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RACCONTI ITALIANI ONLINE - RIO - POEMI ITALIANI MODERNI - MARCELLO MOSCHEN - SCRITTORE, POETA ED ARTISTA MODERNO E CONTEMPORANEO

Post n°119 pubblicato il 09 Febbraio 2011 da raccontiitaliani

Versi sul Male

Del Male fa bene la lucidità,
la coscienza eroica
di tentare un'azione
parallela alla vita, scelta da noi,
contro natura e contro corrente,
terra esclusa dalla carte geografiche,
tutta solo nostra.
Quel che illumina del Male
è il lampo d'eternità del nostro sì,
lo so che cosa sei,
non mi sbaglio, anzi,
ti voglio perché ti riconosco.
E' così che del Bene si compie
una strana e più vasta libertà,
quando lo si riscopre come
nostalgia di un'altra Itaca,
che dalle braccia tenere di Circe,
sospinge verso il mare aperto,
a evadere dalla terra del Male.

 

DA L'ESPERIENZA ANTERIORE, I DISPARI, MILANO 1973

Da un belvedere della val di Magra

Una volta, io lo so,

qui c'è stata la gioia.

L'aria ne trema ancora.

Ancora non si è spento lo stupore

della valle

a vedersela un giorno andar via.

 

 

 

DA VERSI OCCIDENTALI (1976)

La visita

Quando venivi a casa mia

dimenticavi spesso qualcosa

- un pettine degli orecchini due anelli -

Ma mi mentivi sempre,

la tua non era volontà di rimanere:

tu volevi andartene sì,

ma tenendomi nel giro del tuo corpo.

Eri eterna allora.

Se aprivo un cassetto

o spostavo una sedia

Mi volevi circondato dalle tue apparenze.

Solo così potevi correre dall'altro,

dirgli "amo solo te".

Fu così che la tua menzogna

santificò questa casa,

perché ora che sei come morta

tutto cambia,

tu che mentivi ora sei

quella che ha sempre detto la verità:

per gli oggetti si passa da questo mondo

al nulla, a colui che ora

porta alle dita i tuoi anelli,

che ha nei capelli il tuo pettine

ai lobi i tuoi orecchini spaiati.

Giocavo poco fa coi tuoi oggetti:

stavano in una mano,

non hai più altezza misura

non sanno più dire dove sei.

Per loro saresti l'aria il vuoto

se non ci fossi io a tradirne la fiducia

per trafugare un giorno

la sua immagine per te.

Perché tu allora romperai

l'incantesimo,

restituirai te stessa

agli oggetti a questa casa a me.

 

 

 

 

 

 

 

Da IL RE, LE PAROLE, MANDURIA, LACAITA (1980)

Il filo delle bugie

A me la mia vita non piace

e non posso cambiarla.

Mi sforzo allora di farmela piacere

e qualche volta mi dimentico,

dico che la vita è bella.

Ma la vita degli altri

mi sta sempre davanti

e mi viene una gran malinconia

perché nessuno riesce a mentire

davanti ame che so mentire qualche volta

così bene da dimenticare

che mi sto inventando la vita.

Andrà a finire che perderò

il filo delle bugie, delle verità

e una cosa nascerà simile

alla necessità di odiare qualcuno che amo

nella speranza che male e bene

non mentano più e smettano

di sembrare diversi.

 

La coperta del letto

Il mio amico Bruno se n'andava

da bambino in bicicletta cantando

in una lingua che non c'è.

Gli piaceva che la gente che passava

lo credesse sempre uno straniero.

Io, con la gran coperta del letto dei miei

sulle spalle, da bambino mi credevo re,

in cucina ricevevo personaggi,

decidevo le guerre e le paci,

facevo politica mondiale.

Questa storia è andata a finir bene

perché non è finita: non abbiamo

più smesso di giocare.

 

L'acqua

Quando ho sete faccio scorrere

a lungo l'acqua, vorrei poterla

bere più fresca, sempre più fresca.

Mi è capitato di non potermi decidere

e rimanere col bicchiere vuoto in mano,

pensando all'acqua che berrei

se attendessi ancora un po'.

E' una differenza così leggera,

da riempire il mare nell'attesa:

c'è qualcosa di così mortale

nell'acqua, che ieri ho tremato

sentendo un bambino dire "ho sete".

 

 

La cella

Signore - se credessi in Dio direi -

Signore, fammi il mondo

una cella così perfetta

che possa starci solo

la mia anima.

Signore, allarga la mia anima

al mondo,

fa ch'io ne esca solo il giorno

in cui non potrò

più incontrare altri che te.

Signore, prendi il mio sesso,

fa che né femmina né maschio

possa più capire,

nascondimi, fammi solo

parola di Dio.

I capelli

A sera a me la barba

è diventata dura e nera,

i tuoi capelli di zucchero filato

invece non si sono mossi,

non li spettina il vento,

chi sei?

Poeti e peccati

Tante sono le lingue del mondo,

solo il silenzio non c'è;

tu sai che poeti e peccati

saranno rimessi,

sono io, aprimi!

 

"Dio non parla"

Dio non parla,

è un poco divino

dimenticare una lingua.

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