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RACCONTI ITALIANI ONLINE - RIO - POEMI ITALIANI MODERNI - MARCELLO MOSCHEN - SCRITTORE, POETA ED ARTISTA MODERNO - CONTEMPORANEO

Post n°90 pubblicato il 09 Febbraio 2011 da raccontiitaliani

Viaggio

E la suora presente all'improvviso

bella, il volto velato nero

e la voce antica un testo sacro

nel convento-emporio sotto il Subasio

dove Crista si merca tutto il giorno

turisti-ricordini fitti tra le navate

un residuo di stupore per questa mortificata religione

solenne solo per i ceri

e le cripte chiuse da ferro lavorato

dove sono le ultime penombre

ed odori d'incenso

simili ancora a quelli dell'infanzia.

 

Pellegrini meglio mendicanti di sensazioni

esteti ingenui e patetici

ad essere cattivi

ma, meglio, forse uomini semplicemente

uomo e donna per esattezza.

 

Eremo delle carceri

tu il più puro di francescana bellezza

con il leccio non ulivo benché somigliante

quello di Giotto con gli uccelli

a cui predica frate Francesco

e la grotta di frate Leone

quello che "ne combina" sempre tante

come dice la dolce amica

col sorriso degli occhi chiari

azzurri e franchi occhi del Nord

e io godo a stare qui

senza estasi mistiche

ma lieto tra i lecci.

 

È lo stupore d'ogni affresco

i muri sghembi, i buoi e gli animali

le campagne appena accennate

e quelle rocce-rupi bianche-grigie

 

È così inutile l'arte

come mezzo di comunicazione ormai superato

e si può anche credere vero

e forse è meglio utilizzare le parole

obbedendo ai compagni del Movimento Studentesco.

 

Ma qui, vicino alla cripta oscura,

nel riquadro degli olmi sulla collina umbra

 

qui non ti sorprende il dubbio

anche se l'affresco è rovinato

e ci dev'essere la superstrada poco lontano.

 

L'amica ha occhi chiari

adesso quasi tristi

e gira, gira su se stessa al centro della Chiesa

e guardarla m'è sufficiente

ed ho quasi vergogna degli occhi scuri e velati

del collo pesante e la bocca affannosa

 

Ritorneranno fuori le parole

sul mattone bianco del crepuscolo in Assisi

a tentare di nuovo la scommessa

anche se la sua lingua vera

ha note di gola musicali

 

Sarai poi nuda con i tuoi occhi chiari

nuda e tranquilla sotto le mie mani.

 

Tu lo capisci quest'ultimo sforzo

e il rifiuto patetico del contingente

tu lenta e umana con il corpo disteso

e sorridi perché tu sei sana

ma sui tuoi occhi azzurri e sul volto chiaro

per fermarli alla mente e al tocco delle mani

libero una pazzia testarda

e la tensione mortale dell'istante.

 

Perché allora tutto era istante

fisso nel semicerchio dei monti

vicenda conchiusa nel tempo e nello spazio

così sicura e vera e lieta

e fragile e commovente e spaurita

 

Bruciarlo sul pendio delle more

impazziva tra ulivi e cipressi

passavano frati bigi e neri

chi sornione, chi tetro, chi francescano

come il giovane umbro dalla voce armoniosa,

stretto contro la tua veste rossa

difeso da un cerchio di braccio

ostinato nel tuo sguardo mutevole.

 

E fu il momento di ripassare i valichi

un rettangolo scuro veloce tra i monti

con caldo, affetto, tenerezza, presagi di paura

e vino e frutta e panini imbottiti

 

agli orli, fermi negli attimi scanditi del ritorno

i vecchi umbri giocavano e bestemmiavano.

 

Viene poi la fine della leggenda: ed è ancora tempo di

[cronaca.

 

agosto 1968

 

Da: Il tempo differente, Caltanissetta, Sciascia, 1974.

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