Ci sono canzoni che sono poesie, che aprono squarci nel cuore come lampi nella notte, che lasciano un segno come cicatrici indelebili, che rendono eterno un singolo minuto di vita.
Questa è una di quelle canzoni:
Pezzi di Vetro di Francesco De Gregori
L'uomo che cammina sui pezzi di vetro
dicono ha due anime e un sesso di ramo duro in cuore
e una luna e due fuochi alle spalle mentre balla e balla,
sotto l'angolo retto di una stella.
Niente a che vedere col circo,
nè acrobati nè mangiatori di fuoco,
piuttosto un santo a piedi nudi,
quando vedi che non si taglia, già lo sai,
ti potresti innamorare di lui,
forse sei già innamorata di lui,
cosa importa se ha vent'anni
e nelle pieghe della mano,
una linea che gira e lui risponde serio
"e' mia", sottintende la vita.
E la fine del discorso la conosci gia',
era acqua corrente un po' di tempo fa e ora si e' fermata qua.
Non conosce paura,
l'uomo che salta e vince sui vetri
e spezza bottiglie e ride, e sorride.
Perche' ferirsi non e' possibile,
morire meno che mai, e poi mai.
Insieme visitata e' la notte,
che dicono ha due anime e un letto,
e un tetto di capanna utile e dolce
come un ombrello teso fra la terra e il cielo.
Lui ti offre la sua ultima carta,
il suo ultimo prezioso tentativo di stupire,
quando dice "e' quattro giorni che ti amo,
ti prego, non andare via, non lasciarmi ferito".
E non hai capito ancora come mai,
mi hai lasciato in un minuto tutto quel che hai.
Pero' stai bene dove stai.
Inviato da: kolline
il 05/03/2010 alle 01:03
Inviato da: toorresa
il 24/03/2009 alle 14:39
Inviato da: volandfarm
il 24/03/2009 alle 07:20
Inviato da: volandfarm
il 24/03/2009 alle 07:09
Inviato da: toorresa
il 24/03/2009 alle 00:41