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Il nonno è mort...gage

Post n°76 pubblicato il 13 Febbraio 2006 da calceviva
 

 Maria Domenica S. (nome di fantasia) di Roma, ottantasei anni, da qualche anno costretta a letto da una brutta forma di artrite deformante, potrà raccontare ai nipoti, se la salute glielo permetterà, di essere stata la prima italiana a ottenere l’ormai mitico “mutuo del nonno”. Ex direttrice di una biblioteca del centro della Capitale, la “sciùra Maria” si è fatta prestare, in cambio dell’ipotea sul suo appartamento nel quartiere Nomentano, la somma di 175 mila euro, pari al 37% del valore della sua casa, ovvero 470 mila euro. Il denaro le servirà per curarsi e recidere le dovute assistenze.

Tutto questo è stato possibile grazie all’introduzione nella Finanziaria 2006 del “finanziamento vitalizio ipotecario”, traduzione letterale dell’inglese “reverse mortgage”. Anche se, presto, nel linguaggio comune sarà solamente il mutuo dei nonni. In Italia, per ora, viene offerto unicamente è Finanza Attiva, intermediario specializzato che fa capo al gruppo Confide. Come funziona, vi chiederete, cari lettori.
È presto detto: prendiamo come esempio proprio questa società. I prestiti di Finanza Attiva sono riservati a qualunque persona abbia superato i 70 anni di età e sia proprietaria di un immobile residenziale. Iscrivendo un’ipoteca sulla casa, si può ottenere un finanziamento d’importo variabile tra il 20 e il 50% del valore dell’abitazione (dipende dall’età del richiedente che arriva fino a un massimo di 89 anni) e compreso tra i 20 e i 350 mila euro.
La novità più succosa e appetitosa di questo prodotto consiste nel fatto che la persona che riceve il finanziamento non ha alcun obbligo di rimborso sino a che non passa a miglior vita. Al suo decesso, saranno gli eredi a dover estinguere il prestito, più gli interessi passivi maturati, entro 12 mesi. In che modo? Pagando cash oppure vendendo l’immobile ipotecato e ricevuto in eredità. Se l’ammontare del debito, comprensivo di interessi, supera il valore di mercato dell’immobile, gli eredi dovranno rimborsare soltanto il corrispettivo della vendita.

Quanto costa questo prodotto?
A carico del debitore ci sono le spese per la perizia sull’abitazione (circa 250 – 300 euro); in più, gli interessi nominali applicati sul capitale da rimborsare sono indicizzati al tasso interbancario europeo Euribor a 12 mesi (a oggi 2,8%), più un differenziale (spread) del 3%. Totale = circa il 5,8%, che arriva al 6,1% se si includono le spese accessorie come quelle notarili. Si può quindi tranquillamente affermare che il tasso è un filo più alto rispetto a quello dei tradizionali mutui ipotecari, ma decisamente più basso rispetto a quello dei prestiti personali. C’è da considerare, infine, che il prestito per i nonni non è accessibile a tutti: sono esclusi, per esempio, gli immobili con un valore inferiore a 75 mila euro, oppure quelli in zone a elevato rischio sismico, a meno che non ci sia una copertura assicurativa.Quale sarà il gradimento dei nonni italiani? Questo è ancora presto per dirlo, però, se andiamo Oltremanica scopriamo come i “grandfather” inglesi abbiano accolto questo prodotto con molto entusiasmo. In pochi anni, infatti, nel Regno Unito hanno fatto ricorso al prestito ipotecario circa l’1,5% degli anziani e a proporre questo tipo di prestiti sono colossi della finanza come Norwich Union e Scottish Window Bank.
In Italia la platea di potenziali clienti è sterminata: sono più di otto milioni gli over 65 proprietari di casa. Il mercato, per gli esperti, si aggira sui 150/200 miliardi potenziali. Adesso, però, occorrerebbe riflettere sugli sviluppi futuri che un prodotto come questo potrà suscitare. Quanti figli o nipoti lasceranno che i propri genitori o nonni si indebitino per loro? Quante saranno le richieste di interdizione da parte dei figli nei confronti dei genitori? Siamo così sicuri che le reazioni in Italia saranno simili a quelle dei paesi di matrice britannica (consideriamo che la propensione al debito delle famiglie italiane e britanniche è assai differente: per le prime il rapporto tra debito e patrimonio è pari al 35%, mentre per le altre è superiore di oltre 3 volte, 115%).

Mai come in questo caso ci sentiamo di dire: “ai posteri l’ardua sentenza”.

 
 
 
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