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Sei grasso? Paga una tassa in più

Post n°6 pubblicato il 23 Agosto 2008 da rassegnastampa.ds
 
Foto di rassegnastampa.ds

Lo Stato dell’Alabama ha introdotto la tassa che mancava: quella sull’obesità. I suoi 37.527 dipendenti pubblici hanno infatti un anno di tempo per rimettersi in forma: coloro che alla fine di questa specie di ultima spiaggia risulteranno in sovrappeso saranno costretti a pagare un premio assicurativo di 25 dollari al mese.
Come tutte le follie dello Stato Etico, naturalmente anche questa viene fatta passare come una misura a fin di bene. E come sempre in questi casi c’è tutto un mondo pronto a cadere nella trappola: è il caso della nostra Coldiretti, che ieri ha salutato la decisione dell’Alabama con un comunicato nel quale si sottolinea la gravità della situazione. Si snocciolano dati su adipe e colesterolo, glicemia e diabete, pressioni minime e massime: i ciccioni - insieme con i fumatori, l’effetto serra, lo scioglimento dei ghiacci e le centrali nucleari - sono ormai entrati a pieno titolo fra i nuovi mostri che distruggeranno la Terra. Chi ingrassa avvelena anche te, è il nuovo slogan di salutisti e ambientalisti.
In realtà, dietro il volto buono del medico condotto che si prende cura di te lo Stato Etico nasconde la sua natura totalitaria. Finiti fascismo, nazismo e comunismo, l’ultimo totalitarismo è ormai questa ideologia che pretende di dettarci l’agenda quotidiana. Non credo che l’aggettivo «totalitario» sia esagerato. Anzi. Il controllo che si vuole imporre alla nostra vita privata è totale. Lo dico in modo paradossale: fascismo e comunismo si limitavano a chiederci di pensarla come loro sulla politica. Questi invece si impicciano delle nostre faccende più intime: sfìlati la sigaretta di bocca, infìlati il preservativo, non bere più di tot, non mangiare più di x, non pesare più di y. Dopo la camera da letto e la sala da pranzo, il nuovo totalitarismo ha deciso di dettare le regole perfino in bagno: i nazisti inaugurarono la guerra-lampo, gli ecologisti la doccia-lampo, per non sprecare acqua puzzeremo un po’ ma come al solito sarà per il nostro bene. Un’attenzione particolare è poi riservata ai momenti in cui siamo seduti sul water: da qualche tempo è in vigore una legge che impone due tipi di sciacquoni, uno per la pipì e uno per la popò. Un noto ecologista ha comunque consigliato (non sto scherzando) di limitare l’uso del secondo a non più di una volta la settimana per tutelare le risorse idriche.
La cosa drammatica è che ormai accettiamo tutto senza reagire. Anzi, il loro naso infilato sotto le nostre lenzuola e sopra le nostre tovaglie ci sembra quasi rassicurante. Come in tutte le dittature, c’è un periodo del consenso. Ieri ho letto commenti soddisfatti alla tassa anti-grasso dell’Alabama: gli obesi, dicono gli immancabili esperti, sono un costo sociale. Non ne dubito. Ma mi domando se non siano un costo sociale anche gli allergici, i depressi, i ciechi, i sordi, i malati di cancro, insomma tutti quelli che hanno bisogno di assistenza e di cure: facciamo pagare una tassa anche a loro? Un collega mi ha obiettato: ma l’obeso è obeso per colpa sua, mangia troppo. Ammesso che sia così (e non credo) si potrebbe rispondere che anche i malati di influenza e quelli di lombalgia (prime cause di assenza dal lavoro, a proposito di costi sociali) non sono innocenti: i primi potrebbero coprirsi di più, i secondi tenere una postura corretta.
La verità è che quando si entra nella spirale del politicamente corretto non si finisce più. Per esempio: qualcuno ha fatto presente che non esiste una sola prova scientifica dei danni provocati dal fumo passivo. I Sirchia di tutto il mondo hanno replicato: non importa, in ogni caso il fumo dà fastidio a chi sta accanto. Verissimo. Ma se si resta fedeli a questa logica si presenteranno presto problemi di non facile soluzione: negli Stati Uniti sono già sorte associazioni che chiedono una legge che vieti l’uso dei profumi in luoghi aperti al pubblico. Qualcuno, ai profumi, è allergico; qualcun altro semplicemente insofferente. Perché costringerli a inalare uno Chanel numero 5?
Non ho interessi particolari. Non sono obeso (78 chili per un metro e 86) e purtroppo ho smesso di fumare da tempo. Ma mi infastidisce un conformismo così folle da voler uniformare le nostre silhouette e così ipocrita da prendere di volta in volta di mira alcune categorie e renderne intoccabili altre. Contemporaneamente alla crociata anti-fumo, si conduceva quella per la libertà di drogarsi (chiedere ai familiari della ragazza incinta travolta ieri ad Anzio da un drogato se è vero che «chi si droga fa male solo a se stesso, sono fatti suoi»); adesso sono gli obesi a fare i conti con una certa disparità di giudizi. Non solo in Alabama. In Inghilterra più di quattrocento amministrazioni locali hanno avviato un procedimento per togliere i bambini troppo grassi ai genitori. Nella stessa Inghilterra, dal dicembre del 2005 le coppie gay possono però adottare un bambino. Non so se per un bambino sia peggio crescere con una mamma e un papà un po’ distratti al momento della merendina oppure con due papà (o due mamme). Mi permetto di avanzare qualche dubbio. Ma mi rendo conto di fare discorsi omofobi, che non si usano fra gente perbene.

Michele BRAMBILLA
da "Il Giornale" del 23/08/2008

 
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