di oggettività, l’incomprensione, e non la mia.
L’assoluta indisponibilità all’ascolto, la pratica di tutto ciò di cui si accusa l’altro e la negazione che fosse così.
La damnatio memorie riservata ad una persona o più, un’epoca, degli eventi di cui, sembra, non resti nulla.
Ho sentito il sapore acre della bile nelle vostre parole, non potrò mai più credere ai vostri appellativi affettuosi. Me ne duole a morte, mi mancherà, come da tempo mi manca, il vostro abbraccio sincero e il ricambiarlo gonfiando il mio di tutto il mio amore, come la confidenza semplice e limpida, ma “Il cuore ha le sue ragioni che la ragione non conosce
”. E  voi non conoscerete mai la portata immensa di questo dolore. Non siete madri, non so se lo sarete mai, visto la vostra tendenza ad escludere più che includere, non capirete, mai. Non mi resta neanche questa speranza dunque, il tempo futuro è vuoto come il presente in questo senso.
Ho provato diverse volte a farmi ascoltare, a tentare un ulteriore chiarimento dei pensieri, delle situazioni, se mai ce ne fosse stato bisogno dopo i fiumi di parole (secondo voi non supportati da comportamenti coerenti) già effusi nel passato. Non per difendere nessuno, né per accusare alcuno. Chiarire. Mi piace che ci sia luce sul mio cammino e, se deve esserci ombra, che sia per riposare e rinfrescarsi, non per confondere…
Quindi si, non mi sono arresa mai e forse non mi arrendo neanche ora. Ma ora si, taccio. Mi tutelo. Non voglio più sentire il risentimento nelle vostre parole, dopo anni in cui credevo di aver fatto anche più di quanto fosse nelle mie forze. Non voglio più sentire il tono offeso e risentito dell’egoismo che pensavo di aver allontanato da voi (dunque i soldi c’erano!). Non devo giustificare nulla, né spiegare più nulla.
Avete spiegato voi abbastanza.
Ora devo tacere. Non smetto di amarvi.
Ma non si può parlare ad un sordo, soprattutto se è sordo per sua volontà.













 

 

 

 

 
 
 

RIFLESSIONE DEDICATA AD UN AMICO

Post n°154 pubblicato il 04 Gennaio 2011 da casssandraaa

Capisco tutte quelle donne che assumono un ruolo scomodo, che non sanno farsi capire e cercano di trovare in qualche modo un loro posto nel mondo e nel loro microcosmo…da Paola a Cristina, da Francesca a Sabrina…e tutte quelle che stanno male anche con se stesse.

Le capisco perché posso sentire…e sento che certi “urli” sono dolorosi prima di tutto per loro. E forse non sanno parlare, spiegarsi, intrecciate nelle loro stesse “competenze”, in figure costruite a causa di avvenimenti, di consuetudini o per chissà quale motivo, ma…mai condivise davvero.

Ci vorrà ancora molto tempo prima che uomo e donna siano pari.

Prima che la donna capisca che essere pari nei diritti non significa abbruttirsi in usi e costumi così tenacemente condannati dalle donne stesse.

Prima che l’uomo trovi bella e interessante la donna intelligente tanto da desiderarla come compagna di vita e non solo conquista eccitante, quasi da sottomissione e via.

Prima che essere pari significhi avere anche gli stessi doveri, fuori ed in casa … ne passerà di tempo.

Ne passeranno di urla.

Ne passeranno di lotte per gli alimenti ai figli

Ne passeranno di calci e botte.

Ne passeranno di rancori e risentimenti assurdi.

Essere pari non significa dover lavorare il doppio. Passare  una giornata a scuola, in ufficio, in mezzo al traffico o in un ambulatorio, e poi tornare e rimboccarsi le maniche perché c’è da rifare i letti, cucinare, far la lavatrice, stirare i panni asciutti, spazzare, lavare i pavimenti, spolverare, ordinare e toglier di mezzo tutto quello che tutti gli altri di casa hanno lasciato in giro…

E si è già stanche … quando qualcuno vorrebbe allegria e disponibilità complice.

