DA L'ESPERIENZA ANTERIORE, I DISPARI, MILANO 1973
Da un belvedere della val di Magra
Una volta, io lo so,
qui c'è stata la gioia.
L'aria ne trema ancora.
Ancora non si è spento lo stupore
della valle
a vedersela un giorno andar via.
DA VERSI OCCIDENTALI (1976)
La visita
Quando venivi a casa mia
dimenticavi spesso qualcosa
- un pettine degli orecchini due anelli -
Ma mi mentivi sempre,
la tua non era volontà di rimanere:
tu volevi andartene sì,
ma tenendomi nel giro del tuo corpo.
Eri eterna allora.
Se aprivo un cassetto
o spostavo una sedia
Mi volevi circondato dalle tue apparenze.
Solo così potevi correre dall'altro,
dirgli "amo solo te".
Fu così che la tua menzogna
santificò questa casa,
perché ora che sei come morta
tutto cambia,
tu che mentivi ora sei
quella che ha sempre detto la verità:
per gli oggetti si passa da questo mondo
al nulla, a colui che ora
porta alle dita i tuoi anelli,
che ha nei capelli il tuo pettine
ai lobi i tuoi orecchini spaiati.
Giocavo poco fa coi tuoi oggetti:
stavano in una mano,
non hai più altezza misura
non sanno più dire dove sei.
Per loro saresti l'aria il vuoto
se non ci fossi io a tradirne la fiducia
per trafugare un giorno
la sua immagine per te.
Perché tu allora romperai
l'incantesimo,
restituirai te stessa
agli oggetti a questa casa a me.
Da IL RE, LE PAROLE, MANDURIA, LACAITA (1980)
Il filo delle bugie
A me la mia vita non piace
e non posso cambiarla.
Mi sforzo allora di farmela piacere
e qualche volta mi dimentico,
dico che la vita è bella.
Ma la vita degli altri
mi sta sempre davanti
e mi viene una gran malinconia
perché nessuno riesce a mentire
davanti ame che so mentire qualche volta
così bene da dimenticare
che mi sto inventando la vita.
Andrà a finire che perderò
il filo delle bugie, delle verità
e una cosa nascerà simile
alla necessità di odiare qualcuno che amo
nella speranza che male e bene
non mentano più e smettano
di sembrare diversi.
La coperta del letto
Il mio amico Bruno se n'andava
da bambino in bicicletta cantando
in una lingua che non c'è.
Gli piaceva che la gente che passava
lo credesse sempre uno straniero.
Io, con la gran coperta del letto dei miei
sulle spalle, da bambino mi credevo re,
in cucina ricevevo personaggi,
decidevo le guerre e le paci,
facevo politica mondiale.
Questa storia è andata a finir bene
perché non è finita: non abbiamo
più smesso di giocare.
L'acqua
Quando ho sete faccio scorrere
a lungo l'acqua, vorrei poterla
bere più fresca, sempre più fresca.
Mi è capitato di non potermi decidere
e rimanere col bicchiere vuoto in mano,
pensando all'acqua che berrei
se attendessi ancora un po'.
E' una differenza così leggera,
da riempire il mare nell'attesa:
c'è qualcosa di così mortale
nell'acqua, che ieri ho tremato
sentendo un bambino dire "ho sete".
La cella
Signore - se credessi in Dio direi -
Signore, fammi il mondo
una cella così perfetta
che possa starci solo
la mia anima.
Signore, allarga la mia anima
al mondo,
fa ch'io ne esca solo il giorno
in cui non potrò
più incontrare altri che te.
Signore, prendi il mio sesso,
fa che né femmina né maschio
possa più capire,
nascondimi, fammi solo
parola di Dio.
I capelli
A sera a me la barba
è diventata dura e nera,
i tuoi capelli di zucchero filato
invece non si sono mossi,
non li spettina il vento,
chi sei?
Poeti e peccati
Tante sono le lingue del mondo,
solo il silenzio non c'è;
tu sai che poeti e peccati
saranno rimessi,
sono io, aprimi!
"Dio non parla"
Dio non parla,
è un poco divino
dimenticare una lingua.
Inviato da: chiaracarboni90
il 31/05/2011 alle 11:36