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Post n°124 pubblicato il 09 Febbraio 2011 da raccontiitaliani
Silenzio Santo santo santo è il silenzio amore tre volte purificato dal fuoco dal vento, frutto del deserto maturato dalle tenebre per mani chiuse in cerca dell'alba.
Gli orologi di Ferrara Due orologi battono dalle torri le stesse ore a prudente distanza. L'inutile ripetizione cerca l'orecchio più duro per convincerlo che il tempo passa davvero o è l'orecchio che distorce il tempo e ripete l'ora nella camera vuota della mente?
La mattina La mattina non è ingrata, difficile è la sera addormentarsi senza qualcuno che racconti e negli occhi risusciti il risveglio della mattina.
La voglia E questa voglia antica che mai si spegne col passare degli anni, come farò come farò domani? Chi di un vecchio ancora ragazzo perdonerà l'antica brama?
Il fiume E nasce un tempo nuovo Di quest'amore nascosto come un pesce sotto i ciottoll nelle pozze d'acqua fino a sparire. Là sotto la voglia di tradirti è solo la forza di saltare da una pozza d'acqua a un'altra, verso la perduta corrente, nel fiume grande dove c'eravamo trovati.
Paura del mare Potessi risalire la corrente riuscire a una sorgente... Sono un pesce di fiume che teme di perdersi nel mare e ne ode lontanissimo il destino.
In volo verso la Sicilia O vita mia che ti vuoi restituita Solo a forze consumate, vita che mi conduci veloce al finale, alla rovina del mio corpo, vita che mi hai chiuso in questa carne, ti guardo da questi occhi, nel mio odore di uomo che occupa un'aria leggera e lasxcia nel vuoto la forma di un desiderio. Passo dove passarono i corpi Che formano quel vuoto, aspiro l'aria che fu loro, sono io, ora, il loro deposito da consegnare a chi non conoscerò. Così intimo è il contatto, così impudica la successione negli atti, testamento mai scritto di beni che non rimarranno a nessuno. Perché alla fine nessuno mi erediterà, nessuno avrà i beni del primo di questa catena di lasciti, tutto ritornerà al primo possessore. Siano rese grazie agli dèi Che mi vollero sterile, ma brucia la volontà di consistenza, la fame di porti e di ospitalità in enciclopedie dove i nomi scorrono in successione diversa, come re di Francia spossessati del nome per un numero, come l'aria che si sposta al mio passaggio, ma non mi tiene, non mi lega, non mi stringe, mi lascia al male e al bene del mio svanire.
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