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RACCONTI ITALIANI ONLINE - RIO - POEMI ITALIANI MODERNI - MARCELLO MOSCHEN - SCRITTORE, POETA ED ARTISTA MODERNO E CONTEMPORANEO

Post n°124 pubblicato il 09 Febbraio 2011 da raccontiitaliani

Silenzio

Santo santo santo è il silenzio

amore tre volte purificato

dal fuoco dal vento,

frutto del deserto

maturato dalle tenebre

per mani chiuse in cerca dell'alba.

 

Gli orologi di Ferrara

Due orologi battono dalle torri

le stesse ore a prudente distanza.

L'inutile ripetizione cerca

l'orecchio più duro

per convincerlo che il tempo

passa davvero

o è l'orecchio

che distorce il tempo e ripete

l'ora nella camera vuota della mente?

 

 

La mattina

La mattina non è ingrata,

difficile è la sera

addormentarsi senza qualcuno

che racconti e negli occhi

risusciti il risveglio

della mattina.

 

La voglia

E questa voglia antica

che mai si spegne

col passare degli anni,

come farò come farò domani?

Chi di un vecchio ancora ragazzo

perdonerà l'antica brama?

 

 

Il fiume

E nasce un tempo nuovo

Di quest'amore nascosto

come un pesce sotto i ciottoll

nelle pozze d'acqua fino a sparire.

Là sotto la voglia di tradirti

è solo la forza di saltare

da una pozza d'acqua

a un'altra, verso la perduta

corrente, nel fiume grande

dove c'eravamo trovati.

 

 

Paura del mare

Potessi risalire la corrente

riuscire a una sorgente...

Sono un pesce di fiume

che teme di perdersi nel mare

e ne ode lontanissimo il destino.

 

In volo verso la Sicilia

O vita mia che ti vuoi restituita

Solo a forze consumate,

vita che mi conduci veloce al finale,

alla rovina del mio corpo,

vita che mi hai chiuso in questa carne,

ti guardo da questi occhi,

nel mio odore di uomo

che occupa un'aria leggera

e lasxcia nel vuoto la forma

di un desiderio.

Passo dove passarono i corpi

Che formano quel vuoto,

aspiro l'aria che fu loro,

sono io, ora, il loro deposito

da consegnare

a chi non conoscerò.

Così intimo è il contatto,

così impudica la successione

negli atti, testamento mai scritto

di beni che non rimarranno

a nessuno. Perché alla fine

nessuno mi erediterà, nessuno

avrà i beni del primo

di questa catena di lasciti,

tutto ritornerà al primo possessore.

Siano rese grazie agli dèi

Che mi vollero sterile,

ma brucia la volontà di consistenza,

la fame di porti e di ospitalità

in enciclopedie dove i nomi

scorrono in successione diversa,

come re di Francia spossessati

del nome per un numero,

come l'aria che si sposta

al mio passaggio, ma non mi tiene,

non mi lega, non mi stringe,

mi lascia al male e al bene

del mio svanire.

 

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