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Post n°163 pubblicato il 21 Febbraio 2011 da raccontiitaliani
da Notti di pace occidentale (traduzione tedesca) XIV Gesegnet bist du auf Abstand die unschuldigste unter den entfernten Dingen Tischnische und Apfel eine Kugel, eine Fläche und gegen die hohe Feuerflamme beide Formen zusammen um die Helle eines Raumes hervorzuheben. Nichts fordert uns wirklich und doch näheren wir uns den Gegenständen als seien sie das Echo einer Stimme die arglose Meldung anderer Leben. Das schwarze Wasser, das Profil des Hundes zur Mole hin. Niemand darf sagen erinnere dich und wirklich so pfeifen wie damals aber wir sehen die drei Zimmer, das plötzliche Auffahren dessen, der noch lebte und auf einmal werfen die Schränke Ein Irrfeuer zurück, den undeutlichen Stern eines Gesichts. Nichts ist vollendet, noch ist nichts ernst. Es gibt nur den dumfen Laut eines jähen Kalks und diese Schreie zwischen Farnen, die die Rücken peitschen, Schreie, dab wir nicht verstehen, was den Verfolgten im Dunkeln zustößt. Bäume, Schläge, Böen gegen die Mauern Es genügt eine Geste: die brüske Bewegung eines Ellenbogens, die eine Kerze ausgehen läßt. Auf einmal werden wir zu dem, was vorher zitterte.
da Notti di pace occidentale XIV
Benedetta tu a distanza la più innocente tra le cose lontane nicchia di tavolo e mela una sfera un piano e contro l'alta fiamma del fuoco le due forme congiunte a scavare il nitore di un vano. Nulla in realtà ci chiama eppure ci accostiamo agli oggetti quasi fossero gli echi di una voce l'annuncio indifeso di altre vite. L'acqua nera, la sagoma del cane contro il molo. Nessuno può dirli ricordi e fischiare davvero come allora ma noi vediamo le tre stanze, lo scatto di chi ancora viveva e a un tratto gli armadi ci rimandano un fuoco errante la stella incerta di un viso. Nulla è compiuto nulla è ancora profondo. C'è solo il tonfo di una calce improvvisa e queste grida tra felci che sferzano le schiene grida che non capiamo come accade nel buio agli inseguiti. Alberi, corpi, folate contro i muri. Basta un gesto: il rovescio di un gomito che spegne una candela. Di colpo diventiamo ciò che aveva tremato.
VI
Non esiste innocenza in questa lingua ascolta come si spezzano i discorsi come anche qui sia guerra diversa guerra ma guerra - in un tempo assetato. Per questo scrivo con riluttanza con pochi sterpi di frase stretti a una lingua usuale quella di cui dispongo per chiamare laggiù perfino il buio che scuote le campane. *** C'è una finestra nella notte con due sagome scure addormentate brune come gli uccelli il cui corpo indietreggia contro il cielo. Scrivo con pazienza all'eternità non credo la lentezza mi viene dal silenzio e da una libertà - invisibile - che il Continente non conosce l'isola di un pensiero che mi spinge a restringere il tempo a dargli spazio inventando per quella lingua il suo deserto.
La parola si spacca come legno come un legno crepita di lato per metà fuoco per metà abbandono. |
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