L’Unione Europea ha aiutato la Grecia e la Spagna a non fallire, sborsando decine di miliardi di euro. Solo il salvataggio del sistema bancario spagnolo è costato 100 miliardi di euro. Qualcuno ha storto il naso, soprattutto gli estimatori del libero mercato, perché sono stati elargiti questi aiuti, altri si sono lamentati perché gli aiuti sono stati troppo pochi e l’Europa si sarebbe dovuta mostrare più solidale.
Nessuno però osa dire una parola per la situazione di Cipro, sarebbe politicamente scorretto dire qualcosa in aiuto di questa Isola del Mediterraneo che la Comunit internazionale ha abbandonato completamente quando ha dovuto subire una immorale, barbara, ingiusta e vigliacca aggressione militare che l’ha privata di una fascia di territorio e che ha causato un genocidio e una pulizia etnica di cui nessuno parla.
E adesso che l’Isola è sull’orlo del baratro finanziario nessuno fa niente per aiutarla.
Eppure Cipro non ha nessuna colpa: non si è data alle spese pazze come hanno fatto i governi Greci, Spagnoli o Italiani (eppure greci e spagnoli hanno ricevuto aiuti in abbondanza).
Il fatto è che l’economia di Cipro è basata sulla finanza e molte banche cipriote sono esposte con titoli stati greci. Ebbene, quando l’Europa ha imposto che i detentori del debito greco rifiutassero, volenti o nolenti, ha una parte consistente del loro credito, le banche cipriote si sono trovate in una situazione drammatica, visto che i loro investimenti più consistenti erano stati distrutti.
Questo unito alla crisi finanziaria internazionale e alla fuga dei capitali dall’Isola, ha dato il colpo di grazia al sistema bancario. Non bisogna dimenticare infatti che l’Isola è la porta di ingresso che i capitali medioorientali usano per entrare in Europa. Quando questi capitali hanno preso la via di fuga, spaventati dalla situazione europea, i primi a subirne le conseguenze sono stati gli istituti di credito ciprioti.
, Il governo è intervenuto per salvare il sistema ma questo a messo a rischio il bilancio pubblico: il debito pubblico solo due anni fa era pari solo al 76% del PIL, adesso è gi schizzato al 100% anche perché i tassi di interesse che il governo deve pagare sono altissimi.
Basterebbero solo 18 miliardi di euro per mettere in sicurezza il paese, eppure le alte sfere dell’Unione proprio non ne vogliono sapere. Gli stessi che hanno sborsato 100 miliardi cash per salvare le banche spagnole dopo l’abbuffata collettiva dell’era Zapatero, adesso fanno storie per 18 miliardi che potrebbero evitare un default disastroso per tutte l’aria euro.
Immaginiamoci, infatti, la reazione dei mercati a un avvenimento del genere: gli spread risalirebbero molto velocemente in tutta l’Europa, l’euro subirebbe un collasso senza precedenti sul forex, stati com Spagna, Italia e Grecia tornerebbero nell’occhio del ciclone (ammesso che ci siano mai usciti).
Ma perché i governi europei si ostinano a non voler aiutare Cipro? Per vendetta e ideologia. Il sistema cipriota non si è mai voluto piegare completamente ai dicktat del pensiero unico dominante nell’Unione Europea e adesso paga lo scotto della sua libert , una esemplera punizione che dovrebbe essere di impegno per tutti.
Questa Europa è inevitabilmente destinata al declino. E se lo merita.
Vincenzo Colonna