...DI FRETTA!! COME AL SOLITO....
HO POCO TEMPO PER SCRIVERE PERCHE' FRA UN PO' ESCO...AL LAVORO ENTRO ALLE 8:30 E STACCO ALLE 13:00 POI RIENTRO ALLE 14:00 E STACCO ALLE 19:30...NON SAREBBE QUESTO IL MIO ORARIO...MA C'E' TANTISSIMO DA FARE!! IN PIU' ANCHE SABATO.. SONO VERAMENTE DISTRUTTA
Periodo nero per la scuola italiana, che dite? È cominciato tutto dai mille problemi dati dalla comunità arabo/musulmana che chiedeva la riapertura dell’istituto di via Ventura a Milano o per chiamarla con il suo nome la scuola «Nagib Mahfuz», per permettere ai loro figli di studiare in una scuola “cònsona alla loro cultura”. Apriti cielo. Lo ricorderete tutti. Grande indignazione da parte di onesti cittadini che non capivano cosa ci fosse di male nelle scuole italiane, fiumi di articoli sui giornali, picchetti leghisti davanti al portone dell’istituto, “porte a porte” a tema e guardia di finanza in ogni anfratto della scuola a garantire l’agibilità, la serietà e la giustizia. Addirittura l’assessore alle attività produttive, Tiziana Maiolo, rilasciò un’intervista dicendo che la scuola di via Ventura era “una cosa illegale e vergognosa. Soprattutto per il fatto che le bambine dovevano andare a scuola con il velo”. Èh sì, porca vacca! Proprio una cosa vergognosa! Questi si che sono problemi! Quella scuola era troppo diversa dalle nostre e all’opinione pubblica non è andata giù. Però il 6 novembre ha riaperto e fino ad ora pare che non sia ancora stata messa nuovamente sotto sequestro. Un consiglio a Lidia Acerboni, preside della scuola araba: impari dalle scuole italiane, ce ne sono così tante da seguire... Qualche esempio? Si parte dall’asilo, un tempo regno dei giochi e della tranquillità di madri e bambini, ora diventato una vera e propria “scuola di vita” che instrada i piccoli alle brutture dell’esistenza, senza perdere tempo con giochi inutili. Infondo, il mondo è uno schifo. Perché far credere ai bambini che invece sia diverso? E allora via libera ai maltrattamenti su bambini impauriti e indifesi, che imparino, i signori di via Ventura! Settimana scorsa due maestre sono state sorprese (e filmate) dall’inserviente della scuola materna di un paese in provincia di Milano, mentre umiliavano alcuni bambini della loro classe. Sto parlando di creature che vanno dai 18 ai 30 mesi. È venuto fuori che da tempo, le due “dame” si dilettavano a rinchiudere i piccoli impauriti in sgabuzzini bui, lasciandoli soli anche per delle ore. E quando uscivano era facile che si beccassero anche uno schiaffo o un calcio nel culo. L’inserviente che ha filmato tutto racconta con aria triste di un bambino che da mesi non sorrideva e non parlava più. Racconta inoltre d'aver sentito pronunciare a una maestra la frase: "il giorno che ti trovo fuori, ti investo con la macchina". Devo aggiungere altro? Io non ho figli, ma ci metto un secondo ad immedesimarmi in una madre che scopre, magari dopo due anni la verità sul luogo dove lei stessa ogni mattina accompagna la sua creatura. Poi si passa alla scuola media. Quella di Nova Milanese è in cima alle cronache di questi giorni grazie alla 33enne insegnante di matematica trovata nuda assieme a cinque suoi giovani alunni a pantaloni abbassati. Matematica applicata al vizietto. Allora è proprio vero che quello della Fenech è un mito intramontabile. La cosa oscena è che gli organi interni all'istituto, avevano optato per il silanzio, "tanto è una supplente e tra poco se ne va", pare abbia detto qualcuno. Finiti i 3 anni di medie si è finalmente pronti per le scuole superiori! A tal proposito potrei citare quel video, girato sempre in un istituto italiano (un istituto per la grafica e la pubblicità di Torino, scuola simile a quella frequentata a suo tempo dalla sottoscritta) che ha brevemente scalato le hits internettiane diventando in breve tempo uno dei filmati più scaricati in Italia. Un gruppo -anzi un branco- di ragazzetti brufolosi, si è infatti divertito a filmare le botte date ad un loro coetaneo affetto dalla sindrome di down. Bravi. Facile prendersela con chi ha pochi mezzi per difendersi. Ancora più facile è farlo comodamente in classe senza professore. Io mi chiedo: sono questi i modelli di cultura che vogliamo imporre ai bambini di Nagib Mahfuz?
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