E ci si annulla così … per amore, per consuetudine, per dovere …

E così tocca sempre a loro cambiare il rotolo della carta igienica finita … magari quando sono in bagno per motivi loro, magari sfinite dalla giornata fuori casa e dentro, magari anche col ciclo e nessuno che possa venire a portare un rotolo di quella maledetta carta … che quando capita a loro non c’è più nemmeno nello stipetto accanto al water.

E così accade che passino le ore, implacabilmente, a raccogliere zaini e borse, cappotti e guanti, chiavi di casa e di auto, portafogli e calzini … ovunque … libri, maglie e maglioni, resti di cibo e bicchieri come ad un bivacco, scarpe e jeans, foglietti e cellulari per sentirsi poi dire che “se non trovo le cose è colpa tua e della tua mania di mettere a posto!”, accorgendosi intanto di quanto tempo si passi … piegate, curve … e non è piacevole mai, men che meno quando, come tutti i mortali, si ha qualche problema.

Ma … “tu sei la mamma”…

Eppure,  nei sogni delle donne, di quelle che son donne davvero, essere madre è una specie di dolce compimento … un meraviglioso miracolo esclusivo … e così … si resta deluse. Sconfitte nel sogno più grande del più grande amore …

Così accade che tutti i mali prendano un senso peggiore, più greve, che il risentimento diventi livore e l’insoddisfazione esploda e senza più contegno…urli.

E così accade che siano loro, le donne, ad essere le isteriche, le incontentabili …

Io sono una donna, e sono madre, una madre che ama da morire i suoi figli. Nessuno meglio di me può capire che razza di viscerale dolore è sentirsi in distonia con loro, nessuno meglio di me può comprendere che razza di male immenso è vederli passare indifferenti alla tua fatica,anche quella che fai con gioia, al tuo sforzo, fatto per la loro gioia, alla tua dedizione. Indifferenti a te.

Non siamo certo tutte uguali.

Non si “giustifica” nulla. Si spiega.

Se niente accade per caso, allora, a maggior ragione, nessuna madre, mai, urla per caso, odia per caso, sbatte per caso una porta.

A volte neanche questo.

Un risentimento sotterraneo, peggiore di qualunque esplosiva rabbia.

Una sottomissione incapace di risveglio, esempio negativo per chi guarda e guardando cresce.

Un dolore silenzioso, ineluttabile, a volte custodito nel profondo per non odiare, per non sbattere porte che non si riaprirebbero più, e siccome sei la mamma, non lo vuoi, non lo vorresti mai…

Se niente succede per caso…

 
 
 

ancora...

Post n°153 pubblicato il 19 Maggio 2010 da casssandraaa

Basta, davvero basta! Basta con tutto questo! Perchè sono tutti ancora al loro posto? Basta...basta...basta...

 
 
 

siamo civili?

Post n°152 pubblicato il 15 Maggio 2010 da casssandraaa

 
 
 
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U N O

 

Sta andando meglio
oppure ti senti uguale?
Sarà più facile per te
ora che hai qualcuno a cui dare la colpa?

Tu dici un solo amore
una sola vita
quando c'é un solo bisogno nella notte
é un solo amore abbiamo la possibilità di condividerlo
ti lascia piccola se non te ne prendi cura

Ti ho delusa?
O ti ho lasciato un sapore amaro in bocca?
Ti comporti come se non avessi mai avuto amore
e vuoi che io ne faccia senza

Bhe é troppo tardi questa notte
per trascinare il passato alla luce
siamo uno solo, ma non siamo uguali
possiamo portarci l'un l'altro, portarci l'un l'altro

Sei venuta in cerca di perdono
sei venuta per risvegliare i morti
sei venuta per interpretare la parte di Gesù
ai lebbrosi nella tua testa

Ti ho chiesto troppo? più di molto
tu non mi hai dato nulla e ora é tutto quello che ho
siamo uno solo, ma non siamo uguali
ci feriamo l'un l'altro, e poi lo facciamo ancora

Tu dici l'amore é un tempio, l'amore é una legge superiore
mi chiedi di entrare, e poi mi fai strisciare
e io non ce la faccio a rimanere aggrappato a ciò che hai
quando tutto ciò che hai é dolore

Un solo amore, un solo sangue
una sola vita, devi fare ciò che devi
una sola vita, l'uno con l'altro
sorelle, fratelli
una sola vita, ma non siamo uguali
possiamo portarci l'un l'altro, portarci l'un l'altro
uno, uno

 

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